Le PA al lavoro per accettare i pagamenti elettronici

Pubblicato il 16 Apr 2014

Alessandro Longo

Maria Pia Giovannini, Agenzia per l’Italia Digitale

Sono 17 le amministrazioni, tra centrali e locali, che hanno già aderito al sistema per accettare i pagamenti elettronici dei cittadini, come previsto dall’Agenda Digitale. E’ quanto riferisce al nostro sito Maria Pia Giovannini, responsabile questi aspetti presso l’Agenzia per l’Italia Digitale, in un’intervista che rivela lo stato di avanzamento dei lavori e le future mosse. Obiettivo è completare la transizione nel prossimo anno, ma serviranno iniziative particolari per portare a bordo le PA meno reattive.

Che sta facendo adesso l’Agenzia su questo fronte?

Avendo pubblicato in Gazzetta Ufficiale le Linee Guida, siamo fortemente dediti a gestire le adesioni all’infrastruttura (Nodo pagamenti Spc) che gestisce i pagamenti elettronici dai cittadini verso le Pa.

Stiamo quindi supportando a livello tecnico le amministrazioni e i prestatori di servizio che, avendo già formalmente aderito al Nodo, sono chiamati a testarne e collaudarne l’effettiva funzionalità.

Contemporaneamente, stiamo facendo campagne di comunicazione per spingere le PA e i prestatori di servizi di pagamento a aderire al nuovo sistema. Forniamo loro chiarimenti sulle funzionalità e comunichiamo ogni progresso dell’infrastruttura.

L’Agenzia, con l’ausilio del CISIS, dell’UPI e dell’ANCI, continua nel portare avanti le attività con le Regioni, le quali si propongono come soggetti aggregatori delle amministrazioni locali del territorio. Questa idea serve per raggiungere ulteriori economie di scala e accelerare i processi di adesione. L’Agenzia, proprio per gestire al meglio le adesioni in aumento, sta predisponendo un sistema per monitorarle, attraverso un cruscotto. Così è possibile avere un controllo continuo dei piani di attivazione delle singole PA.

Da parte loro, come si stanno muovendo le PA centrali?

Il Ministero di Giustizia, avendo aderito al sistema per prima, ha già portato a termine il roll-out del sistema. Ha abilitato tutti i tribunali italiani a ricevere pagamenti elettronici connessi al processo civile telematico, che dal mese di giugno 2014 subirà un forte incremento per via della sua obbligatorietà.

Pertanto, i pagamenti elettronici attraverso il Nodo in favore del Ministero della Giustizia subiranno un importante incremento in linea anche con il trend di crescita del 10% mensile già riscontrato nei mesi scorsi. Il MIUR, il MISE e l’AIFA stanno integrando le loro applicazioni di front-end con il pacchetto software denominato “porta applicativa dei pagamenti”, già realizzato dall’Agenzia per l’Italia Digitale e messo gratuitamente a disposizione delle PA per velocizzare la loro adesione al sistema.

L’AgiD ha aperto un tavolo di lavoro con l’Agenzia delle Entrate per consentire agli utenti di pagare in via elettronica i servizi catastali e l’acquisto del bollo digitale.

E le PA locali?

La Regione Veneto ha completato le infrastrutture per erogare i servizi e fare i relativi pagamenti, in modo da poterle mettere a disposizione degli enti territoriali del bacino di riferimento. In merito, alcuni importanti Comuni (tra cui Padova, Treviso, Feltre, Verona, Venezia, Belluno e Vicenza), unitamente alla stessa regione Veneto, quale ente beneficiario, saranno gradualmente abilitati a ricevere pagamenti elettronici a partire dal prossimo mese. Altre Regioni, quali l’Emilia Romagna, la Toscana e in seguito le Marche, avendo già manifestato la volontà prendere in riuso quanto realizzato dalla regione emiliana, hanno concluso la fase dei test applicativi. Stanno per iniziare il collaudo per colloquiare con i prestatori dei servizi di pagamento abilitati ad operare sul Nodo.

Sono invece ancora in fase di studio delle modalità e delle tempistiche per l’adesione, il Piemonte, la Lombardia, la Sardegna, il Friuli Venezia Giulia, l’Umbria e la Provincia Autonoma di Trento, mentre restano più indietro le altre regioni.

Infine, alcuni Comuni, quali il Comune di Ciriè in Piemonte, i Comuni di Lissone e Vedano al Lambro in Lombardia e il Comune di Qualiano in Campania, hanno già scelto di aderire direttamente al nuovo sistema, senza attendere l’adesione da parte delle rispettive Regioni di appartenenza. Ricordiamo che sia alle pubbliche amministrazioni sia ai prestatori di servizi di pagamento è stata lasciata libera scelta se aderire direttamente o tramite un soggetto già aderente. A questo possono affidare il ruolo di intermediario tecnologico e ogni ulteriore funzione che lo stesso voglia svolgere per abilitare a operare sul nuovo sistema.

Quali prestatori di servizi di pagamento sono già pronti?

Sono da tempo già a disposizione degli utenti le Poste Italiane e la Unicredit Credit Management Bank, mentre hanno già avviato i test preliminari alla messa in esercizio l’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, la Banca ITB e le banche del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Hanno sottoscritto la formale adesione, pur non avendo ancora avviato i test di connessione, l’ICCREA Banca e gli istituti di pagamento IMEL-eu, Paytipper e CityPoste Payment.

Inoltre, l’Associazione Italiana degli Istituti di Pagamento ha già siglato con l’Agenzia per l’Italia Digitale un accordo che gli consente di proporsi come intermediario tecnologico per tutti i suoi istituti associati al fine di assicurare una più veloce e massima adesione al nuovo sistema dei pagamenti elettronici della PA.

Anche il Consorzio CBI, quale operatore di mercato per le banche italiane a lui consorziate, ha sottoscritto un accordo per erogare servizi di intermediazione al settore bancario di riferimento e sta portando avanti l’iniziativa, in coerenza con il suo nuovo servizio C-BILL.

La roadmap?

I prossimi passi che coinvolgono l’Agenzia, oltre alla gestione delle attività già indicate per le adesioni, sono la costituzione di un Comitato di governance del nuovo sistema, come già previsto nelle Linee guida, nonché la ricerca e lo studio di ogni eventuale modalità di implementazione del sistema stesso.

Quali nodi bisogna sciogliere adesso?

E’ importante trovare modi per incentivare l’adesione al sistema da parte di tutte le PA, comprese quelle meno reattive. È altrettanto importante che la PA già aderenti riescano, anche attraverso sconti sui servizi erogati, a incentivare e promuovere l’uso dei pagamenti elettronici da parte degli utenti. L’obiettivo è ridurre l’uso del contante a esclusivo vantaggio della moneta elettronica.

Dopo aver ultimato la transazione delle PA ai pagamenti elettronici, possibilmente entro l’anno 2015, sarà possibile ideare ulteriori politiche e provvedimenti per ridurre l’uso del denaro contante.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2