Bonus Pos: obblighi e sanzioni

Bonus pos è il credito di imposta a beneficio degli esercenti, pari al 30% delle commissioni addebitate per transazioni effettuate a partire dal primo luglio 2020 con carte di pagamento (di credito, di debito, prepagate) o con strumenti di pagamento tracciabili [...]
Josephine Condemi

giornalista

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Credito di imposta su commissioni pagamenti elettronici”: il Decreto Legge 124/2019 all’articolo 22 ha introdotto una nuova forma di compensazione tributaria, ribattezzata “Bonus Pos”. Disciplinato dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate n.181301/2020 del 29 aprile 2020, misura all’interno del Piano Cashless del Governo, il Bonus Pos spetta agli esercenti per le commissioni sulle transazioni a partire dal primo luglio 2020.  Con la risposta n. 503 del 27 ottobre 2020, l’Agenzia delle Entrate ha dato tempo agli operatori finanziari fino al 20 novembre per inviare il report relativo ai mesi di luglio, agosto e settembre: una comunicazione cumulativa con i dati di ottobre.

Ma come funziona il Bonus Pos? Chi può richiederlo?

Iniziamo con il dire che il bonus POS scade tra un mese, e quindi non potrà più essere richiesto. Però è importante leggere quanto segue, per evitare sanzioni e di dover pagare multe.

Obblighi POS 2022: come evitare le sanzioni

Sanzioni dal 30 giugno 2022 per chiunque non accetterà per i propri clienti pagamento con bancomat o carte di credito. Questa la legge entrata in vigore quest’anno, nel 2022. Se vuoi leggere maggiori informazioni su questo argomento, ti suggeriamo il nostro articolo sugli obblighi pos 2022 per restare aggiornato e informato ed evitare sanzioni e multe salate.

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Ma cos’è il Bonus Pos? 

Il “Bonus Pos” è il credito di imposta a beneficio degli esercenti, pari al 30% delle commissioni addebitate per transazioni effettuate a partire dal primo luglio 2020 con carte di pagamento (di credito, di debito, prepagate) o con strumenti di pagamento tracciabili.

La norma include infatti, oltre agli operatori finanziari “classici”, fornitori di POS portatili fisici, abbinati a smartphone o altri device, anche i POS “virtuali”, ovvero i circuiti di pagamento elettronici che effettuano transazioni da carte o conti correnti.

Le transazioni devono essere relative a cessazioni di beni e prestazioni di servizi nei confronti di consumatori finali, non di aziende né di professionisti.

Come funziona il Bonus Pos

Per usufruire del Bonus Pos la spesa deve essere tracciabile, quindi effettuata tramite bancomat, carte di pagamento, circuiti elettronici, bonifici.

Gli operatori finanziari che mettono a disposizione degli esercenti i servizi di pagamento sono tenuti ad una serie di obblighi informativi: comunicare all’Agenzia delle Entrate, entro il 20° giorno del mese successivo al periodo di riferimento, il codice fiscale dell’esercente, il mese e l’anno di addebito, l’elenco di tutte le operazioni di pagamento effettuate e di quelle riconducibili a consumatori finali, l’importo delle commissioni addebitate per queste operazioni nonché l’ammontare dei costi fissi periodici, che ricomprendono le operazioni in franchigia anche se includono il canone per la fornitura del servizio di accettazione.

Le stesse informazioni, per trasparenza, sono inviate agli esercenti via PEC o pubblicate nell’online banking.

Sulla base di queste informazioni, viene calcolato il credito di imposta, usato in compensazione a partire dal mese successivo alla spesa.

L’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 503 del 27 ottobre 2020 ha dato tempo agli operatori finanziari fino al 20 novembre per inviare il report relativo ai mesi di luglio, agosto e settembre: “tenuto conto che, in fase di prima applicazione delle disposizioni […] da più parti sono state lamentate delle difficoltà tecnico-operative ad eseguire tempestivamente la comunicazione dei dati dei mesi di luglio, agosto e settembre 2020” scrive l’Agenzia “è consentito eseguire entro il 20 novembre 2020 una comunicazione cumulativa con i dati del mese di ottobre 2020”.

Chi può beneficiare del Bonus Pos

Possono beneficiare del Bonus Pos tutti gli esercenti di attività di impresa, arte o professione che nel 2019 abbiano conseguito ricavi e compensi inferiori a 400.000 euro. Le transazioni effettuate devono riguardare consumatori finali.

Nel calcolo del credito di imposta non vanno quindi considerati gli incassi da transazioni di pagamento effettuate da imprese e partite IVA: occorre quindi differenziarli nei gestionali per procedere all’individuazione della somma corretta.

Come richiedere il Bonus Pos e quale codice tributo F24

Il Bonus Pos si richiede con la compilazione del modello F24, presentato esclusivamente in via telematica.

Il codice tributo, reso noto dall’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione n.48/E del 31 agosto 2020, è 6916: credito d’imposta commissioni pagamenti elettronici – articolo 22, decreto-legge 26 ottobre 2019, n.124”.

Il codice deve essere indicato nella sezione “Erario” del modello e può essere inserito sia nella colonna “importi a credito compensati” sia “importi a debito versati” (in caso di riversamento dell’agevolazione per errato utilizzo). I campi “mese di riferimento” e “anno di riferimento” devono essere compilati nei formati “00MM” e “AAAA” con il mese e l’anno di addebito della commissione che dà diritto alla compensazione.

Quando scade il bonus POS

Il bonus POS 100% scade a giugno 2022. Dopo tale termine ci saranno sanzioni per chi non farà pagare con il POS.

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