redazione
È solo un bottoncino in più sul familiare layout di Google, ma è destinato a cambiare gli equilibri dell’e-commerce globale, scombussolando i piani di Amazon, eBay e Alibaba. Tra qualche settimana, almeno secondo il Wall Street Journal che ha fatto lo scoop citando fonti interne di Mountain View, Google infatti lancerà la funzione “buy”, un tasto che per l’appunto comparirà affianco ai risultati sponsorizzati delle ricerche effettuate da mobile. Per il momento la nuova funzione è riservata al mercato americano, dove Google attualmente detiene un market share del 64,4% sull’on line search, ma dubitiamo si dovrà aspettare molto prima di vederlo anche in altre country. Del resto anche in Italia si è già visto su Youtube il tasto “compra”, che però si limita a portare l’utente al sito dell’inserzionista video.
In effetti il meccanismo della nuova funzione dovrebbe essere diverso. Selezionando il tasto, il motore di ricerca porterà l’utente su una pagina dedicata al vendor di turno, sempre di proprietà di Google ma personalizzata dal brand in questione, dove sarà possibile scegliere i prodotti sfogliando un catalogo on line con tanto di colori e taglie disponibili per ciascuna referenza. La transazione sarà a carico del cliente, mentre Google resterà un intermediario. L’allusione al mondo del fashion non è casuale: sembra che tra i primi clienti del nuovo servizio di Big G ci sia Macy’s, l’insegna americana specializzata in modo e accessori che ha fatto dell’e-commerce un cavallo di battaglia. Ma, interpellata dai giornalisti del WSJ, Macy’s non ha confermato né smentito.
Con questa mossa Google non si candida semplicemente a diventare una delle maggiori piattaforme di e-commerce mondiali, catapultandosi in termini puramente quantitativi sullo stesso piano di player che operano da anni in questo mercato, ma porta nel settore anche un approccio totalmente nuovo. Mentre gli utenti di eBay, Amazon e Alibaba sono prima di tutto shopper, acquirenti, i consumatori che utilizzano quotidianamente Google sono prima di tutto individui, che il motore di ricerca conosce in maniera approfondita nei loro gusti e nelle loro abitudini. Indirizzarli verso acquisti oculati o, meglio ancora, la possibilità di portare l’offerta dei partner commerciali nelle aree di interesse dei potenziali clienti rappresenta per Mountain View un vantaggio competitivo enorme rispetto all’attuale proposizione dei competitor più – passi il termine – tradizionali. E forse più che paragonare il nuovo servizio alle offerte delle piattaforme classiche di e-commerce, bisognerebbe metterlo sullo stesso piano di quel che sta facendo e farà Facebook, che similmente è al lavoro per sperimentare il proprio tasto “buy”. Anche perché il modello di business sarà diverso da quello adottato da eBay & co: Google sfrutterà gli stessi meccanismi che regolano gli accordi pubblicitari anziché trattenere una percentuale fissa sulle singole transazioni. Ed è su questa logica che il gruppo punta a superare Amazon e eBay, che hanno difficoltà a inserire sulle proprie piattaforme i grande retailer, da una parte spaventati dall’idea di una competizione sui prezzi troppo accesa, dall’altra spesso già in partnership con Mountain View per le sponsorizzazioni e i programmi di advertising.
Sul fronte dei pagamenti riservati ai clienti finali, Google avrebbe intenzione di offrire il maggior numero di opzioni possibili, comprese quelle di terze parti. La costante sarà che i dati dell’utente dovranno essere inseriti una sola volta all’interno del sistema e non saranno condivisi con i retailer.