ICBPI rileva il 100% di Bassilichi S.p.A. I fratelli Leonardo e Marco Bassilichi: «Nasce il più grande polo italiano dei pagamenti cashless, ma l’obiettivo è l’Europa»

Siglato un accordo che prevede la cessione dell’intero capitale societario di Bassilichi S.p.A. all’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (che controlla Cartasì). I fratelli Bassilichi reinvestiranno parte del ricavato in ICBPI stessa. «Nasce una realtà che controlla l’85% delle transazioni condotte in Italia tramite carta di credito»

Pubblicato il 15 Dic 2016

Da sinistra: Marco e Leonardo Bassilichi, Presidente e AD di Bassilichi S.p.A.

La conferenza stampa è stata convocata in tutta fretta «per cercare di fare chiarezza sulle voci che si rincorrevano da ore», esordisce Leonardo Bassilichi, Amministratore Delegato di Bassilichi S.p.A., player toscano indipendente nel mondo dei pagamenti digitali e del back office legato alla monetica. La notizia è la firma di un accordo per la cessione del 100% delle azioni di Bassilichi S.p.A. al colosso della monetica ICBPI (Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane), per un valore complessivo di 230 milioni di euro.

I fratelli Marco (Presidente) e Leonardo (AD) di Bassilichi S.p.A., che insieme detenevano il 24,3% dell’azienda, parlano della necessità di garantire una scala dimensionale più ampia a questa realtà e anticipano senza mezzi termini che «l’obiettivo è l’Europa. Il sistema va rafforzato. Noi siamo grandi nel nostro territorio ma oggi la competizione si gioca a livello internazionale e bisogna essere in grado di competere con le armi giuste». L’accordo, che dovrà passare il vaglio delle autorità di vigilanza del mercato sia italiane che europee, sarà perfezionato con tutta probabilità entro la prima metà del 2017.

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Dall’affare sono escluse Fruendo, la joint-venture tra Bassilichi (60%) e Accenture (40%) che opera nel campo del back office finanziario, e ABS Technology, azienda attiva nel campo della sicurezza fisica e logica. Entrambe confluiranno in una newco che vedrà i fratelli Bassilichi come azionisti di riferimento, insieme a ICBPI e Banca MPS.

«Di fatto – spiega Leonardo Bassilichi – oggi nascono due realtà. Un polo dei pagamenti e della monetica, che farà capo a ICBPI, e un altro focalizzato sul Business Process Outsourcing». Bassilichi S.p.A., capogruppo del gruppo Bassilichi, è azionista di maggioranza di Consorzio Triveneto, operatore di scala nazionale nella gestione dei servizi POS, eCommerce e corporate banking (con 6.200 ATM e 297mila POS attivi), e di Moneynet, società che offre servizi POS e di commercio elettronico alle piccole e medie imprese italiane. All’interno del gruppo ICBPI, Bassilichi opererà mantenendo la sua identità societaria.

In chiusura dell’operazione, nascerà una newco che si proporrà sul mercato come fornitore di servizi di backoffice finanziario. Di questa realtà, che secondo i fratelli Bassilichi avrà una dotazione di capitale iniziale di circa 26 milioni di euro, la famiglia deterrà il 28,5% del capitale, con Banca MPS al 10%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna (BPER) al 9%, ICBPI al 10%, Sici Fondo Toscana Venture al 10,58% e Arno I S.r.l. (Mp Venture) al 31,92%. In questa realtà confluirà anche Fruendo, società nata per iniziativa di Bassilichi, Accenture e Banca Monte dei Paschi di Siena, con lo scopo di erogare al mondo delle banche servizi amministrativi, contabili e ausiliari.

Educare il mercato all’uso del cashless

«Crediamo fermamente in questo piano industriale – tiene a sottolineare Leonardo Bassilichi –, tanto che abbiamo deciso di reinvestire parte di quanto otterremo dalla vendita delle nostre azioni nel capitare di ICBPI che, con l’integrazione di Setefi (acquisizione annunciata a maggio in attesa del via libera delle autorità di controllo del mercato – ndr), diventerà il polo di riferimento dei pagamenti elettronici in Italia, gestendo di fatto l’85% delle transazioni compiute tramite carte di credito e investimenti prospettici che cuberanno tra i 3,5 e i 4 miliardi di euro».

La dimensione è fondamentale per attuare gli investimenti necessari a superare le resistenze culturali che ancora aleggiano nel Paese in merito all’uso della moneta elettronica. «L’opinione diffusa è che se si paga con la carta si paga di più e con questa nuova scala dimensionale saremo sicuramente in grado di mettere in atto tutte quelle attività di educazione del mercato che sono fondamentali per moltiplicare l’uso degli strumenti cashless in Italia», ha concluso il manager.

15 Dicembre 2016

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