La digital enterprise del futuro passa dallo sviluppo delle API

Pubblicato il 04 Apr 2016

Fabrizio Tittarelli, CTO di CA Technologies Italia

Mauro Bellini

Fabrizio Tittarelli, CTO, CA Technologies Italia

Se è vero che la digital enterprise del futuro sarà una impresa sempre più basata sulle App è altrettanto vero che si prospetta un futuro di sviluppo sempre più orientato all’utilizzo delle API (Application Programming Interface) e si può parlare di una evoluzione che porta verso la App Economy con la Api Economy

CA Technologies ha voluto esaminare la situazione legata alla diffusione e all’utilizzo delle API nel mondo enterprise con uno studio condotto dalla società di ricerca Freeform Dynamics a livello internazionale. Se c’era bisogno di una conferma questa è arrivata e in Italia il 26% del campione ha dichiarato di aver avviato progetti basati sulle API. La ricerca come detto era allargata all’Europa e ha coinvolto 1442 responsabili IT e dirigenti d’azienda in Italia, Germania, Francia, Svizzera, Spagna e Regno Unito.

Fabrizio Tittarelli, CTO di CA Technologies Italia, nel presentare le evidenze più importanti sottolinea che le imprese italiane stanno andando nella direzione delle API con un 85% del campione che dichiara di utilizzarle per abilitare sviluppatori esterni, l’82% le utilizza con focalizzazione sul mondo web, mentre un 81% le vede orientate all’integrazione di applicazioni di back office. Il quadro si completa con un 73% del campione che utilizza le API per incorporare servizi di terze parti. Sono poi importanti le motivazioni che spingono all’adozione di API presso le imprese: prima fra tutte la necessità di attivare una reale copertura digitale nel 91% dei casi e poi quella di sfruttare al meglio la capacità di innovazione degli sviluppatori esterni e per migliorare le soluzioni di customer experience.

La ricerca ha voluto anche tastare il polso alle imprese non solo a livello di intenzioni, ma anche per quanto riguarda la capacità delle API di incidere direttamente sul business. In questo senso è stato definito un API Capability Index, vale a dire un indice creato in base ai risultati emersi dalle risposte dei 920 manager IT che hanno partecipato allo studio e che dimostra che se da una parte l’orientamento verso le API sembra chiaro e basato su fondamenta solide, dall’altro è necessario sfruttare meglio e in modo più efficace le loro potenzialità. Per questo è stato chiesto agli intervistati di indicare se la loro azienda disponesse dei 10 requisiti fondamentali che abilitano abilitanti all’utilizzo delle API.

Questi requisiti sono stati raggruppati in 4 cluster:

  1. Lifecycle Support
  2. Core Security
  3. Run-time Environment
  4. Operational Management.

Metodologicamente è stato riconosciuto un punteggio a ogni singola risposta, ed è stata poi realizzata una classificazione in tre gruppi a seconda del livello di predisposizione e di capacità di utilizzo delle API:

  1. Avanzato
  2. Base
  3. Limitato.

Nel nostro paese il 26% delle imprese intervistate è già oggi in uno stadio “avanzato”. L’Italia è preceduta in questa classifica a livello di nazioni dalla Gran Bretagna con il 41% delle aziende in stato avanzato e dalla Svizzera con il 33%. La Germania e la Francia invece seguono rispettivamente con il 22 e il 23%. Tornando all’Italia il 30% è al livello base mentre il 44% è allo stadio limitato.

La ricerca mette poi in evidenza alcuni altri aspetti come la correlazione tra il livello di competenze necessarie per lo sviluppo di progetti basati sulle API e i vantaggi che derivano dagli investimenti. Le organizzazioni che si trovano al livello avanzato dichiarano una probabilità di ottenere vantaggi che è il doppio o anche il triplo rispetto alle imprese che si trovano a uno stadio “limitato”.

Il 63% delle imprese di tutto il continente che si trova a un livello “avanzato” di utilizzo delle API è confidente di garantire una customer experience migliore, la percentuale si ferma invece al 23% nell’ambito degli utenti che si collocano al livello “limitato”. C’è poi un aspetto importante relativo alla velocità di sviluppo e di rilascio di App. Il 62% delle imprese con API in stadio “avanzato” ha ridotto i tempi di rilascio delle App e prevede una crescita nel fatturato.

Le aziende che hanno una implementazione avanzata delle API sono anche molto più confidenti sul fatto di avere una maggiore copertura digitale rispetto alle aziende che sono “in ritardo” con le API, tanto che il confronto vede un 57% di aziende con API avanzate contro un 27% con API ancora allo stadio limitato. «In questo scenario si colloca l’offerta di CA Technologies – osserva Fabrizio Tittarelli, CTO di CA Technologies Italia – che punta a mettere a disposizione degli sviluppatori un ambiente sicuro e di facile utilizzo, a supporto di iniziative sia a livello di mobility e sia di IoT su larga scala».
Ma le API da sole non bastano, occorre anche un piano di sviluppo e un progetto che preveda la gestione, il monitoraggio e la introduzione di metodiche per garantire livelli di sicurezza indispensabili al corretto funzionamento delle App. La storia recente ha purtroppo mostrato come il tema della sicurezza sia assolutamente strategico ad esempio nei settori delle connected car o dello smart building.

Le organizzazioni europee in possesso di competenze e di capacità avanzate nell’utilizzo delle API sono anche nella condizione di applicare una sicurezza più elevata. Lo studio mostra che il 74% delle realtà a un livello “avanzato” ha implementato speciali misure di sicurezza per tutelarsi contro gli attacchi crittografici chiamati “man-in-the-middle” che intercettano transazioni legittime, contro il 21% degli utenti a uno stadio “limitato”.

La relazione tra API e business è forse il punto dolente della ricerca sul quale è necessario focalizzare al massimo l’attenzione per dare una ulteriore spinta al tema delle API. Solo il 17% delle imprese italiane dichiara di avere trovato partner tecnologici in grado di fornire professionalità e servizi di consulenza adeguati, il 24% afferma di collaborare con sviluppatori specializzati sul tema delle API. Ma il fattore critico riguarda il fatto che solo il 28% è stato in grado di quantificare il valore delle API in termini di business.

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