Dal Digital & Payment Summit 2016 il nuovo ruolo del digitale nella finanza

Pubblicato il 15 Giu 2016

Redazione

Se serviva una ulteriore conferma questa è arrivata e l’importanza strategica dei digital payment per lo sviluppo dell’economia digitale è stata più volte riaffermata nell’evento Digital & Payment Summit 2016 organizzato a Roma dall’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e Moneta Elettronica. E proprio il presidente dell’associazione Maurizio Pimpinella ha voluto marcare l’importanza di questo passaggio sottolineando provocatoriamente che «Non si può parlare di cambiamenti senza lasciarsi travolgere dagli stessi».

Il segno profondo del cambiamento è sancito anche da come cambia il profilo e il numero degli attori che recitano sul palco di questo importantissimo mercato. La storica centralità delle banche viene messa in discussione e sono in tanti a contendersi il ruolo da protagonista. E stiamo parlando di giganti: Apple, Samsung, ovviamente PayPal, ma anche Google, Amazon e Facebook: high tech companies, social media, eCommerce company che hanno punti di partenza molto diversi, soluzioni tecnologiche e infrastrutturali diverse, ma per tutti la centralità, in modo ancora una volta diverso, è sullo stesso asset: i dati degli utenti e le opportunità di ingaggio.

A fronte di un sistema di offerta che sta cambiando radicalmente, si assiste anche a un cambiamento altrettanto radicale, nel rapporto tra utenti e digital payment. Si profila un cliente che ha capito che può disporre di soluzioni altamente personalizzate e profilate, un cliente che il Digital & Payment Summit 2016 disegna come un utente che abbandona la giacca e la cravatta per uno stile casual, che si muove con un tablet alla mano e che ha pochissimo tempo da dedicare alla banca. Stiamo parlando di un profilo che corrisponde alla generazione dei Millennials, che raramente quando pensa alla banca pensa a un luogo fisico e si affida, con fiducia, solo in cambio di velocità (tanta velocità) sicurezza e affidabilità.

Ma su questo scenario non ci sono solo gli attori dell’offerta e i clienti. Il digital payment del futuro deve confrontarsi anche con le Istituzioni che hanno dimostrato di avere compreso l’importanza dell’innovazione digitale nella finanza e che si muovono verso un ecosistema digitale per la PA capace di semplificare la vita dei cittadini, per creare un contesto più competitivo per le corporation che vogliono investire nel nostro paese.

L’altro volto, dinamico, smart, velocissimo di questo mondo è quello delle FinTech che con idee e soluzioni si stanno affermando anche come provider di servizi specializzati per le banche.

Il Digital & Payment Summit giunto alla sua tredicesima edizione ha tracciato il nuovo profilo di questo mercato che trova riscontro ancora nelle parole di Maurizio Pimpinella: «Tutto è cambiato – afferma – la scena è contesa tra banche e colossi della tecnologia e dei social, che cercano un ruolo da protagonista. E il vantaggio dell’high tech e dei social media è nella mole straordinaria di dati sulle abitudini di consumo, sulle preferenze, sulle modalità di utilizzo delle tecnologie e del mobile in particolare. L’analytics di queste informazioni, permette di tracciare dei profili utilissimi al marketing non solo nella forma di “vendita di dati o contati”, ma anche come veri e propri attori diretti nel mondo dei digital payment». A questo proposito non si può non ricordare che ad esempio Messenger di Facebook conta 900 milioni di utenti solamente nel mercato USA. Una messaggistica che permette di effettuare bonifici da un profilo all’altro e ci si pone subito l’interrogativo se già questo non configura un attore come Facebook come istituto di pagamento? A sua volta Apple Pay ha conquistato 12 milioni di utenti in tutto il mondo attivi al mese, parimenti Google Pay ha registrato circa 5 milioni di persone attive mensilmente e così ha fatto Samsung.

Pimpinella avverte che «Le nuove opportunità di business emergono solamente se si hanno le idee chiare sulla direzione da intraprendere e non si può intraprendere questo cammino senza aver prima compreso le esigenze del cliente».

Il cambiamento in atto è radicale e all’evento lo si descrive in questo modo: «La finanza deve diventare realtime semplice e quasi gratis, con un radicale rinnovamento dell’infrastruttura di back office del settore bancario. Anche per questo cresce l’interesse verso la tecnologia dei distributer ledger della Blockchain, un trend che si affianca al digitale e al FinTech e che avrà un enorme impatto nel ripensare tutti i sistemi core di back office.

Pimpinella ricorda poi che a breve il denaro, le carte di pagamento, saranno completamente smaterializzati.
Fabiana Piscitelli, Head of Strategy and Business Development di MasterCard, ha a sua volta osservato che «stiamo promuovendo la digitalizzazione delle carte nei device mobili per rendere ogni dispositivo connesso uno strumento semplice, sicuro e veloce per fare acquisti. I consumatori potranno pagare con il proprio smartphone in tutti i negozi del mondo e sul web e potranno mantenere in ogni momento il controllo totale delle proprie spese».
Luciano Cavazzana, Eastern Europe & Africa Managing Director di Ingenico Group, ha posto l’attenzione sullo sviluppo del POS che nel corso del tempo «si è evoluto nella sua concezione, passando da punto di accettazione dei pagamenti cashless (Point Of Sale) a strumento di erogazione dei servizi (Point Of Service) e la sfida oggi è quella di potenziarlo ulteriormente per trasformarlo in un vero e proprio Point Of Interaction, un punto di interazione globale con il cliente».
Per Giuseppe Capponcelli, Amministratore Delegato di ICBPI e CartaSi: «Il mondo delle banche sta attraversando un periodo di grande trasformazione, la “rivoluzione digitale” pone nuove sfide e nuove opportunità per generare valore per il settore, per i clienti e per il Paese».
Luisa Monti, Regulatory Developments di Crif, ha focalizzato l’attenzione sulla Blockchain sottolineando come «Gli investimenti in bitcoin e in Blockhain abbiano raggiunto gli 1.11 miliardi di Dollari, confermando il crescente consenso attorno alle Distributed Ledger Technologies (DLT) come un abilitatore in grado di rivoluzionare modelli di business in molti settori a partire dalla finanza e quello dei trasferimenti di denaro e dei pagamenti».
Antonio Catricalà, Presidente OAM stigmatizza il ritardo l’Europa e gli USA: «L’Europa deve recuperare il ritardo accumulato nell’IT: se si pensa che negli ultimi 15 anni gli investimenti in tecnologie digitali nell’Unione europea sono stati circa un terzo di quelli effettuati negli USA e nello stesso periodo gli investimenti delle imprese europee in R&D sono il 40% di quelli effettuati dalle imprese USA». Catricalà conclude sottolineando che il pacchetto di misure varate ad aprile va nella direzione giusta ma serve fare in fretta.
Luigi Casero, Vice Ministro del Ministero dell’Economia e delle Finanze afferma l’importanza della digitalizzazione nell’ambito dei digital payment per garantire una maggior trasparenza, velocità e sicurezza e per dare garanzie alle aziende straniere desiderose di investire nel nostro Paese garantendo loro un contesto più forte in termini di digitalizzazione».

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4