Swatch brucia Apple sul tempo e ipoteca in Cina il primato nel mobile payment da polso

Pubblicato il 16 Ott 2015

Domenico Aliperto

È proprio vero: a causa della digital disruption, di questi tempi la concorrenza può arrivare da qualunque direzione. Ma se di solito sono i business tradizionali quelli che devono guardarsi le spalle, stavolta a essere colti di sorpresa sono stati Apple e Samsung da un player della old economy. Swatch (esatto, il brand svizzero di orologi low cost) sta infatti prendendo accordi con i principali gruppi finanziari cinesi per portare nel Far East un nuovo strumento di mobile payment integrato in un segnatempo. Il dispositivo – la cui concezione era stata anticipata a febbraio – si chiama Swatch Bellamy e sarà in vendita a un prezzo di 580 yuan (poco meno di 90 euro) a partire dal prossimo gennaio negli outlet cinesi del produttore di orologi e nelle filiali di Bank of Communications (BoCom), primaria banca della Repubblica popolare oltre che primo partner di Swatch in questa impresa. La commercializzazione in Svizzera e negli Stati Uniti seguirà a ruota. Bellamy conterrà un chip NFC (Near Field Communication) che permetterà all’orologio di funzionare proprio come una carta contactless nel momento in cui si avvicina il polso a un Pos abilitato. Per avviare le operazioni, Swatch e BoCom hanno scelto il circuito di credito di China UnionPay, che fino a poco fa deteneva il monopolio sui pagamenti elettronici nell’ex Celeste impero e che ora deve fronteggiare non solo l’offerta di Alibaba e Tencent, ma anche la minaccia incombente di Apple e Samsung, che premono ai confini per entrare in un mercato da 22.600 miliardi di yuan (3.600 miliardi di dollari), in crescita con ritmi superiori al 100% anno su anno.

China UnionPay, d’altra parte, rappresenta per Swatch il viatico per tornare a brillare in un mercato dove gli orologi tradizionali, compresi quelli di lusso, hanno perso drasticamente terreno a favore degli smartwatches (il mercato cinese dei wearable valeva 18,9 miliardi di dollari nel 2014, e nel 2019, secondo IHS, dovrebbe raggiungere i 32,2 miliardi). Per fortuna di Swatch e degli altri specialisti del settore, però, né Apple né Samsung, pur essendo dotati di interfacce e protocolli di comunicazione per il mobile payment, non hanno accesso al network Unionpay. Un’alleanza fatta dunque in nome dell’adagio secondo cui i nemici dei miei nemici sono miei amici, ma non solo: per Swatch si è trattato anche di un’opportunità per portare sul mercato in tempi brevi una tecnologia e un’offerta che in Europa avrebbero richiesto tempi di sviluppo assai più lunghi. “Ci vogliono mesi e mesi, anzi anni per fare qualcosa di nuovo insieme alle banche svizzere”, ha commentato Nick Heyek, Chief Executive Officer di Swatch, durante la presentazione del progetto che si è tenuta mercoledì a Shanghai.

Swatch inoltre può finalmente mettere a frutto tecnologie proprietarie (come le batterie ultra compatte a lunga durata) che aveva sviluppato per i propri orologi e che, dato il rapido mutare dei tempi non sono riuscite a trovare sfogo applicativo. Il produttore svizzero sembrerebbe quindi avere per il momento un certo vantaggio, ma naturalmente si tratta di una gara a cui partecipano sempre più concorrenti, e si tratta di nomi già noti a Swatch: Richemont offre già con il marchio Montblanc uno smartwatch da 350 euro, mentre Louis Vuitton ha annunciato un prodotto da realizzarsi in collaborazione con TAG Heuer che supererà i mille euro. E per non perdere troppo terreno sul fronte del fashion, Apple si è messa in affari con Hermes in modo da dare un tocco di esclusività ai propri wearable.

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