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Web3: l’ecosistema DeFi vale 40 miliardi di dollari



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Il web3 sta dando prova di un potenziale trasformativo che oltrepassa le dinamiche finanziarie o le fluttuazioni del mercato delle criptovalute. Ecco in cifre le iniziative legate alle CBDC e agli split payment

Pubblicato il 15 nov 2023



Il Report dell'Osservatorio Blockchain Web3 (Digital Euro)

Il report dell’Osservatorio Blockchain & Web3 fa il punto su come il Web3 stia rinnovando il mondo del business con un ecosistema DeFi, più distribuito e decentralizzato, le CBDC (come l’Euro digitale) e lo split payment. Ecco qual è l’impatto della blockchain e quanto vale questo mercato.

Report Osservatorio Blockchain & Web3: l’ecosistema DeFi in cifre

Il convegno “Blockchain impact on Business: Web3 and Internet of Value” è stato organizzato dall’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano al Parlamento Europeo. Hanno partecipato i parlamentari europei Brando Benifei e Daniela Rondinelli, insieme ad esponenti di realtà operanti nel settore come Banque de France, Decentraland, Commerzbank, London Stock Exchange Group, Fireblocks, Namirial, Uniswap Labs, SIX Digital Exchange e la Commissione Europea.

Il web3 sta dando prova di una forte resilienza, nonostante l’ottovolante delle criptovalute. Criptovalute e altri asset digitali hanno una capitalizzazione di mercato di 1.300 miliardi di dollari, in crescita del +32% in un anno.

Gli utenti attivi mensili di applicazioni decentralizzate (DApp) si attestano a circa 3 milioni (+32% in un anno), con 15.000 DApp sul mercato. Le DApp del settore finanziario compongono l’ecosistema DeFi che vale 40 miliardi di dollari e risulta stabile.

“Il web3 sta dimostrando un potenziale trasformativo che va ben oltre le mere dinamiche finanziarie o le fluttuazioni del mercato delle criptovalute”, commenta Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio Blockchain
& Web3: “Offre, infatti, la possibilità di plasmare un nuovo modello di Internet, caratterizzato da equità e inclusività, basato su principi fondamentali quali trasparenza, decentralizzazione e coinvolgimento degli utenti. In questa prospettiva, gli utenti diventeranno i veri proprietari dei propri dati e delle interazioni web, riducendo così il potere eccessivo delle piattaforme digitali”.

Tuttavia “la realizzazione di un Web3 più sostenibile e inclusivo, però, non è affatto scontata” – spiega”, mette in guardia Giacomo Vella, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3: “Siamo solo all’inizio di un lungo percorso. Per realizzare appieno il potenziale del web3, sarà cruciale perseverare negli investimenti in ricerca e sviluppo e collaborare attivamente alla creazione di un quadro normativo adeguato. Il destino del web3 si profila come una sfida collettiva. L’Europa oggi non può rimanere spettatrice di questa trasformazione, deve giocare un ruolo attivo e in prima fila per promuovere una corretta adozione del web3”.

Le CBDC nel settore bancario

I progetti web3 sono 278 (+13% rispetto al 2021). Le iniziative legate alle Central Bank Digital Currencies (CBDC) o alle crypto coinvolgono 63 dei 100 principali istituti bancari al mondo. Sono dieci in più rispetto al 2022.

In futuro conquista terreno la possibilità di integrare le CBDC nel web3 come opzioni più regolamentate. Attualmente sono 94 banche centrali (circa il 60% del totale) che studiano o sperimentano nel campo delle CBDC.

Le iniziative locali avviate sono 129 e i progetti attivi sono cinque: Caraibi, Cambogia, Jamaica, Bahamas, Nigeria. Invece il 46% dei progetti è in fase di test (+8% sul 2022).
Anche l’Unione Europea è sempre più impegnata nel settore web3, in cui sta sviluppando il progetto Digital Euro insieme alla pubblicazione del regolamento MiCA.

“Uno dei principali elementi che rende possibile il web3 è l’utilizzo di asset digitali nativamente integrati

nell’infrastruttura tecnologica per facilitare lo scambio di valore”, sottolinea Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3: “Attualmente però, manca una moneta digitalmente nativa, e questo ha portato all’adozione di criptovalute e stablecoin. Allo stesso tempo numerose banche centrali, compresa la BCE, stanno riconoscendo l’importanza di sviluppare una propria valuta nativamente digitale anche come strumento potenzialmente utilizzabile nel contesto del web3”.

Gli split payment nel Report dell’Osservatorio Blockchain & Web3

Grandi novità nel campo del business potrebbero giungere dalla programmabilità dei pagamenti nativi nell’ambito del web3.

Negli split payment, la blockchain consente di suddividere i fondi in modo automatizzato e trasparente. Su piattaforme web3, gli split payment possono inoltre effettuare la distribuzione automatica dei pagamenti relativi, per esempio dividendi o royalties tra i partecipanti di un’iniziativa decentralizzata.

Potenzialità degli smart contract

Il Delivery versus payment entra così in una nuova dimensione con gli smart contract basati su blockchain. In un contesto di trade finance su web3, sarebbe possibile programmare un pagamento in automatico solo al momento in cui il compratore conferma la ricezione fisica del prodotto, al fine di garantire la sicurezza della transazione. La Time-bound automation sulla blockchain potrebbe permettere la gestione di pagamenti programmabili legati a specifiche condizioni. Per esempio, uno smart contract potrebbe automatizzare il rinnovo di un servizio di streaming o il pagamento di un canone di affitto ogni mese, assicurando il pagamento regolare senza richiedere azioni manuali.

Integrando queste opzioni nel contesto del web3, i pagamenti programmabili assumono il ruolo di strumenti in grado di ottimizzare le transazioni finanziarie, grazie alla sicurezza e alla trasparenza intrinseche della tecnologia blockchain.

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