Cybersecurity, nel finance la prima difesa è la biometria

In un settore in cui i dati degli utenti “valgono di più” perché legati a informazioni finanziarie, la sicurezza dei dispositivi può essere un argine di sicurezza fondamentale. Massimo Airoli (Toshiba): “Con l’avvicinarsi del Gdpr è sempre più importante proteggere i dati sensibili online”

Pubblicato il 27 Feb 2018

biometria

Tra i settori in cui la sicurezza e il riconoscimento biometrico stanno diventando uno standard di riferimento per la sicurezza degli utenti e delle informazioni che li riguardano c’è – in prima linea – il settore finanziario e bancario. Poter essere identificati grazie alle caratteristiche personali e intrinseche delle persone, come le impronte digitali, la lettura dell’iride, la forma del viso o il suono della voce è infatti spesso il primo argine contro gli hacker o gli attacchi informatici. Tanto che il settore sta vivendo u momento di crescita molto sostenuta, che fino al 2021 è destinata, secondo i dati  Technavio, a crescere del 78%. In confronto poi con principi di autenticazione molto più macchinosi, come le serie di password multiple lunghe , complesse e cambiare continuamente, l’autenticazione biometrica è stata giudicata favorevolmente dal 93% dei professionisti del settore bancario intervistati per l’ultima ricerca pubblicata dall’univesrità di Oxfod con Mastercard.  

GDPR nelle banche e nella finanza

Massimo Arioli

“I dispositivi spesso rappresentano la prima linea di difesa per le organizzazioni finanziarie e, con l’avvicinarsi dell’entrata in vigore del Gdpr, diventa sempre più importante proteggere i dati sensibili online – afferma Massimo Arioli, Head of B2B Sales&Marketing, Toshiba Personal & Client Solutions Company, Italy – Tuttavia, al di là delle sanzioni finanziarie del Gdpr, le conseguenze di eventuali violazioni dei dati nel settore bancario e finanziario sono amplificate dal fatto che i dati dei clienti in questo ambito abbiano un valore superiore rispetto agli altri settori”.

La sicurezza arriva anche dalla biometria

A dimostrarlo ci sono i dati di Ponemon Institute e Ibm, secondo i quali nel 2017 il costo medio di una violazione dei dati per record in ambito finanziario ammontava a 245 dollari (rispetto ai 141 dollari della media). Lo stesso studio riporta di come gli stessi dipendenti di una società finanziaria possano essere involontariamente responsabili di oltre la metà di tutte le violazioni dei dati: questo investe i Cio della responsabilità dello sviluppo di un’infrastruttura di sicurezza per evitare che i dipendenti mettano in pericolo l’azienda. Al di là della sicurezza delle reti, quindi entra in gioco anche quella dei dispositivi, che dovrebbero essere equipaggiati con funzionalità biometriche – come nel caso dei notebook Toshiba della serie X – dai sensori fingerprint sia il riconoscimento dell’iride, mentre gli utenti Windows 10 possono utilizzare anche le opzioni biometriche di Windows Hello.

Tra le tecnologie più promettenti per il futuro, soprattutto in vista delle applicazioni possibili in ambito mobile, c’è in prima linea la scansione dell’occhio e dell’iride, che può garantire un livello di autenticazione superiore per i clienti che effettuano il passaggio al sistema bancario e ai pagamenti tramite app.

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