Come incentivare i pagamenti digitali? Le proposte di APSP

L’Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento ha manifestato apprezzamento per le recenti dichiarazioni del premier Giuseppe Conte, che si è detto pronto a incentivare la crescita dei pagamenti digitali

Pubblicato il 25 Set 2019

pagamenti digitali 2022

Le recenti affermazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che per la prossima Finanziaria ha parlato anche di una massiccia operazione di incentivo all’uso delle carte di credito e tutti i sistemi di pagamento elettronici e digitali, hanno ovviamente acceso il dibattito nel settore. In particolare, il presidente dell’Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento (APSP), Maurizio Pimpinella, ha valutato positivamente la proposta del premier, che punta soprattutto a contenere il fenomeno dell’evasione fiscale.

“Avanza, dunque, la linea proposta dalla nostra associazione, fatta di premi e incentivi sia per il contribuente-consumatore sia per l’esercente. Non possiamo penalizzare sempre i soliti noti, di cui conosciamo tutto. Occorre invece rendere la moneta elettronica più conveniente, anche per chi finora ha preferito non usarla”, sottolinea il numero uno dell’APSP, ricordando che “non c’è economia digitale senza pagamenti elettronici”.

In materia di evasione fiscale e pagamanti l’associazione ha avanzato una serie di proposte, a partire dall’estensione dell’obbligo del POS, o qualsiasi altro device, per ogni licenza commerciale o altra attività di contatto con il pubblico.
Secondo l’APSP è possibile utilizzare la leva fiscale per incentivare i pagamenti digitali. L’esempio è quello greco (che ha già dimostrato di essere vincente) in cui il contribuente, per avere una detrazione fiscale su qualsiasi spesa, è tenuto a pagare con qualsiasi forma di denaro elettronico un ammontare stabilito in base alla propria fascia di reddito.

L’esercente, a sua volta, deve essere incentivato a ricevere il pagamento elettronico con un beneficio fiscale analogo. A questo scopo, è ipotizzabile un’aliquota fiscale forfettaria, naturalmente inferiore a quelle attuali, sui fatturati incrementali realizzati con pagamenti digitali. Tutto ciò che viene fatturato in più, rispetto all’anno di partenza della norma, ed è stato incassato con pagamenti elettronici, potrà essere tassato con un’aliquota ridotta.

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