Person-to-person: un traghetto per il futuro (della banca)

Pubblicato il 15 Dic 2014

Piero Todorovich

Marco Loro, Associate partner di Pay Reply

Trasferimenti di denaro sempre più immediati e facili a misura delle esigenze di tutti i giorni. Questa è la migliore promessa dei pagamenti person-to-person (P2P) che, unita a quella di riuscire a gestire in modo conveniente anche operazioni di piccolo importo, promette di dare un’ulteriore spallata all’uso del contante per transazioni come il rimborso del taxi al collega, la divisione del costo della spesa tra familiari e così via. I pagamenti P2P promettono inoltre di ridare centralità alla banca, laddove negli ultimi tempi è stato lasciato spazio a soggetti diversi, tra cui i grandi fornitori internazionali di e-commerce e servizi digitali in rete. Un tema che approfondiamo con Marco Loro, associate partner di Pay Reply.

Al di là delle definizioni generali, che cosa è per lei il P2P?

E’ un sistema per trasferire fondi tra privati in modo non più difficile della consultazione della rubrica telefonica del cellulare. Non servono codici e Iban in quanto è il servizio ad occuparsi di associare i numeri di telefono con dati di conto corrente, carte o qualsiasi altro sottostante per mandare a buon fine l’operazione. Rispetto ad altre modalità elettroniche, il P2P opera in real time, ossia non c’è alcuna attesa tra invio e ricezione del denaro. I fondi sono scambiati in modo immediato attraverso un’interfaccia “alla WhatsApp” che è ben diversa dal classico banking online, che richiede di fornire credenziali d’accesso, nome e coordinate bancarie del beneficiario e così via. Insomma un sistema adatto per rimborsare il taxi o la cena con gli amici, per trasferire la paghetta al figlio studente e per tante altre operazioni per le quali ancora oggi si usa il contante.

Che significato ha per banche e altri operatori?

Il P2P dà alle banche una delle migliori opportunità degli ultimi anni per valorizzare l’asset dei propri correntisti, stringendo con essi migliori relazioni nell’ambito dei pagamenti laddove oggi si vanno a insinuare servizi di altri operatori, telco, OTT anche con modelli di servizio del tutto differenti, come nel caso di Apple Pay. Il P2P avvicina la banca al cliente favorendo l’innovazione dei servizi già erogati tramite smartphone e mobile app. Per riuscire nell’intento, le banche hanno bisogno di una strategia multicanale che preveda, tra le altre cose, l’integrazione del P2P nell’home banking e nei servizi di pagamenti erogati attraverso digital wallet. Per una banca di grandi dimensioni, questo significa aggiornare le soluzioni già in campo per andare incontro alle nuove necessità della clientela; per una più piccola, collaborare con soggetti terzi in ottica di interoperabilità ed avvalersi dei servizi P2P per allacciare relazioni con nuovi clienti. Il P2P ha certamente un futuro non solo nelle transazioni tra privati, ma anche nel supporto di pagamenti che riguardano trasporti pubblici, vending machine, in generale laddove ci sono micro pagamenti.

Cosa c’è dietro un servizio P2P?

Un pagamento effettuato con semplicità dallo smartphone e in tempo reale nasconde grande complessità. Per poter funzionare ha bisogno, da un lato, di una buona interfaccia mobile, sicurezza, integrazione con le architetture proprietarie della banca, con i protocolli per transazioni SEPA e così via. Dall’altro, funzioni che permettano di gestire i pagamenti anche verso persone che non appartengono al circuito della banca o addirittura a nessun circuito. Serve un sistema capace di operare con qualsiasi sottostante, compresa la più anonima delle prepagate. A fronte della mancanza di attori dominanti nel P2P e di standard universalmente riconosciuti, le banche hanno bisogno di sistemi flessibili, capaci di garantire massima interoperabilità. Per questo in Pay Reply abbiamo progettato logiche che permettono di interoperare con altri sistemi e rinunciando in partenza all’idea di creare una piattaforma totalizzante. La capacità di operare con altri sistemi dà al P2P la necessaria circolarità e non costringe la banca a scelte di campo che possano rivelarsi pericolose se, per esempio, il circuito scelto non dovesse avere il successo sperato.

La semplicità del P2P non comporta rischi di sicurezza?

Sul fronte della sicurezza il P2P beneficia delle tecnologie di tutela e crittografia già ampiamente sperimentate nell’ambito dei pagamenti mobili con carte. Dispone anche di alcune logiche di sicurezza già sperimentate con successo nel mondo delle carte prepagate. Per esempio, permette agli utenti di fissare limiti per importi in ingresso e uscita, differenziandoli per ogni account e quindi permettendo di gestire in modo ottimale le disponibilità del proprio portafoglio. Ovviamente ci sono anche funzioni avanzate di notifica transazioni che, assieme al funzionamento del sistema in tempo reale, rendono molto alto il livello di sicurezza anche se il tutto funziona con un semplice PIN.

Su cosa state lavorando per sviluppare la modalità di pagamento?

In Pay Reply stiamo investigando i molteplici scenari applicativi del P2P. Per esempio stiamo studiando sistemi che rendano possibile il trasferimento fondi “in locale” quando una o tutte e due le parti in gioco risultino prive della connettività di rete. Questo è possibile utilizzando tecnologie alternative come ultrasuoni e altri sistemi wireless in grado di far comunicare tra loro i dispositivi di chi effettua e chi riceve il pagamento. Lo scopo del nostro impegno è aiutare i nostri clienti a gestire i pagamenti con modalità flessibili e quindi prepararli ad accogliere eventuali ulteriori innovazioni sul fronte dei pagamenti de-materializzati.

Qual è l’evoluzione futura del P2P?

Oggi i sistemi di pagamento mobili e P2P funzionano con un sottostante costituito essenzialmente da carte di credito o altri sistemi di monetica tradizionali. La prospettiva è quella di costruire attorno al P2P un circuito alternativo dotato di una struttura di costi molto più leggera e quindi compatibile con la gestione anche di micro-pagamenti. Le sperimentazioni avviate in varie città per dematerializzare pagamenti e biglietti del trasporto pubblico sono oggi limitate perché il sottostante, di solito costituito da carte di credito, ha una struttura di costi non compatibile con le piccole transazioni delle singole corse. Noi pensiamo che un circuito P2P, appoggiato su conti correnti o conti di pagamento, possa ridurre i costi e quindi dare il via a nuove opportunità d’impiego dei pagamenti mobili. Il P2P insomma è un’occasione per prepararsi alle tipologie di pagamenti che si affermeranno nei prossimi anni. Abbiamo già adattato la nostra soluzione di mobile POS per accettare pagamenti di ogni tipo, quindi anche P2P. La prospettiva che vediamo è quella di un’integrazione sempre più spinta tra i sistemi basati su conti correnti e carte di pagamento che permetta ai consumatori di poter sempre scegliere liberamente la modalità di pagamento preferita e più conveniente.

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