I dati, e il modo in cui vengono utilizzati, sono sempre stati fondamentali nel settore bancario. Un uso efficace dei dati consente di valutare il rischio in modo più accurato, personalizzare i servizi e fare le cose meglio, più velocemente e a costi inferiori. Tuttavia, il rapido avanzare della tecnologia in ogni aspetto della nostra vita – dagli smartphone all’intelligenza artificiale – sta portando l’importanza dei dati a un livello completamente nuovo.
Indice degli argomenti
Il controllo dei dati finanziari: banche, Big Tech o clienti?
Questo boom nella disponibilità e potenza dei dati solleva una grande questione a livello sociale: chi dovrebbe avere il controllo sui dati finanziari del cliente? Le banche o le Big Tech?
Noi pensiamo: nessuno dei due. Pensiamo che dovrebbero essere i clienti stessi ad avere il controllo. Cedere il controllo alle banche o alle Big Tech rischia di creare un oligopolio sul destino finanziario individuale. Dare potere ai clienti garantisce che i flussi di dati siano guidati dalle esigenze e dall’utilità individuali – come trovare il prestito migliore, consolidare i debiti o pianificare un investimento importante – e non dall’interesse commerciale delle aziende.
L’impatto dell’Open banking in Europa
Per questo Revolut è sempre stata un forte sostenitore a livello globale della regolamentazione sull’Open banking e l’Open finance. Queste normative, in sostanza, danno agli utenti il controllo dei propri dati, permettendo loro di condividere in modo sicuro e fluido i propri dati detenuti da una banca con un’altra, e anche di trasferire denaro tra conti bancari con un semplice clic.
Perché è importante? Per l’Europa in particolare, l’Open banking ha un potenziale trasformativo. Nonostante la diffusione dei conti bancari, molti consumatori devono ancora affrontare commissioni elevate, servizi incoerenti e poca scelta.
La possibilità di accedere alla piena situazione finanziaria di un cliente, con il suo consenso esplicito, favorisce una vera concorrenza, spingendo tutti gli operatori a offrire prodotti migliori, più economici e innovativi.
In definitiva, trasformando i dati da bene aziendale a risorsa personale, l’Open banking sposta l’attenzione dalla protezione dei profitti istituzionali alla salute e utilità finanziaria dell’individuo, stimolando un’ondata di innovazione che va a vantaggio diretto del consumatore.
L’Open banking può portare trasparenza e rendere il trovare un’offerta migliore facile come un paio di clic sul telefono. Per le famiglie che affrontano la crisi attuale del costo della vita, confronti semplificati e il passaggio fluido tra fornitori rappresentano opportunità fondamentali per risparmi concreti. Anche le piccole imprese ne traggono enormi vantaggi.
Un prestatore su quattro utilizza già l’Open banking
In Revolut Business – la nostra divisione che offre soluzioni bancarie, di pagamento e di acquisizione per le aziende – vediamo ogni giorno come le integrazioni di Open Banking diano potere alle PMI, permettendo loro di concentrarsi sulla crescita piuttosto che sulla burocrazia.
Questo ha giocato un ruolo chiave nel far diventare l’Europa uno dei leader in questo campo, con l’adozione nel 2018 di norme per sbloccare i dati dei conti di pagamento in tutto il continente.
E infatti qualche impatto c’è stato, per esempio nel mercato del credito. I dati raccolti recentemente da Revolut mostrano che un prestatore su quattro utilizza già l’Open Banking nei propri processi di richiesta. Quasi la metà di questi riferisce riduzioni significative nei costi delle decisioni di credito, e il 43% ritiene che le proprie decisioni siano ora molto più accurate.
Il futuro dell’Open Finance: dalla teoria all’attuazione
Ma c’è un grosso problema che frena l’Europa: a distanza di sei anni, l’implementazione è ancora frammentata e con prestazioni scadenti. I dati interni di Revolut mostrano che nell’Europa meridionale l’uso dei servizi di Open Banking è significativamente più basso – Spagna 48%, Portogallo 51% e Italia addirittura solo 18% – rispetto a mercati vicini come Regno Unito (83%), Germania (65%), Francia (59%) o Irlanda (68%).
Perché succede questo? Perché in molti mercati, oltre il 50% delle volte il sistema non funziona.
Questi fallimenti operativi minano direttamente la promessa fondamentale del controllo e della scelta del consumatore. L’affidabilità incostante, spesso dovuta alle infrastrutture obsolete delle banche, soffoca l’innovazione, perché non è possibile costruire servizi stabili su fondamenta rotte. Questo divario di affidabilità crea una frattura digitale, lasciando i consumatori intrappolati proprio da quelle alte commissioni e opzioni limitate che l’Open Banking voleva risolvere.
Da una vigilanza passiva a un controllo attivo
Affinché il potenziale trasformativo dell’Open Finance si realizzi davvero, la regolamentazione deve ora spostarsi con decisione dalla mera conformità all’imposizione di performance robuste e funzionali in tutti gli Stati membri.
Governi e autorità di regolamentazione devono affrontare il problema con urgenza. Avere le regole giuste non serve a nulla se non vengono applicate. Le interfacce standardizzate devono diventare la norma, stimolando l’innovazione in tutto l’ecosistema. Altrettanto importante è investire nell’educazione pubblica, per garantire fiducia e comprensione da parte dei consumatori. Serve una transizione dalla vigilanza passiva a un controllo attivo, imponendo sanzioni severe alle istituzioni non conformi per forzare un cambiamento sistemico.
Conclusioni
Senza una campagna pubblica per spiegare i vantaggi e la sicurezza dell’Open banking, l’esitazione dei consumatori rimarrà un grosso ostacolo all’adozione. Il futuro dell’Open finance in Europa non dipende da nuove leggi, ma da un’applicazione rigorosa e da un forte supporto al quadro già esistente.
Il tempo stringe, e l’opportunità è troppo importante per accontentarsi della sola conformità passiva. L’Open banking è un’occasione unica per promuovere inclusione, concorrenza e resilienza.







