La trasformazione digitale sta cambiando profondamente l’economia e la società italiana, come testimoniato dall’impressionante aumento dei pagamenti digitali nel Paese. Il 2023 segna un punto di svolta, con un totale di 6,2 miliardi di transazioni effettuate nei primi sei mesi dell’anno. Questa cifra non solo sottolinea l’adozione sempre più diffusa della tecnologia in Italia, ma rappresenta anche una testimonianza dell’affidabilità e della sicurezza dei sistemi di pagamento digitali. Alessandra Perrazzelli, vice direttrice generale della Banca d’Italia, intervenendo al Salone dei Pagamenti – in corso di svolgimento a Milano – ha commentato questa tendenza in ascesa, sottolineando come la trasformazione digitale stia diventando sempre più un elemento chiave per il futuro del sistema economico italiano.
La continua crescita dei pagamenti digitali in Italia
Nell’era della trasformazione digitale, la finanza non fa eccezione. L’Italia, paese tradizionalmente affezionato al contante, sta vivendo una rivoluzione silenziosa ma inesorabile: quella dei pagamenti digitali. Secondo i dati ufficiali dell‘ABI (Associazione Bancaria Italiana), nel 2023 le transazioni digitali hanno registrato un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. Un progresso che testimonia il crescente appeal di soluzioni come carte di credito, debito, prepagate e app di mobile payment presso i consumatori italiani. Questa tendenza si riflette anche nel mondo del business, dove l’adozione di strumenti digitali per gestire incassi e pagamenti diventa sempre più la norma.
I dati del primo semestre 2023: 6,2 miliardi di transazioni digitali
Le statistiche parlano chiaro: nel solo primo semestre del 2023 in Italia sono state effettuate ben 6,2 miliardi di transazioni digitali. Un dato impressionante che segna un aumento esponenziale rispetto agli anni precedenti e che testimonia l’affermazione definitiva del digitale nel settore dei pagamenti. Si tratta di un trend che riguarda sia le microtransazioni quotidiane – come il caffè al bar o la spesa al supermercato – sia operazioni economicamente più rilevanti come gli acquisti online o le fatture B2B. In questo scenario emergono con forza nuovi attori, come le fintech, che grazie a soluzioni innovative e user-friendly stanno conquistando quote di mercato sempre più significative.
Salone dei Pagamenti: Alessandra Perrazzelli, vice direttrice generale della Banca d’Italia
Alessandra Perrazzelli, vice direttrice generale della Banca d’Italia, nel suo intervento al Salone dei Pagamenti ha sottolineato l’importanza di questo trend per l’economia del paese. “I pagamenti digitali – ha dichiarato – non sono solo una questione di comodità o di modernità. Rappresentano un fattore chiave per l’inclusione finanziaria e per la trasparenza delle transazioni economiche”. Perrazzelli ha inoltre evidenziato come la digitalizzazione dei pagamenti possa contribuire a combattere l’evasione fiscale e a favorire lo sviluppo di un ecosistema finanziario più equo e sostenibile.
L’Euro digitale: un salto epocale per l’innovazione finanziaria in Europa
L’euro digitale rappresenta il nuovo grande passo verso l’innovazione finanziaria in Europa. Un progetto che, seppur ancora in fase di sviluppo, ha già delineato le sue principali tappe legislative e le decisioni future chiave per la sua implementazione. Un ruolo cruciale sarà svolto dagli intermediari, attori indispensabili nella distribuzione dell’euro digitale, che saranno chiamati a operare in un contesto normativo innovativo e sfidante. L’introduzione dell’euro digitale non è soltanto un passo avanti verso la digitalizzazione dell’economia, ma punta anche a obiettivi più ampi: favorire l’inclusione finanziaria e promuovere l’innovazione su larga scala. Siamo all’alba di un cambiamento epocale che potrebbe ridefinire i contorni del sistema finanziario europeo e globale.
“Dallo scorso 1° novembre è iniziata la fase preparatoria volta a creare le condizioni per una possibile emissione e introduzione di un euro digitale, a seguito della quale si deciderà se passare o meno alla fase realizzativa. La cooperazione tra il settore pubblico e quello privato sarà uno dei fattori chiave per il successo dell’euro digitale, che richiede un impegno corale a beneficio di tutti gli stakeholders” ha spiegato la vice direttrice generale della Banca d’Italia. “L’euro digitale, ove emesso, sarebbe disponibile per gli utenti finali attraverso intermediari vigilati, che sarebbero responsabili di tutti i rapporti con i clienti e dei servizi di distribuzione e avrebbero, in tal modo, anche la possibilità di profilare servizi a valore aggiunto”.
L’euro digitale: iter legislativo e decisioni future
Nell’ambito dell’evoluzione della moneta, l’euro digitale rappresenta una svolta epocale, le cui implicazioni legislative e decisionali sono tuttora in fase di definizione. La Banca Centrale Europea ha avviato un processo di consultazione pubblica, mirato a sondare il terreno per la potenziale implementazione di questa nuova forma di valuta. L’iter legislativo sarà scandito da diverse fasi chiave: l’analisi delle risposte alla consultazione, l’esame del quadro giuridico esistente e le eventuali modifiche necessarie per permettere l’emissione di un euro digitale. Il tutto avverrà sotto la supervisione del Parlamento Europeo e degli altri organi legislativi competenti. Le decisioni future riguarderanno aspetti cruciali come il controllo della moneta, la privacy delle transazioni e la prevenzione dei rischi finanziari.
“L’euro digitale promuoverebbe la resilienza, la concorrenza e l’innovazione nel settore europeo dei pagamenti. Il Consiglio direttivo della BCE prenderà in considerazione la decisione per l’emissione di un euro digitale solo dopo il completamento dell’iter legislativo dell’Unione europea“, ha aggiunto Alessandra Perazzelli.
Il ruolo degli intermediari nella distribuzione dell’euro digitale
Nel panorama della digitalizzazione monetaria, il ruolo degli intermediari finanziari risulta fondamentale. Banche commerciali, istituzioni finanziarie non bancarie e fintech potrebbero essere chiamate a gestire i conti di euro digitale dei cittadini, garantendo così la fluidità del sistema. Questo nuovo strumento potrebbe ampliare notevolmente i servizi offerti dagli intermediari stessi, favorendo lo sviluppo di nuovi business model. Tuttavia, la partecipazione attiva degli intermediari nella distribuzione dell’euro digitale solleva questioni di sicurezza e affidabilità. Sarà pertanto necessario un quadro normativo appropriato, che garantisca la tutela dei consumatori senza soffocare l’innovazione.
Gli obiettivi dell’introduzione dell’euro digitale: inclusione finanziaria e innovazione
L’introduzione dell’euro digitale si inserisce in un contesto di rapida trasformazione del sistema finanziario, con due obiettivi principali: l’inclusione finanziaria e l’innovazione. Da un lato, la digitalizzazione della moneta potrebbe favorire l’accesso ai servizi finanziari da parte di fasce della popolazione attualmente escluse o poco servite dal sistema bancario tradizionale. Dall’altro, offrirebbe un terreno fertile per lo sviluppo di nuove tecnologie e applicazioni nel settore fintech. L’euro digitale rappresenterebbe quindi uno strumento per rispondere alle sfide poste dalla crescente digitalizzazione dell’economia, garantendo al contempo stabilità e sicurezza. La sua introduzione costituisce una tappa importante verso una maggiore integrazione economica e finanziaria europea.
Salone dei Pagamenti: Euro digitale – Antonio Patuelli, presidente dell’ABI
“L’avvicinamento all’euro digitale è un momento storico rivoluzionario per l’Europa e per l’Italia, un’evoluzione che sarà fondamentale per garantire la sicurezza nei pagamenti, ma anche un’arma contro il riciclaggio e il terrorismo”. Sono parole di Antonio Patuelli, presidente Abi, pronunciate durante l’inaugurazione del Salone dei Pagamenti a Milano. “Guardiamo all’evoluzione di tutti i sistemi di pagamento e seguiamo con grande intensità al progetto dell’euro digitale. L’euro digitale è una rivoluzione storica di grandissimo rilievo. Perché dico di respiro storico? Perché per millenni l’unico pagamento al di fuori del baratto è stata la monetazione metallica. Poi nell’Ottocento è stata introdotta la banconota. Poi con la fine del Novecento si sono cominciate a sviluppare altre forme di pagamento e gli anni 2000 che stiamo vivendo sono la terza fase della storia” ha dichiarato Antonio Patuelli.
“Dopo tante sperimentazioni, anche di dubbia legalità, gli Stati o le federazioni di Stati stanno preparando forme digitali comuni. L’euro digitale è un’arma in più per combattere il riciclaggio e il terrorismo, che oggi passa per le pseudo criptovalute, che non sono controllate, che non sono emesse da soggetti istituzionali e senza vigilanza”, ha continuato il presidente Abi.
“Questi borsellini si troveranno appoggiati ai conto correnti, quindi le banche non sono e non saranno estranee, ma saranno direttamente coinvolte nell’apertura di questi borsellini tecnologici. Sarà un’ulteriore attività di lavoro che passerà attraverso loro, grazie alla capillarità sia sul territorio sia sul web” ha concluso Patuelli.