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Pagamenti digitali, l’Italia va veloce ma l’Open Data frena ancora



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Il nostro Paese guida l’adozione dei pagamenti istantanei in Europa, grazie all’interoperabilità tra Bancomat Pay, Bizum e MB Way. I dati mostrano che, nonostante le normative avanzate, Open Data e condivisione dei dati finanziari incontrano ancora diffidenze legate a sicurezza, fiducia e necessità di maggiore educazione finanziaria per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni italiane ed europee

Pubblicato il 16 dic 2025



Pagamenti digitali

Il settore dei pagamenti sta attraversando una profonda trasformazione: gli utenti richiedono immediatezza, gli esercenti cercano esperienze fluide e le infrastrutture evolvono verso modelli interoperabili e basati sui dati. È quanto emerge dai nuovi report sui trend di pagamento di Nuek, società tecnologica di Minsait (Gruppo Indra), realizzati in collaborazione con Analistas Financieros Internacionales (Afi).

Italia leader nei pagamenti istantanei

Inviare e ricevere denaro in pochi secondi è ormai essenziale. Secondo il Fast Payments Toolkit della Banca Mondiale, oltre 100 Paesi gestiscono già sistemi di pagamento istantaneo. Questa diffusione non solo cambia le abitudini di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, ma accelera i flussi di denaro e favorisce digitalizzazione, innovazione e concorrenza.

Interoperabilità paneuropea: Bancomat Pay, Bizum e MB Way

Le nuove normative europee impongono a tutte le banche di offrire pagamenti istantanei in euro dal 2025 e, dal 2027, anche a IMEL e istituti di pagamento. In questo scenario, piattaforme come Bizum, Bancomat Pay e MB Way hanno reso possibili, dal primo trimestre del 2025, trasferimenti peer-to-peer tra Italia, Spagna e Portogallo usando solo il numero di telefono, ampliando la portata del servizio per milioni di utenti.

Questo progresso migliora la gestione di incassi e liquidità per le aziende e apre la strada a pagamenti internazionali più agili. “L’immediatezza non è più un elemento di differenziazione tecnologica, ma uno standard che ridefinisce il rapporto tra cittadini, aziende e servizi pubblici”, afferma Javier Rey, CEO di Nuek.

Open Data: opportunità frenata dalla sfiducia

La digitalizzazione finanziaria si orienta verso un modello in cui gli individui decidono quali dati condividere e per quale scopo. L’Open Data promette servizi più personalizzati, valutazioni del rischio più accurate e una riduzione delle frodi. Tuttavia, nonostante normative avanzate come PSD2 e GDPR, i consumatori italiani restano cauti.

Solo il 21,6% sarebbe disposto a condividere dati finanziari in cambio di un servizio migliore e il 20% dati comportamentali. Il 43,6% indica il timore che i dati possano essere hackerati e diventare di dominio pubblico come principale freno alla condivisione con terze parti. Educazione finanziaria e trasparenza emergono quindi come leve decisive.

Infrastrutture e interoperabilità: la sfida finale

Carte, conti bancari, wallet e moneta tokenizzata convivono in un ecosistema complesso. Secondo Nuek, la vera chiave evolutiva è l’interoperabilità tra tutte queste infrastrutture. Solo così gli utenti potranno pagare ovunque e in qualsiasi modo, mentre il sistema potrà abilitare pagamenti automatici, transazioni internazionali più efficienti e integrazioni con tecnologie emergenti.

La sfida resta il coordinamento tra banche, fintech, terze parti e autorità di regolamentazione per costruire infrastrutture aperte, sicure e scalabili.

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