Alessandro Longo
L’Emilia Romagna è tra le amministrazioni pioniere della grande riforma sui pagamenti digitali, come confermato, al nostro sito, dall’Agenzia per l’Italia Digitale.
Tra pochi giorni la Regione si collegherà a tutti gli effetti al nodo pagamenti dell’Spc (Sistema pubblico di connettività) e attraverso di lei lo faranno i diversi servizi pubblici comunali e regionali (da quelli sanitari a quelli del trasporto pubblico locale, tra l’altro). Il collegamento a livello sperimentale è già attivo da un mese e ora è in fase ultima di collaudo, ci spiega Rossella Bonora, della società inhouse regionale Lepida, che gestisce il sistema di pagamento PayER: una piattaforma che permette agli enti di far pagare online i propri servizi ai cittadini. Già adesso- e da due anni- i cittadini dell’Emilia Romagna hanno quindi questa facoltà, per 650 servizi della pubblica amministrazione: possono pagarli online, grazie all’intermediazione di pagamento fatta da PayER. «Quando ci interfacceremo al nodo pagamenti, il controllo del flusso di denaro passerà all’Spc. Payer sarà quindi solo un concentratore di servizi dell’Emilia Romagna. Spc non dovrà fare tanti connettori per quanti sono i servizi del territorio ma solo uno, verso l’aggregatore Payer», spiega Bonora.
I cittadini apprezzano
«Tra i servizi più utilizzati, c’è il rinnovo abbonamenti trasporti pubblico locale, che il cittadino fa tramite sito web. Il pagamento (tramite il centro unificato di prenotazione) di ticket sanitari alle Asl e delle visite private a medici specialisti che operano in strutture sanitarie». Ma ci sono anche i servizi per pagare lo Ztl, gli abbonamenti di sosta, le multe, i servizi scolastici, gli oneri dello sportello unico attività produttive. Fino ad arrivare al rilascio dei tesserini raccolta di funghi e ai servizi cimiteriali.
«Non ci credevamo ma tanta gente paga online anche queste cose. Per la comodità di poterlo fare da casa e in qualunque ora del giorno». «Adesso abbiamo 10 mila pagamenti al giorno, con un boom da agosto 2013, mese in cui erano sono 3 mila. Abbiamo gestito 6 milioni di euro in due anni, di cui quattro quinti nell’ultimo anno. Adesso viaggiamo al ritmo di 500 mila euro mese».
Il passo successivo: il collegamento al Spc
Il collegamento dell’Emilia Romagna all’Spc ha un valore molteplice. Da una parte, certo, rientra in un più ampio progetto, dell’Agenda digitale, che mira a centralizzare i pagamenti verso la pubblica amministrazione per renderli più efficienti e tracciabili. Dall’altra, ci dovrebbe essere anche un vantaggio pratico e subito percepibile per i cittadini della regione: il possibile ampliamento dei sistemi di pagamento disponibili.
Adesso, con PayER, è possibile pagare i servizi in Emilia Romagna con carta di credito, Paypal e l’home banking di Intesa San Paolo. «Speriamo, grazie al collegamento Spc, di spingere altri soggetti a adottare la piattaforma. Così potremo abilitare altri modi per pagare i servizi della Pa tramite moneta elettronica», dice Bonora. Per esempio altre banche, le Poste e i tabaccai del circuito Lottomatica. Questi, tra gli altri, sono i soggetti con cui l’Agenzia per l’Italia digitale sta facendo accordi per il nodo pagamenti. Significa che i correntisti di diversi istituti di credito potranno pagare via home banking; oppure potranno farlo con moneta elettronica presso i tabaccai.
C’è anche l’idea di portare su Spc un soggetto che per ora permette solo in Emilia Romagna il pagamento elettronico dei servizi della Pa: le Coop. In quella regione è possibile pagarli alle casse del supermercato. Se le Coop faranno un accordo con l’Agenzia, questa comodità sarà estesa a tutta l’Italia.
Quanti più saranno i sistemi di pagamento disponibili, meglio sarà: non solo perché i sarà più scelta per il cittadino, ma anche perché «si creerà una competizione tra loro e quindi scenderanno i costi di commissione. La Regione si è già dimostrata capace di negoziare dalle banche le condizioni migliori», dice Bonora.