Pimpinella, AIIP: i rischi del nuovo Regolamento Europeo sulle Interchange fee dei pagamenti con carta

Pubblicato il 24 Nov 2015

redazione

Maurizio Pimpinella, Presidente AIIP Associazione Italiana Istituti di Pagamento e Moneta Elettronica

Il prossimo 9 dicembre entra in vigore il regolamento (UE) 2015/751, che pone un tetto alle Interchange Fee dei pagamenti con carta (0,3% e 0,2% dell’importo, rispettivamente per carte di credito e di debito).

Se e quali benefici porterà ai consumatori e se sarà d’incentivo all’impiego di strumenti di pagamento alternativi al contante, è un dibaddito nel quale è intervenuto Maurizio Pimpinella, Presidente dell’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e Moneta Elettronica, dicendosi scettico sul fatto che gli effetti di questo nuovo dispositivo comunitario possano portare vantaggi ai consumatori.

Con questo regolamento, secondo il Presidente, per l’esercente non si prevedono significativi cambiamenti in termini di margini di guadagno. “Concretamente – osserva Pimpinella – è difficile pensare che questo passaggio possa incoraggiarlo ad aumentare l’accettazione delle carte. Se sino ad oggi ha manifestato scetticismo, questo provvedimento non dovrebbe cambiare il suo atteggiamento”. Diversamente, gli emettitori di carte (issuer) vedranno ridotti i loro margini. A fronte di questo rischio, Pimpinella crede che possono vedersi costretti ad aumentare i costi di gestione a carico dei titolari e “se questo dovesse accadere si attiverebbe un fenomeno che rischia di scoraggiare l’utilizzo dei pagamenti elettronici, creando una situazione certamente negativa per quanto riguarda lo sviluppo dei pagamenti digitali nel nostro paese”.

Non si può trascurare che l’interchange fee è, oggettivamente, una delle principali fonti di remunerazione delle banche emittenti e la sua contrazione, imposta dal regolamento, configura per questi attori una riduzione significativa dei ricavi, che è ipotizzzabile possano cercare di recuperare aumentando i valori delle Card Subscription fee, ribaltando, quindi, i costi nei confronti dei titolari di carte di pagamento. In altre parole il rischio è quello di vedere ridotta la disponibilità dei consumatori all’utilizzo di carte di credito in favore del contante.

In valori assoluti la riduzione dei ricavi è estremamente rilevante, considerando che si parla di un valore che sarà, mediamente, un terzo rispetto a quello attuale. Pimpinella sottolinea che ciò ha già prodotto effetti negativi in altri paesi e porta l’esempio di Spagna e Polonia dove – rimarca il Presidente dell’AIIP – “già da qualche anno, attraverso la legislazione nazionale, sono state ridotte le commissioni e si sta registrando un aumento del costo delle carte di pagamento per il consumatore, unitamente ad una variazione dei rapporti di forza fra operatori domestici e non domestici”.

Un ultimo aspetto riguarda il fatto che non vi è nemmeno la certezza che queste nuove regole riducano, proporzionalmente, le commissioni richieste ai merchant dagli acquirer (le cc.d. MSC, di cui le Interchange Fee rappresentano una quotaparte, comunque, significativa).

Laddove l’effetto principale del regolamento (UE) 2015/751 dovesse, effettivamente, essere l’aumento del canone annuo della carta per il suo titolare, è prevedibile che nei paesi in cui le operazioni pro-capite sono in numero elevato, l’aumento del canone sia più facilmente diluito, mentre in Italia, dove le operazioni pro-capite con carte di pagamento raggiungono poco meno di 40 unità annue, l’effetto sarà di disincentivare l’uso di questi strumenti, a monte della filiera dei pagamenti.

Tra i possibili correttivi il Presidente AIIP evidenzia la possibilità di incentivare il consumatore all’utilizzo della moneta elettronica, con il recupero di una percentuale dell’IVA degli acquisti attraverso la carta di pagamento, portandola in detrazione. Nello stesso tempo i commercianti potrebbero essere incentivati portando i costi del POS non in detrazione, come avviene oggi, ma in deduzione, in modo da scaricarli al 100%.

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