Google ricorre a un programma di reward per spingere Android Pay

Pubblicato il 04 Feb 2016

redazione

L’obiettivo è indurre i consumatori a effettuare dieci pagamenti in un mese utilizzando Android Pay. Lo strumento, una promozione che ricompensa i partecipanti con contenuti e servizi offerti dalla stessa Google. È appena partito negli Stati Uniti (l’unico mercato dove è attiva la piattaforma di mobile payment di Mountain View) Tap 10, il programma di reward che offre musica, filmati e sottoscrizioni per Google Play e Chromecast a chi usa il mobile wallet. Le regole sono semplici: una volta dichiarata la propria adesione all’iniziativa, chi ha un account Android Pay può utilizzarlo entro il 29 febbraio per effettuare un massimo di dieci transazioni NFC (Near Field Communication) distanziate di almeno cinque minuti l’una dall’altra. I codici per riscattare i premi vanno poi sfruttati entro il mese di marzo.

Pur essendo la piattaforma disponibile solo da settembre 2015, è già la seconda volta che Big G ricorre a un incentivo per spingerne adozione e utilizzo. In occasione del Black friday, a novembre, per ogni acquisto autorizzato con il mobile wallet, Google ha donato un dollaro alla ONG DonorsChoose.org.

Il problema di Google è lo stesso che ha Apple. Nonostante la diffusione dei terminali che accettano i pagamenti NFC sia negli Stati Uniti più che buona (Mountain View sostiene che il proprio mobile wallet è compatibile con i Pos di oltre un milione di esercenti, ed è sostenuto oltre che accettato da catene del calibro di Babies R Us, BJs, Bloomingdale’s, Disney Store, Duane Reade, Express, GameStop, Foot Locker, Macy’s, McDonald’s, Office Depot) riuscire a far cambiare abitudini ai consumatori si sta rivelando più difficile del previsto. Secondo un’indagine pubblicata da Infoscout e PYMNTS.com a un anno dal lancio di Apple Pay, gli utenti che dichiaravano di usarlo in ogni occasione sono passati dal 48% di marzo 2015 al 33% di giugno 2015, mentre chi dice di usarlo raramente è passato nello stesso periodo dal 17 al 23%. Il motivo più citato dai partecipanti al sondaggio? Il fatto puro e semplice che si sono dimenticati di farlo. Non resta che aspettare marzo per sapere se gli incentivi offerti da Google saranno riusciti e in che misura a invertire la tendenza.

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