USA, il 20% della popolazione sfrutta il mobile payment

Pubblicato il 10 Mar 2015

tokenizzazione

Domenico Aliperto

Cresce la voglia (e l’adozione, pur con qualche riserva) di pagamenti innovativi negli Stati Uniti. Nel 2014 circa il 70% dei consumatori americani ha comprato on line almeno una volta al mese e il 28% ha fatto acquisti su Internet almeno una volta a settimana, pagando, nel 40% dei casi attraverso una mobile payment application, con un balzo rispetto all’8% registrato nel 2013. A evidenziare l’atteggiamento dei cittadini d’Oltreoceano rispetto all’e-payment evoluto è la ricerca Future trends of retail 2015, realizzata dalla società di consulenza a stelle e strisce Walker Sands, che ha somministrato più di 1.400 questionari cercando di mettere a nudo anche la fiducia che il consumatore medio nutre nei confronti delle transazioni via cellulare. T

ra coloro che fanno abitualmente uso del mobile payment (il 20%), poco meno della metà ha utilizzato Google Wallet, il 41% ha scelto le applicazioni fornite dalle banche, come per esempio Chase QuickPay e circa un terzo ha preferito le applicazioni rese disponibili direttamente dai retailer, come per esempio Starbucks. Solo il 4% degli intervistati dichiara di aver usato Apple Pay nel 2014, ma ben il 18% del campione sostiene che la tecnologia targata Cupertino sarà decisiva nello spingere a farlo nell’immediato futuro.

Lo scoglio della sicurezza

Dall’indagine emerge anche una contraddizione: se da una parte più della metà delle persone contattate (il 56%) considera i contanti la forma più sicura di pagamento, solo l’11% li ha utilizzati recentemente per acquistare qualcosa (nel 2013 la percentuale si attestava sul 27%) e il 59% del campione sostiene di avere meno di 20 dollari in banconote all’interno del proprio portafoglio. Si tratta quindi, sostanzialmente, più di una questione di prevenzione sul concetto di denaro elettronico che non di vero e proprio rifiuto di una pratica che di fatto è già quotidiana. Anche se la ripercussione sulle tecnologie di ultima generazione, il mobile payment di prossimità con l’NFC, si fa sentire: otto consumatori su dieci dicono di esitare ancora ad autorizzare transazioni dal touch screen per questioni di sicurezza (57%) e per timore di violazioni della privacy (48%), e per il momento la percezione generale pone i pagamenti via smarphone persino dietro a quelli con le crittomonete come Bitcoin.

Solo l’1% degli americani pensa che i mobile wallet siano il sistema di pagamento più sicuro in assoluto, e questo, fondamentalmente, perché ancora poco diffuso. Il metodo cashless più sicuro? Per il 38% del campione rimangono, come intuibile, le carte di credito e di debito, nonostante una buona percentuale di persone abbia riscontrato le inevitabili frodi che si possono subire usando le schede magnetiche.

Per Michelle Evans, senior consumer finance analyst della società di consulenza Euromonitor International, la diffidenza verso i pagamenti via smartphone è dovuta principalmente alla complessità dei dispositivi stessi, che racchiudono informazioni personali sensibili non solo di natura finanziaria. “Sembra però”, dice Evans, “che il trend stia cambiando. Ulteriori recenti indagini ci dicono che l’introduzione di sistemi come la tokenizzazione e l’autenticazione biometrica (come le impronte digitali sui device Apple e Samsung, ndr) stanno in qualche modo rassicurando l’opinione pubblica, rendendola più disponibile a virtualizzare il proprio portafoglio sullo smartphone”.

La lezione per il mercato italiano? Occorre che tutti i player in gioco – dagli operatori telefonici ai produttori di device fino ai fornitori di piattaforme – sfruttino il vantaggio fornito dalla “naturale” passione che il popolo tricolore ha da sempre nutrito per il proprio telefono e per le tante app che semplificano (o complicano piacevolmente) la vita per cominciare a diffondere cultura e consapevolezza sulle caratteristiche del mobile payment prima che il pregiudizio o inevitabili fatti di cronaca generino ulteriore prevenzione in una categoria di consumatori, quella tricolore, tra le più attaccate al contante a livello mondiale.

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