Pagamenti digitali record nella trasformazione digitale del Comune di Milano

A colloquio con Roberta Cocco, assessore alla Trasformazione Digital del Comune di Milano. Dai risultati di PagoPA alla sperimentazione della Blockchain. Il percorso è avviato, ma il tema è anche culturale

Pubblicato il 30 Ott 2018

La skyline di Milano

Roberta Cocco - comune di Milano

È stato uno dei primi Comuni ad aderire a PagoPA, e noi ne parlammo diffusamente in questo articolo. Oggi è di fatto il secondo Ente a livello nazionale per numero di transazioni digitali, preceduto dall’Agenzia delle Entrate e seguito dall’INAIL.
Per Roberta Cocco, assessore alla Trasformazione Digitale e Servizi Civici, i risultati ottenuti in questi mesi dal Comune di Milano sono la dimostrazione che la strada intrapresa è quella giusta.

“Lo sviluppo dei pagamenti digitali è uno dei temi strategici per il Comune di Milano. I pagamenti digitali rappresentano un fattore chiave per la digitalizzazione dell’amministrazione, con vantaggi evidenti per tutti gli attori coinvolti”.
Significano infatti snellimento dei processi, consentendo un risparmio di tempo non solo ai cittadini, ma anche nella gestione dei processi interni, grazie alla riconciliazione automatica.

C’è poi un aspetto di trasparenza e tracciabilità: “Noi monitoriamo costantemente i pagamenti, abbiamo un tracking continuo di quello che succede. Questo significa trasparenza e, di nuovo, snellimento delle procedure: non abbiamo bisogno di fare controlli o doppie verifiche, dal momento che tutte le informazioni sono tracciate e disponibili per chi ne ha bisogno”.

La Tari banco di prova dei pagamenti digitali del Comune

“Sulla Tari abbiamo registrato una crescita dei pagamenti dell’anticipo, con circa il 30 per cento di incassi in più rispetto allo scorso anno. Lo scorso mese di marzo abbiamo chiesto ai cittadini chi volesse ricevere il bollettino via e-mail: oltre 30.000 cittadini non solo hanno accettato, ma hanno anche effettivamente pagato in digitale. Questo ha rappresentato una riduzione delle spese postali, uno snellimento delle attività di backoffice, una importante riduzione nel numero di ore impiegate in attività di riconciliazione”.
Per i cittadini significa totale libertà di decidere quando pagare: “Non ci stupisce il fatto che molti pagamenti sono stati effettuati o nelle ore serali oppure nel corso del fine settimana”.

I numeri di PagoPA a Milano

Il monitoraggio di cui parla l’assessore è quotidiano, tanto che, nel corso dell’intervista, Cocco ci ha citato il numero di transazioni registrate esattamente fino al momento della nostra chiacchierata: 1.162.928 dal 17 giugno 2017 per un incasso di poco meno di 394 milioni di euro e poco più di 550.000 transazioni nel solo 2018, per un incasso di 183,6 milioni di euro.
“È una transizione ed è una transizione pervasiva: tutte le operazioni diventano digitali e questo richiede un cambio culturale nei cittadini, ma anche a chi lavora agli sportelli. Quanto più la trasformazione digitale diventa pervasiva e aperta, tanto più le operazioni di routine diverranno naturalmente digitali”, sottolinea Cocco, citando ad esempio l’accesso alla metropolitana con carta di credito o il download dei certificati.
“Il pagamento è un pezzo di un percorso più ampio di trasformazione”, cita ancora l’assessore “e i numeri ci dicono che quando i servizi ci sono e sono facili da usare, i cittadini li usano”.

Dalla cashless PA al ruolo delle Fintech e della Blockchain

Per questo, l’obiettivo dell’assessorato alla Trasformazione Digitale è proseguire nel percorso verso una cashless PA, estendendola ad altri ambiti.
Roberta Cocco pensa ad esempio al pagamento delle contravvenzioni, per il quale non esiste ancora questo livello di semplificazione.
“Penso a un modello mobile first – one click, in una logica di massima semplicità” ribadisce Cocco che alla domanda sul perché ancora non sia possibile utilizzare i circuiti di pagamento innovativi, risponde: “Stiamo osservando con grande attenzione il fenomeno delle fintech e collaboriamo con tutti coloro che stanno facendo innovazione su questi temi. In questa fase, però, il nostro primo obiettivo è far accelerare una macchina che era ferma”.
“Quando ho assunto l’incarico – ricorda Cocco – gli sportelli dell’anagrafe non avevano neppure il Bancomat e mi vergogno quasi a dire che la prima innovazione è stata proprio quella del POS”.

Nondimeno, l’assessore ribadisce il proprio forte interesse su tutto il tema delle Fintech, ma non solo.
“Stiamo guardando con interesse anche alla Blockchain per permettere transazioni sicure e indelebili su alcuni processi che interessano i cittadini e le imprese. Il focus, per noi, è quello della sicurezza delle transazioni. Stiamo facendo qualche sperimentazione piccola e mirata, ma ritengono che i tempi non siano ancora maturi per fare azioni completamente nuove. Per noi in questa fase l’obiettivo primario è consolidare un sistema di pagamenti digitali forte”.

A che punto è la digital transformation di Milano

Cocco è a metà del proprio mandato, per questo le chiediamo a che punto si sente in quel percorso di trasformazione che rappresenta la mission del suo assessorato.
“Io mi sento all’inizio: abbiamo disegnato un grande piano e mi sento molto confortata dal fatto che lo stiamo seguendo anche con tempi ragionevolmente corretti e che i risultati stanno arrivando”.
È un lavoro di squadra, che include sia gli assessori del suo stesso Comune sia il Governo. “Nel Comune di Milano noi siamo un assessorato di servizio, per questo è indispensabile la collaborazione e le azioni di concerto con tutti gli altri assessorati. Con il Governo, con il Team Piacentini e con l’Agid abbiamo aperto un fronte di strettissima collaborazione che ha visto Milano come area di sperimentazione di grandi progetti nazionali, di cui il Comune ha poi beneficiato”.
Cocco parla di SPID, di Pago PA, ma anche dell’ingresso in ANPR (Anagrafe Nazionale Popolazione Residente) che ha comportato, lo scorso mese di luglio, la migrazione di 1,4 milioni schede anagrafe dei singoli cittadini nella banca dati italiana.

“Quando sono partita, ho avuto subito tra i miei obiettivi quello dell’interoperabilità, perché solo con un grande lavoro di condivisione e di integrazione di dati e di integrazione di dati avremmo avuto la base sulla quale fare sperimentazione”.
Il primo frutto di questo lavoro di integrazione di dati è il Fascicolo del Cittadino che consente al singolo di vedere tutti i propri dati, documenti e certificati accendendo alle proprie informazioni personali via SPID o via autenticazione forte.
“Abbiamo 300.000 utenti unici del fascicolo: un buon numero se contiamo che il comune conta 500.000 famiglie. Per me questo significa che le persone hanno colto la sfida del digitale: abbiamo preparato un terreno sui cui innesteremo tutti i progetti in corso”.
Già in fase di avvio è la digitalizzazione dell’urbanistica, con le prime cinque procedure digitali disponibili in questi giorni, mentre “con la Camera di Commercio si sta lavorando per il lancio del cassetto dell’imprenditore: abbiamo aggiunto alle informazioni disponibili in Camera di Commercio alcune delle nostre, così da offrire un punto unico di accesso a una serie di documenti che altrimenti richiederebbero ulteriori passaggi presso altri uffici comunali”.

Il gap di competenze digitali, nei cittadini e nei dipendenti dell’amministrazione

La nota dolente, in tutto questo scenario, per Roberta Cocco è comunque rappresentata dall’educazione digitale dei cittadini: “Vedo ancora troppe persone in fila agli sportelli: dovremmo trovare il modo di innescare strumenti di supporto per tutti quei cittadini che non sono in grado di beneficiare del digitale: il Comune non può lasciare indietro nessuno”.
Nel percorso ideale di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è probabilmente il passaggio più complesso, “L’ambito tecnologico, in fondo, è forse lo scoglio più semplice da superare. Molto più complesso è intervenire sulla gestione amministrativa e ancora di più lo è il cambio culturale che tocca in primis i dipendenti stessi dell’amministrazione e poi i cittadini”.

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