Garavaglia: l’importanza dei pagamenti digitali per capire “Come usare al meglio Internet delle cose”

Pubblicato il 20 Gen 2017

Mauro Bellini

Lo sviluppo dell’Internet of Things passa in modo sempre più integrato con lo sviluppo dei pagamenti digitali. Se volgiamo che il “nostro frigorifero” diventi effettivamente intelligente dobbiamo fare in modo che sia in grado anche di pagare, di gestire completamente tutta la transazione che completa il suo compito, ovvero quello di mettere a nostra disposizione tutto quello di cui abiamo bisogno, non solo di “tenerlo al fresco”.

Il nostro coordinatore ediitoriale Roberto Garavaglia è uno degli ospiti del bel libro di Martina Casani e Marcello Majonchi: Come usare al meglio l’Internet delle Cose, Guida IoT per manager e imprenditori, edito da Tecniche Nuove. E Garavaglia sottolinea l’importanza di portare lo sguardo dell’IoT verso un orizzonte che mette in linea sia l’intelligenza di sensori e Big Data che ablitano macchine, elettrodomestici, autoveicoli o strumenti di produzione a nuove forme di automazione intelligente. La frontiera delle selfdriving car diventa a tutti gli effetti una vera frontiera nel momento in cui queste connected car non sono solo connesse ma gestiscono la loro identità in tutti i contesti in cui si trovano ad operare e aggiungono servizi, come ad esempio la capacità di pagare i servizi dei quali abbiamo bisogno, da quelli contingenti come il pieno di carburante, al parking o al pedaggio autostradale a quelli più infrastrutturali, come la manutenzione (magari predittiva) o come il rinnovo dell’assicurazione.

Garavaglia suggerisce di guardare avanti senza dimenticarsi della realtà e del quotidiano, ricorda che tante cose si possono fare oggi con le soluzioni attuali per i pagamenti digitali e invita a preparare gli sviluppi del futuro con una adeguata visione fatta si di tecnologia ma anche e tanto di governance, di rispetto degli standard, di capacità di gestione delle evoluzioni future in tutti i contesti.

Il tema dei pagamenti digitali si colloca in realtà in un contesto dove Casani e Majonchi trattano di Internet of Things per affrontare anche i temi dell’intelligenza diffusa in tutti gli ambienti e della conoscenza. L’Internet of Things in tantissimi ambiti applicativi, ha goduto di una grande accelerazione ed è oggi al centro di processi di innovazione che troviamo nelle nostre città quando appunto viaggiamo in auto o quando utilizziamo servizi pubblici, e che stanno cambiando le fabbriche dando vita a quel fenomeno che si chiama Industry 4.0. Ma l’IoT non si ferma alle imprese, arriva anche al settore primario dove le imprese agricole più innovative stanno aumentando produzione e qualità con progetti Smart Agrifood.

Il libro “Come usare al meglio l’Internet delle Cose” è strutturato in tre grandi aree che si pongono l’obiettivo di dare un quadro complessivo di tutti gli aspetti che stanno alla base dei progetti di Internet of Things. L’Opera inquadra le tematiche dell’IoT e spiega  la terminologia, le definizioni, le tipologie di modelli che caratterizzano questa fase del fenomeno, così come le minacce e le opportunità che accompagnano le progettualità IoT. In questa parte dell’opera l’attenzione agli scenari d’uso permette di avere un quadro delle progettualità IoT.

Casani e Majonchi propongono poi una visione delle metodologie di base per affrontare i progetti IoT.
L’opera vuole essere di aiuto anche per capire come identificare il giusto interlocutore, perché l’IoT non è un “progetto” che si può fare da soli. L’Internet of Things ha bisogno, per definizione, di partnership e quando ci sono i partner è importantissimo avere delle corrette e chiare regole di ingaggio. La strategia nell’IoT è anche nella capacità di gestire correttamente le partnership perché ciascun attore possa portare il corretto valore. Gli esempi sono numerosi e in tutte c’è una componente rilevante e abilitante di Internet of Things. In alcuni casi, l’IoT ha rappresentato il motore primario di una vera e propria trasformazione digitale che ha permesso alle imprese di cambiare il rapporto con i clienti, di trasformare l’offerta di prodotti in servizi, di entrare in nuovi mercati e di garantire livelli qualitativi per i propri servizi un tempo impensabili o impraticabili.

L’opera propone una terza parte dove si mettono a fuoco alcune tendenze che sono anche la testimonianza più forte di come l’Internet of Things si aggancia e si integra con altre forme di innovazione e con altri processi, come appunto nei pagamenti digitali, nel Precision farming, nell’Industry 4.0,  nella food chain, nella sanità e nella Smart Health.

Le promesse e le premesse per lo sviluppo dell’Iot sono tante e sono importanti. La prospettiva, ad esempio, è quella di ridurre nell’Industria 4.0 del 40% i costi dei servizi di manutenzione di un produttore di macchinari industriali, o di abbattere del 30% la quantità di acqua necessaria ad una coltivazione, o ancora, nell’ambito delle Smart City, di abbattere fino all’80% i costi di un sistema di illuminazione pubblica. Per questo è molto importante capire se e come queste promesse potranno essere mantenute. E proprio per questo diventa fondamentale passare da una teoria dell’Internet of Things a una “economia degli oggetti connessi”. Come ampiamente suggerito ed enfatizzato nello stesso Piano Industria 4.0 del Governo italiano è sui casi concreti e sulle eccellenze che bisogna costruire la capacità di accompagnare lo sviluppo di progetti IoT nelle imprese italiane.

Come usare al meglio l’Internet delle Cose
Guida per manager e imprenditori
di Martina Casani e Marcello Majonchi
Casa editrice Tecniche Nuove
Data pubblicazione: 01/2017
Collana: Gestione di Impresa – Crescita professionale
Pagine: 242

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