Mobile POS, è boom di offerte

Pubblicato il 22 Apr 2014

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Ivano Asaro

L’obbligo per esercenti e professionisti di accettare pagamenti con moneta elettronica, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 30 giugno, sta spingendo il mercato ad attrezzarsi per offrire soluzioni alternative al classico POS, ritenuto spesso troppo costoso da alcuni piccoli esercenti e che poco si adatta, per peso e dimensioni, ad alcuni professionisti che svolgono la loro mansione perlopiù in mobilità, come gli idraulici, i rappresentanti o gli assicuratori.

È anche per questo che il mondo dei Mobile POS, i dispositivi hardware che trasformano il telefono cellulare in uno strumento capace di accettare pagamenti con carta, sta raccogliendo sempre più attenzione anche nel nostro paese.

Le caratteristiche della soluzione

I Mobile POS si presentano infatti come dei dispositivi molto più piccoli dei classici POS, facilmente trasportabili e, spesso, offerti con una politica di pricing molto aggressiva che li rende talvolta più convenienti dei “cugini” tradizionali. Ma le opportunità non si limitano ai soli merchant. Apparsi infatti negli Stati Uniti nel biennio 2010-2011, trainati dall’innovatività di numerose startup come Square, in soli 36 mesi i Mobile POS hanno attratto le attenzioni di tantissimi player differenti, tra cui banche, esercenti, telco, POS manufacturer, startup e altri service e technology provider. Le filiere che si profilano creano infatti spazio per nuovi ruoli rispetto alla filiera tradizionale, che si traducono in possibili introiti aggiuntivi per questi player.

I più importanti elementi costituitivi di un sistema di Mobile POS sono due: uno Smartphone (o tablet) e un dispositivo esterno (in genere dotato di tastierina numerica) collegabile ad esso, attraverso la quale “leggere” carte di pagamento e accettare transazioni. La connessione tra lo smartphone e la periferica può avvenire in tre modalità: attraverso il jack audio dello smartphone, via bluetooth, oppure, nel caso degli iPhone, attraverso l’ingresso per il caricatore della batteria. Anche la lettura della carta può avvenire in modalità diverse a seconda della tipologia di periferica. In USA i dispositivi funzionano attraverso la lettura della banda magnetica. In Europa, dove vige una limitazione normativa a questa modalità di acquisizione dei dati delle carte, viene invece utilizzato il modello Chip & Sign, Chip & PIN e Contactless (NFC), adeguandosi quindi a quello che avviene con i POS tradizionali.

Le proposte sul mercato in Italia

L’offerta in Italia è sempre più variegata e ha visto nascere anche interessanti partnership commerciali. Basti pensare a “Move and Pay Business” di Setefi (Intesa Sanpaolo), che viene distribuito anche da Vodafone in un pacchetto che prevede un tablet e un piano per la navigazione 4G, o alla startup payleven, il cui prodotto viene distribuito, oltre che attraverso il Web, anche tramite gli sportelli di Poste Italiane e gli Apple Store.

Entrambi i dispositivi si collegano via bluetooth allo smartphone e accettano pagamenti sia tramite carta di credito sia di debito, anche se, dei due, soltanto Move and Pay Business utilizza il circuito nazionale PagoBancomat. Ma la scelta per i merchant sta diventando sempre più ampia. A queste soluzioni si affiancano ad esempio quelle delle startup Jusp e Sum Up e quella di CartaSi, i cui dispositivi si collegano al device tramite il jack audio; o quelle della startup Wallet-E e del solution provider Pay Reply, le cui soluzioni si collegano tramite bluetooth e permettono di accettare anche pagamenti sul circuito PagoBancomat.

Le tariffe cambiano da prodotto a prodotto: in alcuni casi prevedono un canone mensile e una commissione più bassa per ogni transazione; in altri non è previsto nessun canone (se non il costo iniziale di acquisto del dispositivo), ma le commissioni trattenute su ogni transazione sono più alte.

Esistono quindi soluzioni per ogni esigenza e per ogni merchant. E tutto fa prevedere un utilizzo crescente nei prossimi anni: l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce stima che nel 2016 il transato intercettato dai Mobile POS in Italia sarà compreso tra i 2 e i 3 miliardi di euro.

L’unica cosa certa, al momento, è che l’offerta non manca.

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