Retail: l’innovazione in Italia si fa soprattutto nei Pagamenti

L’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano evidenzia come però la spesa in digitalizzazione dei top retailer italiani sia bassa e pari a circa l’1% del fatturato

Pubblicato il 04 Mar 2019

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In un momento di grandi cambiamenti tecnologici, in che direzione sta andando il retail? Una risposta arriva dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano, che ha tracciato un quadro sulle prospettive del comparto a livello globale e italiano. Il punto di partenza sono i dati economici: nel 2018, nei mercati più maturi, si stima una crescita delle vendite al dettaglio totali (online + offline) intorno al +3%. Più critica la situazione nel nostro Paese, dove comunque la crescita dovrebbe attestarsi intorno al +1,7%. In questo contesto è indubbio che l’eCommerce, pur rimanendo un canale secondario, sta rubando progressivamente spazi di crescita al Retail tradizionale: nel 2018 il valore generato dagli acquisti online di prodotti nel mondo supera i 1.800 miliardi di euro (+20% rispetto al 2017).

Di fronte a questo contesto, i principali retailer internazionali stanno comprendendo sempre più l’importanza della tecnologia per affrontare questo periodo di forte discontinuità. L’Osservatorio ha identificato nel 2018 oltre 200 progettualità in ambito Retail nel mondo, con particolare attenzione su Internet of Things (52% dei casi), Intelligenza Artificiale (32%) e Realtà Aumentata e Virtuale (16%).

E in Italia? Gli investimenti nel 2018 sono stati maggiormente focalizzati su sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi, adottati dal 33% del campione (tra cui Bricofer Italia, Leroy Merlin Italia, Unicoop Firenze), soluzioni a supporto della fatturazione elettronica e dematerializzazione con il 27% (Bennet, Gruppo Pam, Marionnaud Parfumeries Italia), soluzioni di CRM (CRAI Secom, Liu Jo, Moncler) e sistemi di cassa evoluti e mobile POS (Benetton Group, Decathlon Italia, Frette) con il 24%. Seguono sistemi di sales force automation o di online selling in punto vendita (Coop Alleanza 3.0, Expert Italy, Todis) e soluzioni di WiFi in store (Gruppo Buffetti, Loro Piana, Thun) con il 22%, sistemi per l’accettazione di couponing e loyalty con il 21% (Bottega Verde, McDonald’s Italia, Penny Market), sistemi di monitoraggio dei clienti in store (Carrefour Italia, Miroglio Group, Sait Soc. Coop.) e sistemi di business intelligence analytics (Coop Liguria, D.IT Distribuzione Italiana, Geox) con il 19% e digital signage e vetrine intelligenti e interattive con il 16% (Esselunga, IKEA Italia, KIKO Milano).

Al di là di questi progetti, però, la spesa in digitale dei top retailer resta bassa: il valore supera di poco l’1% del fatturato ed è soltanto leggermente aumentata tra 2017 e 2018, passando dal 20% del 2017 al 21% del 2018. La situazione è però attesa in evoluzione nel prossimo futuro: l’85% dei retailer nazionali vuole potenziare l’investimento in innovazioni digitali negli store, aumentando il coinvolgimento del visitatore. In particolar modo il 36% del campione è interessato a chioschi, totem e touch point e a sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi, il 34% a sistemi di sales force automation o di online selling in punto vendita e sistemi di cassa evoluti e mobile POS, il 33% a sistemi per l’accettazione di couponing e loyalty e il 31% a sistemi di indoor positioning. Il 70% dei retailer dichiara invece di voler concentrare gli investimenti futuri in soluzioni volte al miglioramento dei propri processi interni. Nello specifico il 34% del campione mostra interesse verso soluzioni di CRM, il 27% nel tracciamento dei prodotti tramite RFId e sistemi ERP e il 25% nei sistemi di monitoraggio dei clienti in store e soluzioni di business intelligence analytics.

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