EBADay, occhi puntati sulla PSD2

Pubblicato il 10 Giu 2016

Domenico Aliperto

Le parole d’ordine dell’edizione 2016 dell’EBADay? Cooperazione, Instant Payment e PSD2. Soprattutto la direttiva comunitaria che regola i servizi di pagamento all’interno dell’Unione europea è stata al centro di molti dei dibattiti e delle tavole rotonde che hanno animato l’undicesimo congresso internazionale – organizzato da Euro Banking Association e Finextra – che si è tenuto il 7 e l’8 giugno a Milano. Non capita spesso di sentir dire agli addetti ai lavori di un determinato settore che una nuova cornice regolatoria rappresenti la più grande opportunità offerta al mercato in cui operano. Ebbene, sulla PSD2 banche, vendor tecnologici e specialisti delle infrastrutture sembrano invece tutti d’accordo: spingendo i player del comparto a convergere verso la creazione di maggior valore per l’utente finale, il framework aiuterà gli istituti tradizionali a compiere la transizione verso business completamente nuovi. Attività in cui i sistemi di pagamento (e comunicazione) in real time, la valorizzazione dei dati dei clienti e la fiducia che i marchi sono riusciti a costruirsi in decenni di attività saranno i pilastri su cui sorgerà un inedito concetto di banca.

Naturalmente, tutto questo comporta non pochi scossoni. Anzi, il cambiamento può essere per certi versi traumatico, oltre che complesso. «In cinque anni abbiamo assistito a un vero tsunami”, ha detto il chairman di EBA Wolfgang Ehrmann aprendo i lavori, sottolineando che digitalizzazione è prima di tutto sinonimo di disintermediazione e di abbattimento delle barriere all’ingresso per gli alfieri del Fintech, che a seconda dei casi possono configurarsi come competitor o partner delle banche. «Provider agili, organizzazioni customer driven che sfruttano l’assenza di molti dei vincoli a cui sono sottoposti gli istituti tradizionali», ha precisato Stefano Stangoni, Global Head Financial Institutions di Intesa Sanpaolo. «I nostri modelli di business sono sempre più sotto pressione, e per soddisfare le nuove esigenze dei clienti occorrono prodotti basati su strutture più semplici e flessibili, capaci di andare incontro al framework regolatorio che è ancora in evoluzione e molto frammentato» Lo stesso Helmut Wacket, Head of the Market Integration Division della BCE, ha ammesso che se la PSD2 sarà la chiave per il futuro, non si può parlare di uno strumento statico, ma di un ambiente in continuo movimento. «La PSD2 sta davvero cambiando i giochi», ha chiosato Stangoni, «offrendoci l’opportunità di esplorare nuovi segmenti di mercato e aumentare il valore aggiunto dei servizi innovativi»

Paolo Cederle, Business Integrated Solutions di Unicredit, ha garantito che «la disruption arriverà, prima o poi qualcuno, attraverso le nuove tecnologie, ci forzerà a distruggere e a ricostruire da zero il business attuale. Non saremo più semplicemente una banca, ma un nuovo attore che offre anche prodotti finanziari» La transizione verso questo traguardo, che essenzialmente coinciderà con l’affermazione delle piattaforme di instant payment, sarà caratterizzata da una fase evolutiva imperniata sullo sfruttamento delle open API, «che», ha proseguito Cederle, «permetteranno di portare nuovi servizi ai clienti anche grazie all’integrazione dell’intera filiera e alla cooperazione con altri attori dell’ecosistema. È naturale che si debbano prendere ancora tutte le misure: stiamo parlando di un’opportunità che fino a tre anni fa nemmeno esisteva!»

E il fallimento non va più considerato come un peccato mortale. Almeno non secondo Susan Skerrit, che in Deutsche Bank è Global Head of Institutional Cash Management & Head of Global Transaction Banking – Americas. «Dobbiamo essere aperti», ha esortato la manager. «Se non si gioca con le nuove tecnologie si rimane inevitabilmente fuori dal giro. Questo implica un nuovo approccio ai risultati: la priorità nel medio termine non deve essere la profittabilità, quanto l’ottimizzazione del risk assessment. Ma per perseguire questo obiettivo, sarà necessario che il Regolatore ci permetta di condividere con i partner il maggior numero di informazioni possibili»

Steve Kirsch, CEO di Token (società per l’appunto specializzata in piattaforme software aperte per lo sviluppo di soluzioni di pagamento digitali), è ottimista: «Dovendo creare un nuovo ecosistema dei pagamenti,la PSD2 è la cosa migliore che potesse capitare al settore», ha dichiarato l’imprenditore seriale americano durante il suo intervento all’EBADay. «È una chance straordinaria per reinventare processi ormai vecchi di trent’anni, ma è necessario identificare uno standard per permettere lo scambio di valore tra i diversi attori, esattamente come il World Wide Web ha rappresentato l’elemento unificante per lo scambio di contenuti» Per Kirsch quello che stanno affrontando le banche non è un dilemma da poco: devono entrare in questa nuova arena facendo affidamento su un solo sistema o provando contemporaneamente diverse soluzioni? «Qualunque sia la risposta», ha concluso, «l’importante è non rimanere a guardare cosa fanno i competitor senza cominciare a mettere i piedi nell’acqua»

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