Nodo dei pagamenti, si intensificano i lavori in corso

Pubblicato il 14 Dic 2015

Domenico Aliperto

Ci siamo. I termini per aderire al Nodo dei Pagamenti stanno per scadere: entro il 31 dicembre 2015 tutti gli enti locali dovranno essere integrati nel progetto nazionale promosso dall’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) che unificherà e semplificherà i rapporti transattivi tra cittadini e amministrazioni pubbliche. Ma come ben sanno gli addetti ai lavori, l’adesione al Nodo è solo il primo (e teorico) passo preliminare all’attivazione vera e propria dei servizi implicati. Una dichiarazione di intenti che deve poi trovare applicazione entro il 31 dicembre 2016. Una data che ufficialmente, come raccontato da Pagamenti digitali, non è mai stata comunicata, ma che compare nella lettera che l’Agenzia per l’Italia digitale ha inviato ai responsabili di comuni e altri enti locali. I prossimi 12 mesi saranno dunque il periodo cruciale durante il quale la PA avrà il compito non solo di recepire le direttive dell’Agid e mettere a punto processi e architetture che permettano l’omologazione e il funzionamento dei sistemi, ma anche di selezionare gli eventuali partner tecnologici e i Payment Service Provider (PSP) che li connetteranno praticamente con cittadini e aziende.

Per Maurizio Piazza, consulente ICT per la Pubblica amministrazione, il secondo aspetto è quello meno problematico, visto che il mercato italiano sotto questo profilo è già pronto a soddisfare la nuova domanda. “I punti critici sono gli elementi con cui le organizzazioni dovranno interfacciarsi con i sistemi interni, specialmente per quanto riguarda rendicontazione e riconciliazione. Tutta la struttura del Nodo, fondamentalmente, va basata sull’efficacia di questa implementazione se gli enti vogliono ottenere veri vantaggi economici oltre che ottemperare alle direttive Agid. La zona grigia è rappresentata dagli uffici e dalle procedure in seno alle singole organizzazioni, a cui mancano attualmente standard e uniformità nell’erogazione dei servizi. In questo senso, il ruolo degli intermediatori tecnologici è determinante, a patto che concorra pure la precisa volontà delle tesorerie di abbandonare la carta a favore delle funzioni analitiche”.

GRANDI E PICCOLI ENTI, LA SFIDA E’ IN COMUNE

Che una delle opportunità più invitanti dell’adesione al Nodo dei pagamenti sia la semplificazione delle riconciliazioni lo conferma anche Valeria Montanari assessore all’Agenda digitale del Comune di Reggio Emilia. “Spesso sui pagamenti e sui bonifici è difficile dare tracciabilità immediata a chiara. Il nuovo sistema consente invece di ottenere in tempo reale una documentazione on line e comprovata che attraverso le procedure informatiche permette di verificare ciascuna operazione”. Il comune emiliano sta sperimentando i nuovi strumenti dopo aver già creato un portale che ospita informazioni e servizi di pubblica utilità, come la messa a disposizione di certificati on line, sportelli digitali per il pagamento delle multe, l’iscrizione alle scuole e il contatto con le società municipalizzate. “Per i pagamenti come per gli altri servizi non basta un unico progetto, bisogna ragionare su soluzioni condivise e mettere gli interlocutori in condizione di operare in una cornice più ampia, che non esiterei a definire cittadino-centrica”, spiega Montanari, che precisa: “Non siamo ancora nella condizione di presentare esempi concreti sull’avanzamento rispetto al Nodo. È un work in progress condotto con l’istituto di credito presso cui ci serviamo e si sta rivelando particolarmente complesso proprio perché, nell’ottica di creare una piattaforma integrata, la nostra intenzione è quella di procedere con l’inserimento delle opzioni di pagamento per i servizi erogati dalle società partecipate del Comune. Inoltre”, chiosa l’assessore, “sappiamo bene che i primi momenti sono quelli più complessi, anche per le normali resistenze al cambiamento che di solito accompagnano le grandi trasformazioni. Ma abbiamo visto come è andata con la fatturazione elettronica obbligatoria: una volta accettata la novità, il servizio attivato dimostra da subito il suo enorme valore. Con il nodo sarà lo stesso, però per godere dei notevoli benefici che genererà all’interno dell’organizzazione dovremo anche mettere fornitori e cittadini nella condizione di capire che si tratta di un processo ineluttabile, ma soprattutto di un’innovazione che semplifica la vita”.

La questione naturalmente si fa ancora più complessa per enti meno strutturati del Comune di Reggio Emilia: a Besana Brianza (MB), dove 60 risorse lavorano per soddisfare i bisogni di 15.500 cittadini, l’iter di adesione al Nodo dei pagamenti è coordinato da Daniela Caminiti, responsabile Sistema di Gestione e Qualità e SIC. Caminiti ha affrontato la sfida affidandosi alle direttive suggerite dalla metodologia ISO 9001, la cui certificazione è stata ottenuta dal Comune nel 2004. “Il che significa”, spiega la manager, “che per soddisfare la legge bisogna prima capire cosa serve all’organizzazione per l’approvvigionamento, la produzione e l’erogazione del servizio, comprendere una volta a regime come tenere sotto controllo il processo e garantire l’utilizzazione del servizio attraverso la comunicazione e la formazione interna”. Per un ente come quello di Besana Brianza le partnership tecniche sono imprescindibili. Sono tre i ruoli identificati da Caminiti: il referente dei pagamenti, un intermediario, che potrebbe per esempio essere la Regione, e un partner tecnologico per lo sviluppo interno del software. “Dobbiamo occuparci di tutto quel che succederà sul portale dedicato ai servizi. Non si può pensare di aderire al Nodo senza investire risorse e senza fare scouting tra le software house che se si propongono come partner tecnologici. Meno impegnativo è il rapporto con le banche, che sono autonome nel mettere a disposizione strumenti in ottemperanza alla normativa europea”.

IL PUNTO DI VISTA DELL’AGID

E di fatto il Nodo dei pagamenti non farà che accelerare l’avvicinamento degli enti pubblici italiani ai traguardi stabiliti da Bruxelles per quanto riguarda le transazioni elettroniche, eliminando le commissioni a carico delle amministrazioni. Lo sottolinea Daniele Giulivi, responsabile dell’Area PA all’interno dell’Agenzia per l’Italia Digitale. “Il Nodo garantirà in primis sicurezza nella riconciliazione automatica e rapidità nella gestione delle riscossioni ricevute per quanto riguarda gli uffici pubblici, mentre per i cittadini la standardizzazione della user experience e la trasparenza sulla scelta e sui costi del servizio si tradurranno in accessibilità e prezzi concorrenziali”.

Il merito è del meccanismo sottostante al Nodo, studiato da Agid per passare da un modello in cui ogni pubblica amministrazione ha la necessità di convenzionare e delegare un soggetto terzo per la componente pagamenti, contrattualizzare caso per caso le varie funzioni e comunicarle al cittadino, a uno scenario in cui Agid si pone come interlocutore unico che funge da tramite per la stipula dei contratti, unendo il mondo pubblico a quello privato dei prestatori di pagamento attraverso un processo semplificato e standard. Fornitori di servizio che il cittadino può a questo punto scegliere liberamente in base al tipo, alla qualità e al costo del servizio.

Nel momento in cui si scrive, Giulivi evidenzia che 17 enti regionali o province autonome su 21 hanno aderito al Nodo, cinque sono già attive e tre lo saranno a fine anno, mentre nove stanno completando l’iter. I prestatori di servizio attivi sul mercato italiano sono 40.

PSP E PARTNER TECNOLOGICI SONO GIA’ PRONTI

Tra questi, PayTipper è il primo istituto di pagamento ad aver aderito ad Agid già dal 2013 ed è stato autorizzato a erogare il servizio per il Nodo a partire dallo scorso ottobre. In Italia PayTipper gestisce le transazioni verso circa 25 mila beneficiari e dispone di una rete fisica di accettazione di oltre 1700 esercenti (poste private, edicole, bar e tabaccai), a cui si aggiunge il canale on line PagaComodo, che consente al cittadino di effettuare pagamenti da qualsiasi dispositivo. Davide Bordin, responsabile della divisione Pagamenti del gruppo spiega che la società sta affrontando la fase finale di preproduzione in Veneto e in Toscana con un test in atto su un comune designato. “Sono ancora pochi gli enti che conoscono bene cosa significhi aderire al Nodo”, ammette Bordin. “Anzi molte si aspettavano una proroga oltre il 2015 per l’adesione al sistema. Agid d’altra parte è consapevole che la conoscenza delle problematiche legate al processo è limitata, e sta ovviando con incontri, tavole rotonde e momenti di confronto tra le dirigenze delle regioni e i sindaci dei comuni. Noi in qualità di Payment Service Provider di modello 3 (ovvero intermediario, ndr) siamo in grado di amplificare la capacità ricettiva degli stessi comuni attraverso l’attivazione di punti fisici locali che portano valore non solo al cittadino, ma anche al territorio grazie a un modello di remunerazione degli esercizi stessi. Il valore per il sistema invece è generato dalla nuova opportunità di gestire la documentazione sulle transazioni in maniera strutturata. La nostra rete sta crescendo in fretta, a un ritmo di cento affiliati al mese. Questo significa che se nei prossimi mesi gli enti riescono ad attrezzarsi con gli strumenti corretti, potranno già contare con un’infrastruttura esterna e a costo zero che li aiuterà ad azzerare gli sprechi di tempo e risorse nelle attività di rendicontazione e riconciliazione e ad ammortizzare gli investimenti sostenuti in brevissimo tempo”.

Poste Italiane, oltre a configurarsi come PSP, con tremila uffici postali, nuovi canali on line in arrivo nel 2016 e un inedito bollettino che veicola direttamente gli incassi sul Nodo, si propone anche come intermediario tra il sistema e la Pubblica amministrazione. Federica Silveri lavora nella divisione PA locale di Bancoposta e sottolinea che il gruppo è da sempre partner degli enti locali per i servizi di conto corrente. “Innalzando l’offerta, oggi siamo in grado di fungere da intermediario tecnologico per le organizzazioni che non possono sviluppare in autonomia gli opportuni connettori con l’Agid”, spiega Silveri. “L’amministrazione non deve fare altro che sottoscrivere il nostro servizio e aderire a un’offerta – modulare – grazie alla quale può anche accedere in maniera trasparente al supporto per la generazione dei codici IUV (identificativi delle causali dei versamenti, ndr), con la garanzia della compliance alle linee guida dell’Agid”.

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