giurisprudenza

Carte non autorizzate e rimborsi negati: la Corte UE chiarisce i limiti per i consumatori



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La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che il consumatore perde il diritto al rimborso per operazioni non autorizzate se non avvisa tempestivamente il prestatore di servizi, anche se lo fa entro il termine massimo di 13 mesi. La decisione chiarisce la responsabilità dell’utente e rafforza la protezione del sistema di pagamento contro gli abusi

Pubblicato il 4 ago 2025



Chip shortage miete una nuova vittima: le carte di credito

Nel 2017, un consumatore francese ha scoperto una serie di prelievi giornalieri non autorizzati sul proprio conto in oro detenuto presso la società Veracash SAS. L’uomo sostiene di non aver mai ricevuto la carta di pagamento inviatagli da Veracash, né di aver autorizzato alcuna delle operazioni contestate. Nonostante ciò, ha informato la società solo a maggio 2017, quasi due mesi dopo il primo addebito.

Il contenzioso giudiziario

Il Tribunal de grande instance d’Évry e, successivamente, la Cour d’appel de Paris hanno respinto la richiesta di rimborso del consumatore, rilevando che la comunicazione dei prelievi sospetti non è avvenuta “senza indugio”, come previsto dalla normativa francese di recepimento della direttiva europea sui servizi di pagamento. L’uomo si è quindi rivolto alla Cour de cassation, che ha chiesto un parere alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

La decisione della Corte di Giustizia

Nella sentenza del 1° agosto 2025 (causa C-665/23), la Corte ha stabilito che l’utente di una carta di pagamento può perdere il diritto al rimborso di un’operazione non autorizzata se non informa “senza indugio” il proprio prestatore, anche qualora la comunicazione avvenga entro il termine legale massimo di 13 mesi.

Secondo la Corte, l’obbligo di avviso tempestivo è autonomo rispetto al termine massimo di 13 mesi e ha uno scopo preventivo: evitare l’accumulo di perdite e tutelare l’equilibrio tra i diritti del consumatore e quelli del prestatore.

Carte non autorizzate e Corte di Giustizia UE: quando il ritardo comporta la perdita del rimborso

La Corte ha precisato che, nel caso di uno strumento di pagamento smarrito, rubato o utilizzato in modo fraudolento, il diritto al rimborso decade solo se il consumatore ha agito con dolo o con negligenza grave. Spetta comunque al prestatore di servizi di pagamento dimostrare che l’operazione era autenticata e regolarmente registrata.

Casi di operazioni multiple non autorizzate

Se una carta viene usata ripetutamente per operazioni non autorizzate, il consumatore può perdere il diritto al rimborso solo per quelle specifiche transazioni che non ha segnalato in tempo a causa di negligenza grave o intenzionalità. La Corte ha ribadito che questa interpretazione restrittiva è coerente con il principio di equilibrio tra le parti e con la finalità della direttiva europea.


Conclusione

La sentenza della Corte UE sottolinea l’importanza per i consumatori di agire rapidamente alla prima segnalazione di un’operazione sospetta. Non basta rispettare il termine dei 13 mesi: è essenziale segnalare “senza indugio”, pena la perdita del diritto al rimborso.

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