FlowPay Point of View

L’Open Banking 2.0 di FlowPay: il TPP che propone l’ottimizzazione di incassi e pagamenti per le imprese

I vantaggi dei pagamenti condizionati, dei bulk payments e degli split payments. La nuova partnership con Crédit Agricole e Agos

Pubblicato il 14 Feb 2023

Open Wallet Foundation: i portafogli digitali diventano open source

Lungo la frontiera tecnologica dei pagamenti digitali, FlowPay propone un cambio di paradigma che è prima di tutto culturale, e che poggia sulla disintermediazione del pagamento per offrire un’alternativa sia ai sistemi tradizionali, sia alle app. FlowPay propone servizi integrati di Open Banking 2.0 per incasso, pagamento e analisi finanziaria. Sviluppa sistemi di pagamento innovativi e integrabili con i sistemi dei propri partner via API (Application Programming Interfaces).

La fintech fiorentina, autorizzata da Banca d’Italia come istituto di pagamento, è la prima realtà a proporre la gestione di bulk payment, split payment e locked payment nell’Open Banking. Fondata nel 2019 da Federico Masi, che ricopre la carica di CEO, Lorenzo Rossi e Tiziano Pacciani, è fra le startup innovative da seguire nel 2023.

Tra le novità messe in campo da FlowPay, spiccano il nuovo servizio con pagoPA e la recentissima partnership industriale con Crédit Agricole e Agos.

FlowPay primo third party provider aderente a pagoPA approvato da Banca d’Italia

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Daniele Corsini

Un importante risultato, sottolineato dal presidente di FlowPay, Daniele Corsini, è che l’azienda rappresenta il primo caso d’uso approvato da Banca d’Italia di un operatore di terza parte in grado di interfacciarsi con pagoPA: “Siamo i primi ad avere accesso all’infrastruttura pagoPA come soggetto di terza parte – spiega Corsini – e il nuovo servizio sarà operativo a partire dalla prima metà di quest’anno. Per noi è stato un investimento importante perché crediamo sia fondamentale mettere a disposizione delle imprese un servizio a valore aggiunto, sicuro, rapido ed economico”.

Come funziona FlowPay per pagoPA?

Sono in molti a conoscere cosa sono i pagamenti pagoPA (IUV), ma in pochi sanno davvero come funzionano. Ad esempio, è possibile pagare la retta scolastica tramite diversi canali (ufficio postale, tabaccaio, banca). Se si sceglie di utilizzare l’ufficio postale, il PSP (prestatore servizi di pagamento) è Poste Italiane che libera il cittadino dal debito, rilasciando una ricevuta, a fronte del pagamento in contanti o con carta di credito, obbligandosi a pagare l’ente (la scuola) il giorno successivo. “Una transazione Account to Account Open Banking dovrebbe permettere alla scuola di ricevere direttamente i fondi dal conto del genitore, ma purtroppo pagoPA ancora non supporta questa modalità di transazione diretta” – spiega Corsini – “quindi abbiamo creato un conto tecnico ad hoc in cui il pagamento transita per poche ore, un ‘parcheggio tecnico’ prima di affluire al conto del creditore, concludendosi con un bonifico SEPA ordinario o istantaneo. È una soluzione che consente a un TPP di aderire alla piattaforma di pagoPA). Come filosofia, infatti, FlowPay punta a valorizzare le soluzioni di sistema e in questo modo a garantire la libertà ad aziende e cittadini di pagare con qualsiasi banca italiana”

Open Banking 2.0 Flowpay
Fonte

Bulk payments e Split payments con FlowPay, i primi nell’Open Banking 2.0

I vantaggi legati all’aggregazione dei pagamenti, che vengono applicati anche alle transazioni via pagoPA, sono stati sviluppati da FlowPay, mediante soluzioni quali i bulk e gli split payments

Il Bulk payment è un pagamento massivo che va a vantaggio di più beneficiari. Solitamente questa funzione è appannaggio dei canali bancari chiamati “remote banking” che agiscono in modalità “asincrona” ovvero non on-line. Grazie alla nuova architettura FlowPay è in grado di offrire pagamenti Bulk Open Banking con bonifici istantanei completamente tracciati.

Gli Split payments, riguardano un solo debitore e tanti destinatari. Un partner FlowPay potrà quindi creare delle modalità di incasso con conseguente suddivisione dell’incasso tra diversi beneficiari.

A questi due casi d’uso si aggiungeranno anche i pagamenti condizionati, cioè la gestione dei pagamenti la cui esecuzione è subordinata ad una condizione prestabilita. Ad esempio, nel caso di una compravendita di un’auto, la condizione che muove il pagamento è la consegna del veicolo all’acquirente; quest’ultimo, infatti, esegue il pagamento nei confronti del venditore, che intanto ha verificato l’effettiva disponibilità finanziaria dell’acquirente e solo nel momento in cui l’auto viene consegnata e quindi viene soddisfatta la suddetta condizione, FlowPay provvede a spostare la somma dovuta verso il conto del vecchio proprietario. Il pagamento, in questo modo, avviene garantendo entrambe le parti.

“FlowPay opera nel contesto di questa attività di aggregazione e divisione dei pagamenti, producendo servizi collaterali e aggiuntivi – precisa il presidente Corsini –. Fra questi, ad esempio, c’è la riconciliazione, che riguarda debitore e creditore, che possono così beneficiare di meccanismi di quadratura di tutte le operazioni effettuate”.

Altri servizi aggiuntivi, invece, riguardano essenzialmente l’analisi dei dati finanziari resa possibile grazie ai servizi di accesso ai conti: “Questo servizio pone le basi per sviluppare un approccio all’informazione economico-finanziaria basato sui flussi analitici, cioè operazione per operazione, invece che sugli stock dei dati di bilancio – spiega Corsini. Cosa che permette di valorizzare la ‘miniera’ di dati contenuti nell’informazione economica elementare di un singolo pagamento. Questo aspetto è particolarmente rilevante se si considera che la nuova normativa EBA (European Banking Authority) sulla valutazione del merito creditizio dell’impresa sarà basata sul cashflow prospettico. Di conseguenza i pagamenti, che oggi sono considerati servizi ancillari rispetto al credito, agli investimenti e in generale all’attività bancaria, diventeranno sempre più centrali”.

Oltre il banking tradizionale grazie alla PSD2

FlowPay si pone come intermediario dell’informazione, non come intermediario diretto di risorse finanziarie, muovendosi in un ambito ancora poco praticato nel nostro Paese: quello degli operatori di terza parte. Le sue specializzazioni potranno essere utili anche alle banche, che non dovranno vedere la sua attività come quella di un competitor, ma di un facilitatore in grado di creare nuovi servizi in un contesto di massima affidabilità, rapidità ed economicità.

È un soggetto specializzato che si pone fra creditore e debitore, che è terza parte ma non rappresenta un intermediario in più: crea un servizio operando account to account.

“Questo cambio di paradigma è un elemento importante – spiega Corsini –, è stato introdotto con la PSD2 (Payment Service Directive 2) del 2017. Purtroppo, il sistema italiano, incentrato su un modello di banking “tradizionale” basato sulla conoscenza del cliente generata dalla vicinanza fisica, ha tardato a recepire queste innovazioni e a promuovere modelli di business nuovi. Il Paese, dunque, soffre ancora di arretratezze rispetto all’indicazione europea”. Dobbiamo operare affinché i vantaggi legati all’utilizzo dell’open banking vengano colti dalle imprese e dai privati nella loro molteplicità, conclude Corsini.

Open Banking 2.0 Flowpay
Fonte

In particolare, il processo di ottimizzazione e automatizzazione di incassi e pagamenti costruito da FlowPay parte da una scelta di fondo: “Quella di promuovere nuovi processi frutto dell’assemblaggio di infrastrutture di sistema – precisa il presidente della fintech -: dagli archivi della fatturazione elettronica alle piattaforme dei pagamenti istantanei, che si fanno in pochi secondi, sono irrevocabili e sicuri. Il nostro processo di trattamento dell’informazione e finalizzazione del pagamento viene costruito fra questi due estremi, senza diventare intermediari di denaro”.

FlowPay si pone quindi come alternativa al modello del wallet, nato per assicurare un trattamento criptato al pagamento rendendolo più veloce e sicuro: FlowPay ha puntato su una scelta opposta, quella di gestire l’autorizzazione concessa da parte di Banca d’Italia per operare come AISP (Account Information Service Provider) e PISP (Payment Innovation Service Provider), puntando sullo sviluppo di servizi di trattamento dell’informazione economica, che si origina dalla singola transazione, per promuovere servizi innovativi quali i bulk e gli split payments, ma anche per favorire la costruzione di modelli di rating al cui fondamento vi sia la determinazione del cashflow prospettico, che diventerà il requisito di valutazione del merito creditizio delle imprese .

Tradizione e innovazione nella partnership con Crédit Agricole e Agos

È necessario però che si superino al più presto le disfunzioni ancora presenti nelle API messe a punto dalle banche italiane e venga incentivato l’utilizzo dei pagamenti istantanei, azioni che FlowPay è intenzionata a portare avanti con determinazione, per un effettivo open banking. La strategia è racchiusa nella ricerca di partnership industriali come quella che ha visto l’ingresso nel capitale di FlowPay di Crédit Agricole Italia e della sua controllata Agos”, dichiara il presidente di Flowpay.

Si tratta di una notizia doppiamente significativa, perché, se da un lato guarda allo sviluppo di FlowPay, dall’altra dimostra che le potenzialità dell’Open Banking possono essere valorizzate anche dalle banche tradizionali con una prospettiva lungimirante di sviluppo di nuovi servizi.

Agos, società partecipata per il 61% dal Gruppo Crédit Agricole attraverso Crédit Agricole Consumer Finance e per il 39% da Banco BPM, ha appena avviato la collaborazione di tipo industriale con FlowPay con l’obiettivo preciso di sfruttare le opportunità della PSD2 rispetto ai pagamenti digitali e all’Open Banking.

FlowPay per le piccole e medie imprese: come ridurre i tempi di incasso

Il modello di business di FlowPay poggia su una scelta precisa: “Offrire soluzioni di incasso, pagamento e gestione dell’informazione finanziaria a partner in grado di costruire servizi a valore aggiunto per aziende e consumatori”.

Sulle imprese, in particolare, i servizi proposti da FlowPay puntano a ridurre i tempi di incasso: “La soluzione, secondo noi, sta proprio nei pagamenti per agire sulla riduzione dei tempi di incasso, che sono lunghissimi – prosegue Corsini -. Oggi una fattura viene pagata mediamente a 75 giorni, composti da 60 giorni contrattati fra le parti a cui si aggiungono spesso altri 15 giorni dati da inefficienze, lungaggini e tatticismi. Le soluzioni che finora il sistema bancario mette a disposizione delle imprese si stanno riducendo. FlowPay si inserisce in questo contesto portando una soluzione tecnologica. Operare sui tempi di pagamento grazie ai servizi Open Banking, dunque, permette di creare liquidità a beneficio delle imprese”.

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