Pagamenti elettronici, le sfide che ci attendono

Pubblicato il 25 Giu 2014

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Piero Todorovich

Innovare il business traendo vantaggio dalle trasformazioni che le tecnologie della rete stanno portando su mercati, società e persone. Questo il tema chiave di Xchange 2014, evento organizzato da Reply, occasione per le dimostrazioni di soluzioni avanzate per ogni tipologia d’industria e assaggi sugli scenari futuri. Scenari che la rapidità dell’evoluzione rende sempre più prossimi e che è necessario considerare nelle scelte che si fanno oggi per non essere impreparati di fronte ai cambiamenti nei gusti e comportamenti dei consumatori o dei business d’impresa.

Tra i settori più sollecitati dall’innovazione c’è il mondo dei pagamenti: «Tra i primi ad aver scoperto transazioni e trading digitali, ma sollecitati da cambiamenti che giungono dall’esterno – spiega Fausto Jori, Partner di e*finance Consulting Reply -. Come la diffusione della fatturazione elettronica che rende più monitorabili e veloci i processi di pagamento e SEPA che semplifica le transazioni a livello internazionale».

La vera rivoluzione riguarda però l’uso massivo dei pagamenti elettronici nella vita quotidiana dei consumatori. Secondo i dati Audiweb, internet raggiunge in Italia 39 milioni di persone di età compresa tra 11 e 74 anni, di cui 29 milioni utilizzatori di smartphone e tablet. «Sarà inevitabile usare questi strumenti per i pagamenti – precisa Jori –, e questo determinerà la necessità di adottare nuove strategie da parte di banche, produttori di terminali, circuiti di pagamento, esercenti, società di buoni pasto, telco, OTT…».

I pagamenti come abilitatori del “go-digital”

Perché l’adozione più estesa dei pagamenti mobili è importante? «Perché apre le porte alla rivoluzione digitale – spiega Jori –. Ogni prodotto e servizio diventerà digitale o dovrà essere ripensato in modo da avere cospicue componenti digitali. L’impatto riguarderà la monetica, il business, la vita delle persone». Un esempio di ciò che ci attende lo offrono alcuni gadget tecnologici oggi in vendita. «Sensori che possono rilevare lo stato di un qualsiasi bene, come per esempio una pianta coltivata in vaso (come il Flower Power di Parrot, ndr) e quindi dare al consumatore accesso a prodotti accessori, consulenza e servizi. Nuovi business che hanno bisogno di modalità di pagamento semplici e sicure».

Marco Loro, Associate Partner di Pay Reply porta altri esempi di go-digital associato a innovativi sistemi di pagamento. «Come il wallet creato da ATB (Azienda Trasporti Bergamo) e Banco Popolare per il pagamento della sosta e delle corse sui mezzi pubblici. Il pagamento delle bollette elettriche tramite un sistema creato in collaborazione tra Enel e SIA, che permette di sfruttare i QRcode».

Le carte di credito resteranno nella forma che conosciamo per molto tempo ancora, ma questo non esclude lo sviluppo di nuove modalità d’uso gradite al consumatore. «Con i mobile-POS l’acquirente potrà pagare con carte di plastica o senza, ricevere una ricevuta smaterializzata e quindi gestire allo stesso modo eventuali coupon digitali», precisa Loro. La sinergia tra sistemi tradizionali e nuovi serve a creare una sorta di “percorso assistito” d’aggiornamento che ha come motore la migliore user experience nel pagamento. L’impiego di NFC fa parte di questo percorso assieme ad altre interessanti esperienze. «Come il Proximity by beacon – spiega Loro – che rende non più necessario il QRcode sullo scontrino cartaceo consentendo al consumatore di pagare sul proprio dispositivo mobile attraverso il trasferimento del conto dalla cassa del negozio».

Nuovi progetti per nuove sfide

Tra le soluzioni innovative a cui Reply sta lavorando c’è un sistema per sostituire l’uso del contante nei frequenti trasferimenti di denaro tra membri di una stessa famiglia, colleghi o amici. Si tratta di «un sistema per gestire pagamenti person-to person basato su conti correnti – spiega Loro -, che sfrutta i numeri di telefono presenti in rubrica come alternativa all’iban. Il sistema di prossimo rilascio, permette di fare pagamenti in modo ‘social’ e con un’esperienza utente decisamente più naturale rispetto al classico bonifico bancario». Per il futuro dobbiamo inoltre aspettarci applicazioni di pagamento che sfruttano per l’autenticazione i lettori d’impronte integrati nei nuovi modelli di smartphone.

La grande sfida del futuro sarà comunque nel bilanciamento delle differenti esigenze: «di chi chiede sistemi più semplici e a basso costo, e di chi deve renderli sostenibili, impermeabili alle frodi e competere con nuovi concorrenti o addirittura monete private, come Bitcoin – spiega Jori -. Servirà creare un ecosistema di servizi in cui il pagamento non sia l’unica componente di creazione del valore».

Uno scenario in cui le banche potrebbero perdere la loro esclusiva e sentire la concorrenza di aziende telco e retail interessate ad acquisire una migliore conoscenza delle abitudini del consumatore attraverso i pagamenti. «Tesco in Gran Bretagna lo sta facendo – precisa Jori -. Un nostro partner ha creato un tablet custom con cui la società può interagire in modo diretto con i propri clienti».

Nel cambiamento nessuno è in partenza vincente o può sottrarsi alle sfide. «Con la creazione dello standard per l’host-based card emulation su Android si potranno gestire pagamenti NFC anche senza SIM appositamente abilitate, cambiando radicalmente gli scenari prospettati fino a pochi mesi fa. Non sappiamo se Apple o Google vorranno in futuro proporre dei servizi in concorrenza con le banche. Certamente questo è un momento importante per riflettere sui casi d’uso delle tecnologie e sulle esigenze dei consumatori», conclude Jori.

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