Sap Point of View

SAP Business Network per la supply chain sostenibile

La piattaforma del vendor tedesco promuove lo sviluppo di una rete aziendale unificata, che migliora la collaborazione tra partner, la visibilità sui processi, lo spend management e la resilienza della filiera

Pubblicato il 19 Set 2022

PCI-DSS

L’emergenza Covid-19 ha scoperchiato il vaso di Pandora rispetto alla fragilità delle supply chain: la penuria di risorse e trasporti ha messo in evidenza le lacune tecnologiche e l’assenza di visione che caratterizzano le catene di approvvigionamento delle aziende. Molte organizzazioni sono corse ai ripari, affrettandosi a digitalizzare le funzioni di procurement per ottenere maggiore visibilità sui processi, automatizzare le attività, recuperare agilità ed efficienza.

Tuttavia, sono ancora parecchi gli uffici acquisti che operano con un deficit tecnologico importante e un team evidentemente frustrato perché non riesce ad avere il controllo sulle spese aziendali e sulle dinamiche lungo la catena di fornitura.

Così diventa estremamente difficile garantire una corretta gestione dello spending e la continuità delle forniture, mitigando i rischi che potrebbero derivare da improvvisi shortage di risorse. Inoltre, qualsiasi iniziativa strategica, come ad esempio i progetti di co-innovation tra fornitori, si rivela impraticabile.

SAP Business Network, una piattaforma per la logistica

Come uscire dall’impasse? SAP propone SAP Business Network, la piattaforma lanciata nel 2021 che permette di connettere produttori, fornitori e operatori della logistica, per organizzare e orchestrare tutti i processi all’interno della filiera, con una modalità di gestione end-to-end, dalla pianificazione della spesa all’esecuzione della fornitura fino al Supply Chain Finance.

Una supply chain sostenibile, agile e trasparente

«L’obiettivo – dichiara Paolo Brida, Head of Intelligent Spend Management and Business Network, SAP Italia e Grecia – è arrivare a costruire supply chain sostenibili, ovvero caratterizzate da trasparenza, resilienza e flessibilità, sfruttando i benefici del cloud computing e dell’intelligenza artificiale».

La chiave insomma è implementare una rete aziendale unificata, aperta e intelligente, che favorisca le interazioni tra gli operatori, la visibilità sulle risorse, la condivisione delle informazioni e un rapido decision making, garantendo la continuità operativa anche in situazioni emergenziali.

Se il Business Network universale è il concetto fondante delle filiere sostenibili, come si arriva a maturare il cambiamento? Ovvero, quali sono i punti di osservazione e le vie praticabili che qualsiasi Chief Procurement Officer dovrebbe tenere in considerazione per attuare il nuovo modello di supply chain resiliente?

Lo studio Agile Procurement Insights, condotto recentemente da SAP in collaborazione con Oxford Economics, offre alcuni spunti di riflessione interessanti per comprendere lo stato attuale delle catene di fornitura.

«Dalla nostra indagine – prosegue il manager – emergono diversi punti critici in almeno cinque aree: la gestione dei rischi legati al fornitore; la presenza di processi manuali; il tasso di adozione delle soluzioni di Procurement; la capacità di prendere decisioni guidate dai dati; la conoscenza della forza lavoro contingente, esterna all’organizzazione».

Gestione del rischio, decisioni data-driven e altre sfide

A proposito dell’elenco sopraccitato, Brida condivide alcuni numeri significativi. «Il 53% delle organizzazioni – racconta il manager – ha almeno un prodotto che acquista da un fornitore esclusivo, esponendosi quindi a una situazione di forte rischio. Inoltre, meno della metà delle aziende ha una visibilità in tempo reale o quasi sulle scorte a magazzino, quindi la maggioranza delle organizzazioni fatica a identificare e prevenire possibili situazioni di shortage».

Guadagnare una vista real-time sulle spese è considerato un obiettivo sfidante per il 47% delle imprese, soprattutto perché c’è una forte carenza di automazione. «Nel 37% delle aziende, – afferma Brida – la maggioranza, se non addirittura la totalità, dei processi di approvvigionamento vengono svolti in modalità manuale».

A frenare l’avanzata della digitalizzazione nel procurement è spesso la scelta di implementare soluzioni specifiche troppo complicate, che gli utenti finiscono per non impiegare propriamente. Come sottolinea Brida, c’è un chiaro gap di competenze e aspettative: i buyer vorrebbero un’esperienza di acquisto facile e consumer-like, ma rimangono delusi e rallentano l’adozione dei nuovi strumenti aziendali.

«Un altro tema – prosegue Brida – riguarda il processo decisionale. L’introduzione di tecnologie per l’analisi predittiva, con funzionalità di artificial intelligence e machine learning, potrebbe indirizzare meglio le strategie di approvvigionamento, nell’ottica della sostenibilità. Tuttavia, soltanto il 54% delle aziende utilizza tecnologie per il procurement che consentono scelte fondate sui dati. Solo nel 48% dei casi, le soluzioni adottate permettono di formulare modelli previsionali e scenari what-if basati su dati disponibili (quasi) in tempo reale, garantendo una gestione dello spending più accurata».

Un’ulteriore problematica riguarda i lavoratori temporanei e la forza lavoro esterna, che possono sfuggire totalmente alla conoscenza dell’azienda, minare la sicurezza informatica, compromettere la compliance o effettuare acquisti non autorizzati.

Come ottimizzare spend management e supply chain

«Il concetto di rete aziendale proposto da SAP – dichiara Brida – permette di ovviare a tutte le sfide relative allo spend management e allo sviluppo di una filiera sostenibile. Grazie alla piattaforma SAP Business Network, le imprese possono collaborare in tempo reale con tutti i partner commerciali, inclusi fornitori, società di servizi e logistica, operatori di impianti, manutentori esterni e così via, assicurando velocità, agilità e resilienza all’intera supply chain».

Come sottolinea Brida, l’approccio di SAP permette di collegare le funzioni critiche delle aziende e condividere le informazioni tra i partner così da migliorare le previsioni, indirizzare correttamente lo spending ed evitare interruzioni della supply chain. «Lavorando in stretto coordinamento con i fornitori – ribadisce Brida – le imprese ottengono un controllo senza precedenti sulla catena di approvvigionamento, i processi logistici e la gestione degli asset, con la possibilità di intercettare e risolvere eventuali rischi prima che si verifichino».

«Attualmente – chiarisce Brida – SAP Business Network si concretizza attraverso un portafoglio di soluzioni specifiche per il procurement, la collaborazione lungo la supply chain, la logistica e l’asset management. La recente acquisizione di Taulia, tra i maggiori vendor di soluzioni per la gestione del capitale circolante, ha consentito un ulteriore passo avanti. Tutti i prodotti della società, infatti, sono stati integrati direttamente all’interno della nostra piattaforma per consentire alle aziende clienti di sbloccare il capitale attraverso le loro catene di approvvigionamento».

L’obiettivo di SAP è quindi di costruire una soluzione completa per coprire in modalità end-to-end tutti i processi della supply chain, in grado di evolvere continuamente e supportare le esigenze aziendali in costante divenire. «Lo sviluppo di SAP Business Network – conclude Brida – consentirà alle aziende di avere un controllo sempre maggiore sullo spend management, sulle interazioni con i partner, sulla gestione degli asset e sui livelli di inventario, sui trasporti e sull’organizzazione logistica, così da garantire la continuità operativa e il time-to-market dei prodotti, secondo le richieste dei loro clienti».

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