Pagamenti online e wearable, il nuovo corso di Satispay

Pubblicato il 21 Ott 2015

Annalisa Casali

Alberto Dalmasso, CEO e Co-Fondatore della società

Satispay è una startup tutta italiana che in pochi mesi di attività ha già suscitato parecchio interesse nel mondo dei pagamenti digitali e di quelli P2P (da persona a persona) in particolare. Creata nel 2013 ma operativa solo da quest’anno, Satispay ha ottenuto in breve tempo 8 milioni e mezzo di finanziamenti, con contributi internazionali di peso, tra i quali spiccano quelli dei fondatori di Google Wallet, Jonathan Weiner e Ray Iglesias.

«Si tratta di un nuovo circuito di pagamento completamente svincolato da quelli tradizionali delle carte di credito e delle banche – premette Alberto Dalmasso, CEO e Co-Fondatore della società –. Il nostro progetto nasce con l’obiettivo di arrivare, entro qualche anno, a poter pagare tutto con il cellulare, in totale sicurezza e con commissioni nulle o ridotte al minimo».

L’app Satispay, scaricabile da un qualsiasi smartphone a sistema operativo iOS, Android e Windows, permette di effettuare acquisti, ricariche o trasferire denaro, semplicemente selezionando il destinatario dalla rubrica dei contatti del dispositivo. Sarà sufficiente aver precedentemente caricato il proprio account Satispay prelevando la somma dal proprio conto corrente bancario.

L’app utilizza un sistema di budget integrato che lascia all’utente la libertà di decidere quanti soldi prelevare dal proprio conto per alimentare il credito Satispay. Ogni settimana, poi, il servizio reintegrerà automaticamente la cifra prestabilita (nel caso in cui il cliente abbia fatto acquisti over budget) oppure predisporrà il bonifico dell’eccedenza, nel caso in cui il cliente sia in attivo sui pagamenti.

«Ci stiamo concentrando sulla creazione del circuito, con l’obiettivo di arrivare ad avere in Italia 1.500 punti vendita aderenti entro la fine dell’anno – prosegue –. A fine settembre erano già 750 gli esercenti attivi e 250 quelli in attivazione. La media, in questi ultimi mesi, è di 15 nuove adesioni quotidiane al circuito. Tra queste, nomi di spicco come il gruppo Pam, le gelaterie Grom e molte stazioni di servizio TotalErg. Sul fronte degli utenti, abbiamo superato i 25.000 download dell’app e a settembre la media è stata di un centinaio di download al giorno.

La promessa che abbiamo fatto ai nostri finanziatori è di arrivare ad avere un milione di utilizzatori entro la fine del 2016, tanto che la nostra strategia di internazionalizzazione sta subendo una forte accelerazione nel Vecchio Continente».

La società opera come un istituto di credito sfruttando la licenza di uno degli investitori, ICCREA Banca, per ridurre il numero degli operatori coinvolti nella transazione e abbatterne, così, i costi (ridotti dell’80% rispetto ai canali di pagamento tradizionali). «Siamo riusciti a contenere a 1 centesimo di euro il costo di ogni singola transazione – sottolinea con orgoglio –, spesa che per le banche si aggira, invece, sui 35 centesimi di euro».

Una politica di prezzo aggressiva

La politica di prezzo di Satispay risulta particolarmente aggressiva. I punti vendita che aderiscono al circuito non pagano nulla sulle transazioni di valore inferiore ai 10 euro, mentre su tutte le altre è prevista una commissione fissa pari a 20 centesimi, qualsiasi sia l’importo dovuto. Non è prevista, inoltre, alcuna fee di adesione, così pure nulla è dovuto a titolo di canone mensile per il servizio.

Anche la tecnologia, però, gioca un ruolo fondamentale nel successo di Satispay. La totale apertura del sistema, che può essere utilizzato da chiunque disponga di un conto corrente bancario con IBAN italiano, unita all’intuitività dell’app, che permette di predisporre un trasferimento di denaro semplicemente selezionando il destinatario dalla rubrica dei contatti dello smartphone, hanno già permesso a molti cittadini di città come Milano, Roma, Firenze, Como e Cuneo di sperimentare il nuovo sistema di pagamento.

E per il futuro cosa prevede il CEO della società? «Guardiamo con attenzione all’universo dei dispositivi wearable e agli smartwatch, ovviamente senza trascurare l’aspetto fondamentale della sicurezza, quindi legando le operazioni all’utilizzo di un codice o alle impronte digitali».

Ragionando su un orizzonte temporale ridotto, invece, entro fine ottobre verrà rilasciata una nuova app per il pagamento degli acquisti online. «A chi ci dice che in questo modo ci scontriamo con un gigante come PayPal rispondiamo che in realtà non c’è concorrenza – conclude Dalmasso –. Andremo, infatti, a servire una nicchia di mercato, quella delle transazioni a bassissima marginalità, come le ricariche telefoniche, finora impossibile da servire. Nessuno, infatti, sarebbe disposto a pagare una commissione che, in media, si attesta intorno al 3% per acquistare online credito per il proprio telefonino».

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