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Open banking: +30% gli italiani con il conto connesso



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Secondo il Market Outlook del CRIF, si diffondono le soluzioni che sfruttano questo sistema di condivisione di dati finanziari. Ecco il fenomeno in cifre

Pubblicato il 8 nov 2023



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Secondo il Market Outlook del CRIF, l’Open banking compie progressi fra i consumatori digitali. Sono in forte aumento gli italiani con il conto connesso. Ecco i risultati dello studio.

Market Outlook del CRIF: il conto connesso guadagna terreno

L’Open banking ha archiviato il primo semestre dell’anno registrando una crescita del 6,2% dell’uso delle sue soluzioni.

Il numero deli italiani con almeno un conto connesso è aumentato del 30%. Si diffondono infatti le soluzioni che sfruttano questo sistema di condivisione di dati finanziari. E la crescita accelererà, man mano che l’evoluzione di offerte di prodotti dimostrerà una maggiore utilità per i consumatori digitali.

Banca d’Italia prevede che gli utenti attivi nel sistema di Open banking, che si attestavano a circa un milione nel 2022, possano raggiungere quota 10 milioni di persone entro il 2025.

L’identikit degli utenti italiani nel Market Outlook del CRIF

Lo studio del CRIF tratteggia il profilo degli utenti italiani di Open banking, mettendo a fuoco le caratteristiche, le esigenze, le abitudini creditizie e le attitudini di pagamento.

Le generazioni più giovani stanno trainando la diffusione dell’Open banking, sia in termini di consenso che di successo (ovvero il numero di volte in cui il processo scarica e analizza i dati di conto). Infatti, i New to Credit, generalmente più giovani, registrano un tasso di consenso maggiore del 20% rispetto agli Active to Credit. Inoltre, i più giovani mettono a segno un maggiore incremento anno su anno.

Dal Market Outlook del CRIF emerge, tuttavia, un rilevante spostamento della distribuzione anagrafica degli utenti verso le fasce d’età più anziane, con un 6% di popolazione che migra dalla Generazione Z alle generazioni successive (Xennials, Generazione X e Baby Boomers). Ciò dimostra l’evoluzione culturale di Boomers e Generazione X nell’approccio sempre più fiducioso ai processi e servizi finanziari digitali.

“Se la risposta dei consumatori non ha soddisfatto alcune delle previsioni ottimistiche fatte quando la PSD2 è entrata in vigore, l’adozione dell’Open banking appare in linea con i tassi di adozione storici del mobile banking e dei mobile payments in un punto simile dal lancio. Un tema cruciale per aumentare i tassi di adozione da parte di consumatori è legato al vantaggio significativo e concreto che gli utenti percepiscono.
Lo sviluppo di nuovi casi d’uso, come per esempio i pagamenti delle bollette tramite Open banking, rappresenterà il vero fattore di innovazione e accelerazione per la sua adozione, data la semplicità di utilizzo dell’Open banking rispetto alle alternative tradizionali, come per esempio i pagamenti con carta”, ha commentato Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.

La distribuzione delle transazioni di Open banking

La frequenza delle transazioni per cibo e spese giornaliere è maggiore nel primo semestre del 2023, anche se nel complessivamente è in lieve calo il loro impatto sul totale a favore di Shopping, Hobby e tempo libero e Tasse e bollette.

Ci sono inoltre sostanziali differenze tra i clienti titolari di mutuo a tasso fisso e mutuo a tasso variabile. Infatti, i secondo – che hanno subito la maggiore incidenza dell’aumento dei tassi di interesse – hanno registrato una disponibilità media quasi azzerata, a differenza dei titolari di mutuo a tasso fisso.

Il profilo di rischio dei consumatori digitali nel Market Outlook del CRIF

Nel primo semestre, gli utenti che concedono il consenso all’accesso a un conto significativo hanno un profilo di rischio pari a meno della metà degli utenti con un conto non significativo.

Anche nel comportamento dei clienti, emergono inoltre alcune correlazioni. I clienti che connettono i propri conti su cui si registrano spese in uscita per utenze o affitti hanno un profilo di rischio inferiore alla media del 30% rispetto a chi connette un conto su cui non risultano addebiti per utenze.
La clientela senza alcun prodotto di credito attivo risultano ha una rischiosità di oltre il 40% maggiore dei correntisti con almeno un prodotto di credito attivo.
I clienti con un mutuo attivo sono meno rischiosi della media, e presentano un profilo di rischio quasi 2 volte inferiore rispetto a chi è privo di mutui attivi.
Gli utenti senza un prodotto di credito hanno infine un profilo di rischio superiore di oltre il 40% rispetto ai correntisti con almeno un prodotto di credito attivo.

Analisi sostenibilità delle rate

L’Open banking è una grande opportunità nella fase di analisi e definizione della sostenibilità della rata. Grazie all’uso dell’Open banking, che abilita l’accesso al conto corrente connesso intestato al cliente, il player finanziario può calcolare il dato reddituale direttamente dagli accrediti in conto corrente.

Evita così la richiesta di documentazione al cliente (la busta paga o il modello
unico). Riesce anche a rendere più efficiente il processo, riducendo il time to yes e migliora la user experience.

Per una corretta valutazione della sostenibilità bisogna effettuare un’analisi e un catalogo puntuale delle uscite per determinare qual è la reale capacità di
spesa della controparte.

L’Open banking costituisce dunque un fattore abilitante. Tuttavia dai dati risulta come per una corretta analisi della sostenibilità servono algoritmi di categorizzazione delle transazioni sofisticati e granulari.

Market Outlook del CRIF: il ruolo del panorama normativo

Per l’Open banking, l’evoluzione dello scenario normativo imprime la svolta, grazie a misure che promuovono l’accesso a dati finanziari e adeguano il quadro regolamentare per erogare servizi di pagamento.

Il Payments Package della Commissione Europea include una proposta di:

  • direttiva PSD3 che aggiorna in parte l’attuale PSD2;
  • regolamento (PSR) che disciplina i servizi di pagamento, in senso vasto, con una sezione mirata all’Open banking;
  • regolamento (FIDA) per stabilire un framework per accesso a dati finanziari (non solo bancari/transazionali), l’Open finance, con ruoli, regole e schemi per il data sharing.

“Questo nuovo pacchetto normativo avrà un notevole impatto sull’Open banking, poiché favorisce e promuove l’innovazione che protegge la privacy dei consumatori, creando un ambiente più aperto e sicuro per lo sviluppo di nuovi servizi finanziari digitali”, ha concluso Simone Capecchi.

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