I 10 trend che rivoluzioneranno il settore delle banche nel 2019

Pubblicato il 27 Feb 2019

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A distanza di un decennio dalla grande crisi globale delle banche d’investimento, il 2019 si preannuncia come un anno particolarmente importante per il futuro del comparto bancario. Gli effetti di lungo periodo (la cosiddetta “coda lunga”) di alcuni fenomeni che hanno investito il settore in anni recenti si dispiegheranno del tutto nel corso dell’anno appena iniziato. L’impatto dirompente di alcune tecnologie (AI in testa) rivoluzionerà completamente il rapporto tra le banche e i correntisti mentre gli investimenti sostenuti per garantire la compliance alla PSD2 genereranno con tutta probabilità nuove opportunità di business. È Alan McIntyre, Senior Managing Director del settore Banking di Accenture, a indicare i 10 trend che, più di altri, ridisegneranno il comparto bancario nel corso di quest’anno.

I servizi diventano “liquidi”

I nuovi regolamenti ispirati al principio dell’Open Banking, come la PSD2 in Europa, stanno frammentando la tradizionale offerta retail. La possibilità di creare interfacce comuni e piattaforme di condivisione dei dati sulla situazione finanziaria di un cliente dovrebbero, nelle intenzioni del legislatore, facilitare la competizione nel settore bancario e creare nuove opportunità di business. Per decenni le banche hanno puntato alla verticalità della propria offerta, mentre oggi il mercato vede l’ingresso di nuovi operatori non bancari che mirano a un’offerta più orizzontale, come l’aggregazione di conti correnti o i servizi di back office. Nel 2019 c’è da aspettarsi sicuramente che la catena del valore dei servizi finanziari e di pagamento sarà sempre più frammentata in elementi più granulari, facilmente ricombinabili e personalizzabili per creare un’offerta “su misura” per ogni correntista.

La trasformazione digitale crea new business

Le banche stanno prendendo spunto dalle aziende tecnologiche, che si tratti di OTT o di startup. Hanno imparato l’arte di raccontare agli investitori storie avvincenti sul loro futuro, su come saranno in grado di far evolvere e trasformare il loro modello di business, guadagnando l’attenzione dei clienti e quella dei mercati finanziari. La fiducia nell’evoluzione dei modelli di business basata sulla trasformazione digitale può garantire alla banca un incremento dei prezzi dei servizi offerti superiore anche del 50% rispetto alle valutazioni correnti. Lo storytelling efficace di BBVA e JP Morgan Chase ha fatto guadagnare ai due colossi del finance un premium price sui propri servizi del 25%, mentre molte altre realtà del settore faticano a ottenere tariffe pari al valore contabile. Nel 2019, i leader digitali delle banche tradizionali dovranno essere in grado di dimostrare che l’investimento, la creatività e l’ambizione su cui hanno costruito la loro valutazione premium si sono tradotti anche in un aumento della redditività. Se non ci riusciranno, la conclusione degli investitori potrebbe essere quella che il business “nuovo” non per forza è più redditizio di un’attività più tradizionale ma ben eseguita.

I (tanti) casi d’uso dell’intelligenza artificiale

Gli assistenti vocali (verbal AI), i chatbot e i financial digital assistant sono oggetto di forte attenzione da parte dell’universo bancario. Si chiamano Gia, Erica e Cleo e aiutano il cliente a gestire in modo più oculato le sue finanze con suggerimenti del tipo “Non comprare queste sneaker firmate perché andrai in rosso” oppure “Lo sai che la scorsa settimana hai speso 40 euro da Starbucks?”. Messaggi chiari, inviati direttamente in chat al suo smartphone. In questi mesi, però, le banche stanno cercando di creare servizi a più alto valore per sfruttare al meglio le potenzialità di questi strumenti. In futuro, i financial digital assistant avviseranno il cliente che la sua bolletta della luce è più alta di quella dei suoi vicini e gli proporranno una comparazione delle offerte più indicate in base alle caratteristiche del suo appartamento e al suo stile di vita.

Il futuro incerto delle banche di credito cooperativo

Quelle che negli Stati Uniti sono chiamate community bank (in Italia la loro figura è assimilabile a quella delle banche di credito cooperativo), vedranno entrare in crisi il proprio modello di business. L’economia è in piena espansione, gli spread dei tassi di interesse si sono ampliati, le perdite sui crediti sono minime e finalmente i costi legati alla compliance normativa iniziano a calare. I piccoli player locali iniziano a perdere il loro vantaggio competitivo. Al contrario, invece, le banche più grandi che sono in grado di offrire un’esperienza cliente più digitale e avvincente stanno ottenendo grandi risultati. Nel segmento dei depositi, per esempio, i tre “big” americani – Bank of America, J.P. Morgan Chase e Wells Fargo – pur avendo solo il 24% delle filiali statunitensi hanno ottenuto quasi il 50% delle nuove aperture sui conti di deposito lo scorso anno. Al contrario, le community bank, pur avendo circa il 50% delle filiali negli ultimi tre anni hanno assorbito solo il 20% della crescita dei conti di deposito. Se le banche più piccole non riusciranno a trovare un modo per iniziare a offrire servizi digitali più innovativi probabilmente il loro business sarà messo in serio pericolo nei prossimi anni.

La Cina è vicina (nei pagamenti retail)

La Cina sta rivoluzionando le abitudini di pagamento in tutto il mondo. La trasformazione dei servizi finanziari retail partita dal Paese del Dragone ha investito progressivamente anche gli altri continenti. I servizi di mobile payment e i wallet sono oggi utilizzati regolarmente da miliardi di utenti e le banche occidentali che hanno sottovalutato la portata di questa rivoluzione potrebbero aver commesso un grosso errore. Basta guardare come questo trend ha impattato, per esempio, sul mercato finlandese. Nel 2015 500mila cinesi hanno visitato la Finlandia ma quest’anno il Paese attende almeno 5 milioni di turisti cinesi, che rappresentano un target di clienti davvero molto appetibili per i servizi legati ai viaggi organizzati: si trattengono in media il doppio degli altri turisti e spendono il triplo. Ecco perché migliaia di esercizi commerciali oggi accettano i pagamenti mobile basati sull’uso dei QR code. A Singapore, con lo stesso sistema si può pagare anche una sola bottiglietta d’acqua.

Le fintech alla prova del 9

Le fintech si stanno avvicinando a un punto critico nei mercati più maturi. Una ricerca di Accenture mostra che il Regno Unito è il mercato bancario tradizionale più sconvolto dal fenomeno fintech, con il 15% del giro d’affari dei servizi finanziari ormai appannaggio dei nuovi entranti. Anche se hanno acquisito milioni di clienti con la loro offerta, queste banche virtuali, che pure hanno ormai una penetrazione europea come N26, gestiscono per la verità quasi sempre conti secondari mentre solo il 20% dei clienti utilizza queste nuove realtà per gestire il proprio conto corrente principale. Durante quest’anno capiremo se le fintech avranno abbastanza slancio per vincere (e convincere) nel lungo termine o se il contrattacco degli operatori del settore bancario tradizionale sarà abbastanza forte da bloccare l’incursione dei nuovi arrivati digitali.

L’addio (definitivo) al legacy

Le banche continueranno ad abbandonare i vecchi sistemi legacy, per guadagnare maggior velocità e agilità. Già da qualche anno gli istituti di credito hanno iniziato a far evolvere i sistemi legacy per renderli adatti a supportare i nuovi servizi digitali. Nel 2019, secondo gli esperti di Accenture, vedremo aumentare le attività costruite sulle nuove architetture tecnologiche che rappresentano il nucleo centrale dell’offerta digitale delle banche. Alternative tecnologiche come Mambu, Leveris e Finxact, che finora avevano conquistato solo il mercato retail e PMI, con tutta probabilità approcceranno anche il cliente privato. Le banche tradizionali, per contro, dovrebbero quest’anno riuscire a fare il “salto quantico” e passare dalla costruzione di un’offerta digitale parallela rispetto ai servizi tradizionali a un’evoluzione completa dei sistemi core in grado di abilitare i nuovi servizi digitali.

La parola d’ordine è “cloud”

Le banche continueranno a spingere sull’acceleratore del cloud computing. Lo scorso anno il dibattito si era incentrato su come operare in modo più efficace grazie al cloud. Nel 2019, invece, l’attenzione si concentrerà sempre più su quel che sarà possibile fare con i dati dei clienti una volta spostati in cloud e, in particolare, sulle possibili applicazioni degli strumenti analitici e dell’intelligenza artificiale. I vincitori della sfida dei servizi di digital banking saranno, secondo Accenture, le realtà che saranno in grado di offrire creatività abbinata a qualità e a consistenza dei dati. Ogni banca, anche quelle più piccole, grazie al cloud sarà in grado di accedere a data analytics e algoritmi di previsione che permetteranno di creare nuovi servizi o nuove modalità di erogazione dei servizi finanziari tradizionali. Servizi unici, altamente personalizzati, per i quali il cliente sarà disponibile a pagare volentieri un sovrapprezzo.

Si inasprirà la guerra dei pagamenti

Il confine tra il mondo delle banche e il resto dell’economia digitale continuerà a essere piuttosto sfumato, anche se il 2019 potrebbe essere l’anno in cui le grandi tech company mostreranno finalmente le loro vere intenzioni. In Europa, la PSD2 inizierà ad avere un impatto significativo sul mercato dei pagamenti. I principali merchant e retailer, Amazon in testa, dovranno decidere se intendono attivarsi direttamente per offrire pagamenti “account to account” che bypassano i grandi circuiti internazionali delle carte di credito. Negli Stati Uniti, Uber, Amazon e Walmart stanno seguendo le orme di Starbucks, che ha internalizzato la gestione dei pagamenti offrendo incentivi a chi utilizza l’app proprietaria per pagare gli acquisti compiuti nei suoi coffe shop. Walmart e Amazon anche quest’anno si contenderanno la supremazia del commercio digitale negli USA, mentre Facebook lancerà i servizi di pagamento tramite WhatsApp.

Spazio ai nuovi servizi abilitati dall’Open Banking

Le banche nel corso di quest’anno smetteranno di parlare di “piattaforme” digitali per promuovere nuovi modelli di business ibridi. Una piattaforma digitale è un mercato che genera fatturato mettendo in contatto due parti – nel caso delle banche, retailer e correntisti – in una sorta di App store, favorendo le relazioni di rete sullo stile di Uber, AirBnB ed eBay. Nel 2019 le banche non potranno limitarsi ad aggregare domanda e offerta di servizi finanziari ma, sfruttando i principi dell’Open Banking, dovranno sviluppare un bouquet d’offerta più ampio, che va nella direzione del personal banking evoluto. Questi modelli potrebbero coesistere, come già peraltro avviene nel Regno Unito, con nuovi modelli di banca completamente digitale nati in seno alle banche tradizionali, sulla scorta di Bo e Starling, per contrastare l’avanzata degli “unicorni” del fintech.

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