Un primo semestre 2021 di crescita per i pagamenti digitali in Italia, sulla spinta del Cashback e dei sistemi più innovativi: questa la principale indicazione che arriva dall’edizione semestrale dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, presentato in occasione del webinar “I pagamenti digitali in Italia nei primi sei mesi del 2021”. I numeri raccontano infatti che nel primo semestre dell’anno il volume del transato attraverso il digitale, nonostante le chiusure parziali per effetto della pandemia, è aumentato del +23% rispetto allo stesso periodo del 2020, passando da 118 a 145,6 miliardi di euro e superando anche i numeri della prima parte del 2019. Tutto questo in un contesto di mercato in cui il noto attaccamento degli italiani per il contante sembra scemare: i prelievi di contante sono diminuiti del 3% in termini di operazioni e del 6% in termini di euro prelevati. Rispetto al primo semestre 2019, il calo è addirittura del 25% e 20%, rispettivamente per operazioni ed euro prelevati.
La spinta del Cashback
Un fenomeno che, secondo il Polimi, si spiega anche con il fatto che le misure di Cashback e Super Cashback (sospese poi dal Governo Draghi a Luglio 2021) hanno spinto molti cittadini italiani a fare transazioni anche di piccolo importo con la carta. Proprio per effetto di questa misura lo scontrino medio dei pagamenti digitali è sceso di oltre l’11% in un anno, con un calo netto di circa 6 euro (da 51,7 a 45,7 euro). Secondo la ricerca, infatti, i numeri del Cashback nella prima metà dell’anno dimostrano una discreta adesione (di poco inferiore ai 9 milioni di cittadini, circa il 18% della popolazione maggiorenne), con una decisa penetrazione all’interno di chi ha preso parte all’iniziativa: sono stati infatti oltre 6,1 milioni gli italiani che hanno raggiunto la soglia delle 50 transazioni (il 12% della popolazione over 18) per un rimborso massimo di 150 euro.
“Guardando a questi numeri semestrali, possiamo ritenere che gli incentivi promossi dal Governo (il Cashback, il Super Cashback e la Lotteria degli scontrini) abbiano avuto un effetto positivo sui pagamenti digitali, stimolando anche i consumi – aggiunge Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments – . La partecipazione all’iniziativa Cashback ha totalizzato oltre 750 milioni di operazioni effettuate, pari a oltre il 24% delle transazioni con carta del semestre. Questo significa che gli utenti che hanno aderito hanno utilizzato la carta più frequentemente della media e per importi ridotti. Per le casse dello Stato, l’iniziativa ha avuto un costo al di sotto del miliardo di euro: resta però ancora da capire se ha consentito di far emergere il nero e se ha effettivamente cambiato le abitudini degli italiani. Ci auspichiamo però che il piano di incentivi possa essere ripreso, al fine di coinvolgere un numero maggiore di cittadini e mantenere l’iniziativa attiva più a lungo, rendendo il pagamento digitale la nuova normalità”.
Corre il contactless
Ma quali strumenti digitali sono stati utilizzati nella prima metà dell’anno? L’Osservatorio segnala come le carte prepagate facciano segnare la crescita più decisa, passando dai 21,2 ai 28 miliardi di euro in 12 mesi (+32%), influenzate dal boom dell’online e dall’erogazione del reddito di cittadinanza. Il numero di transazioni raggiunge 760 milioni con lo scontrino medio che si conferma il più basso della categoria (36,6 euro, -8,6% rispetto a un anno fa). Le carte di debito crescono invece di quasi 19 miliardi di euro grazie alla ripresa dei consumi e al Cashback, con un transato che raggiunge quota 82,6 miliardi di euro (dai 63,9 miliardi del primo semestre 2020, una crescita del +29%). Il numero di transazioni realizzate con carta di debito continua a rappresentare la fetta maggiore del comparto (1,83 miliardi, oltre il 57% del totale), con uno scontrino medio che cala del -10,7% raggiungendo i 45,1 euro. Meno positivi sono invece i dati delle carte di credito continuano invece a soffrire il calo dei consumi ad alto importo per viaggi turistici e, soprattutto, aziendali. Sono questi ultimi, infatti, la categoria del comparto a crescere solo del +6% (da 33,1 a 35 miliardi di euro), ancora molto lontana dal recuperare la quota di transato pre-pandemia che superava i 40 miliardi di euro.
Uno dei dati più rilevanti della ricerca è la crescita del contactless, modalità aumentata infatti del +66% nel primo semestre del 2021 (rispetto allo stesso semestre del 2020) passando da 31,4 a 52,1 miliardi di euro di transato. Lo confermano anche il numero di transazioni in forte rialzo (1,36 miliardi di operazioni, +79%) e lo scontrino medio che si sta gradualmente abbassando (oggi è di 41 euro -1,4% rispetto allo scorso anno). Infine, crescono anche tutte le componenti dei pagamenti da Mobile e da Wearable: i pagamenti contactless “NFC” tramite smartphone e dispositivi indossabili, oltre che i pagamenti da app in negozio, crescono del +108% e raggiungono quota 2,7 miliardi di euro (dai soli 1,3 di un anno fa).
Italia ancora fanalino di coda nel contesto europeo
La stima dell’Osservatorio è che nell’intero 2021 l’Italia arriverà a superare quota 300 miliardi di euro di pagamenti digitali, con una crescita superiore rispetto al livello pre-pandemia. Anche i pagamenti Mobile continueranno la loro corsa e cresceranno più dell’80% rispetto al 2020. Eppure nonostante questi numeri positivi, l’Italia è ancora tra i Paesi più indietro nei pagamenti digitali: “Nonostante una lieve crescita del numero di transazioni pro capite con carta avvenuto nel 2020 (+3,7%), secondo i dati della Banca Centrale Europea l’Italia perde un’ulteriore posizione nella graduatoria dei Paesi dell’UE più abituati alle transazioni digitali, anche a causa di un grande balzo in avanti della Germania, posizionandosi oggi al 25° posto tra i 27 stati membri – ha evidenziato Ivano Asaro, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments – . La speranza, per chi crede negli effetti positivi dei pagamenti elettronici, è che il 2020 possa essere stato un anno importante, quasi spartiacque, per i pagamenti digitali in Italia. Molti italiani hanno infatti utilizzato questi strumenti per la prima volta in assoluto: se anche i prossimi mesi confermeranno questo trend e se la modernizzazione del nostro Paese, dei servizi e della Pubblica Amministrazione seguirà di pari passo questa accelerazione, nei prossimi anni potremo finalmente assistere a una crescita a un ritmo più alto di quello della media europea”.