Slitta di un anno l’obbligo per la PA di accettare pagamenti elettronici. Anzi no

Pubblicato il 23 Set 2015

PagoPA in sanità: evoluzione normativa e pratiche

redazione

Quando sarà perfezionata la transizione della PA italiana verso l’accettazione dei pagamenti elettronici? Se rispetto alla scadenza dei termini per l’adesione alla piattaforma PagoPA la data sembra certa, e corrisponde al 31 dicembre 2015, dal punto di vista pratico – ovvero rispetto all’attivazione vera e proprio dei servizi – la risposta è assai meno sicura.

Tutto è cominciato lunedì scorso: aveva creato un certo subbuglio la data comparsa su un comunicato emesso dall’Agid, che diceva che tutte le pubbliche amministrazioni devono aderire alla piattaforma entro fine anno e che «entro dicembre 2016 sarà obbligatorio per le PA procedere all’attivazione del servizio, per permettere a cittadini e imprese di effettuare qualsiasi pagamento verso la PA e i gestori di servizi pubblici in modalità elettronica, semplificando l’approccio e facilitando l’esperienza dell’utente».

Si trattava sostanzialmente di uno slittamento di un anno rispetto alla data indicata nelle Linee Guida del Nodo dei Pagamenti (Art.14), che recita: «[…] Si precisa che la procedura di adesione di cui al paragrafo 8.3.2 costituisce di per sé il rispetto dell’articolo 5 del CAD, a condizione che la pubblica amministrazione in sede di adesione definisca un piano di attivazione che individui in dettaglio le attività da compiere e i tempi di realizzazione, da terminare entro il 31 dicembre 2015. Il piano potrà anche prevedere un’attivazione graduale con riferimento ai singoli servizi offerti».

La nuova data, comunicata dopo un incontro con le amministrazioni centrali che si è tenuto come detto lunedì 21 settembre presso il Dipartimento della Funzione pubblica, sembrava prendere atto delle oggettive difficoltà degli enti locali a portare a termine la transizione nei tempi precedentemente stabiliti. Attualmente hanno infatti aderito alla piattaforma PagoPa solo 284 enti, e di questi 268 devono ancora terminare la fase di sperimentazione. «L’odierno incontro con le pubbliche amministrazioni centrali ha permesso di condividere le altre attività legate alla strategia di Crescita digitale, come la definizione di tempi e modalità di adesione alla piattaforma dei pagamenti elettronici PagoPa», si leggeva nel documento redatto dall’Agenzia, che, lo ripetiamo, indicava nel 31 dicembre 2015 il termine per l’adesione alla piattaforma e nel dicembre 2016 l’attivazione obbligatoria del servizio.

Il comunicato, però, è stato aggiornato in data odierna (23 settembre), privandolo del riferimento al 2016 e precisando solo che «Tutte le pubbliche amministrazioni dovranno inoltre aderire alla piattaforma “Pago PA” entro il 31 dicembre 2015».

A questo punto Pagamenti Digitali ha contattato l’ufficio stampa dell’Agid per avere chiarimenti. Ci è stato risposto che il termine del dicembre 2016 era stato erroneamente inserito per dare una definizione temporale per l’attivazione vera e propria dei servizi, il cui processo di integrazione, naturalmente, non è immediato. L’unica data di riferimento, ha precisato l’Agid, rimane quella indicata nelle Linee Guida del Nodo dei Pagamenti, dove però, notiamo, la frase «Il piano potrà anche prevedere un’attivazione graduale con riferimento ai singoli servizi offerti» non fornisce alcuna precisazione riguardo al progressivo roll out dei servizi. L’Agid ha confermato che non esiste una scadenza in tal senso. Se si aggiunge che nel piano mancano pure le sanzioni per gli eventuali inadempienti, anche se tutti gli enti locali aderissero alla piattaforma entro il 31 dicembre 2015, il rischio che gran parte del progetto rimanga una scatola vuota a tempo indeterminato è piuttosto elevato. Le strutture pronte al salto sono infatti concentrate al Nord, a cavallo di Toscana, Piemonte, Emilia Romagna e Marche, mentre al Meridione, Basilicata a parte, nessuna Regione o ente territoriale ha ancora aderito al nodo.

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