Apple Pay sta per arrivare in Italia: si aprono nuove sfide per i pagamenti mobile

Pubblicato il 09 Mar 2017

A due anni e mezzo dal debutto negli Stati Uniti, Apple Pay sta per arrivare in Italia.
La conferma arriva indirettamente dalla stessa Apple che ha modificato la pagina italiana di presentazione e descrizione del servizio per i pagamenti digitali aggiungendo la dicitura “in arrivo”, che dunque lascia supporre un prossimo lancio del suo sistema di pagamento mobile anche nel nostro Paese.

Il sistema funzionerà “agganciato” alle carte emesse dal circuito Visa o Mastercard oppure emesse da Boon, Carrefour Banca e Unicredit, anche se non si può escludere che una volta lanciato il servizio non possa aggiungere altri Istituti di Credito.

Una volta che il servizio sarà effettivamente lanciato, gli utenti dovranno semplicemente aggiungere i dati delle loro carte ai wallet di iPhone ed Apple Watch per abilitare le transazioni sui terminali che supportano i pagamenti contactless all’interno di negozi fisici.

La prospettiva dei Mobile Wallet secondo l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce

In attesa di scoprire quando Apple Pay sarà effettivamente disponibile, Valeria Portale, Direttore Osservatorio Mobile Payment & Commerce sottolinea come nel momento in cui Apple aprirà il servizio in Italia, sarà logico attendersi l’arrivo degli altri player finora assenti, da Samsung Pay ad Android Pay.
“Il settore vede operare attori diversi – spiega Portale – dai produttori di telefoni ai fornitori di sistemi operativi fino agli operatori telefonici, tutti coesi nell’adozione della tecnologia NFC”.
A questo fronte, si contrappone il mondo bancario, che non vuole perdere il presidio sui propri clienti.
Secondo Portale non si tratta di decretare oggi uno o più vincitori e uno o più soccombenti. Con molta probabilità ci saranno nuove risposte in ambito mobile wallet, nasceranno collaborazioni, così come prenderanno vita anche progetti autonomi.
Ma non ci sarà spazio per tutti e la concorrenza è agguerrita: parliamo di attività dove i margini unitari sono estremamente ridotti e dove la scala è di conseguenza un differenziale competitivo importante”.

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