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L’Antitrust boccia Bancomat Spa: effetti anticoncorrenziali nel progetto di remunerazione dei prelievi

La proposta di prelievi in circolarità voleva cambiarne la remunerazione agli sportelli ATM. Ma ha ricevuto semaforo rosso dall’Agcm. Ecco perché è intervenuta l’Authority e perché il consorzio ha annunciato ricorso contro il provvedimento

Pubblicato il 07 Dic 2022

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L’Antitrust boccia la proposta di Bancomat Spa che voleva cambiare la remunerazione dei prelievi.

Il nuovo modello di prelievi in circolarità non s’ha da fare, secondo l’Authority. Ecco perché è intervenuta l’Agcm e perché il consorzio ha annunciato ricorso.

Antitrust boccia Bancomat sulla remunerazione dei prelievi

Bancomat Spa aveva proposto un nuovo modello di remunerazione dei prelievi dagli sportelli ATM per assicurare l’accesso al contante. L’idea dell’azienda consisteva nel modificare la remunerazione dei prelievi del cash in circolarità dagli sportelli Bancomat.

La proposta di Bancomat Spa era volta a effettuare prelievi da ATM gestito da istituto differenti dalla banca che aveva emesso la carta. Il titolare della carta, interfacciandosi in maniera diretta con la banca che gestisce lo sportello, avrebbe potuto verificare la tariffa applicata e pagare la commissione a chi supporta i costi di gestione della rete.

Il progetto aveva infatti ricevuto il sostegno di Unicredit e Intesa Sanpaolo, ma ora subisce lo stop dell’Antitrust.

Agcm: il nuovo modello cela effetti anticoncorrenziali

Secondo l’Authority italiana, il progetto di prelievi in circolarità riduce la concorrenza. L’Agcm ritiene che il nuovo modello causerebbe una “restrizione della concorrenza a danno dei consumatori”.

Inoltre, da una nota dell’Autorità emerge che “dai dati acquisiti in istruttoria emerge che non vi è alcuna relazione diretta tra l’attuale modello di remunerazione e la diminuzione degli ATM (-13,9% tra 2015 e 2021), legata invece alla riduzione del numero di sportelli (-28,4% tra 2015 e 2021)”. Bancomat non ha dunque dimostrato quali efficienze potrebbe generare l’introduzione del nuovo modello. Invece, secondo l’Agcm, il ridimensionamento della rete di ATM dipende da altro. La chiusura di circa 600 filiali e rispettivi ATM ogni anno deriva, invece, dall’evoluzione fisiologica del mercato e dalle scelte strategiche delle banche. Come la riorganizzazione della rete di sportelli.

L’attuale sistema di remunerazione prevede che l’istituto bancario, che ha emesso la carta usata per effettuare il prelievo, versi una commissione interbancaria (MIF) alla banca dove avviene il prelievo ATM. Dunque l’istituto bancario può chiedere una commissione al proprio cliente che preleva allo sportello di un’altra banca.

Bancomat aveva invece messo a punto un nuovo modello, secondo cui la banca presso cui si effettua il prelievo, potrebbe rivolgere una richiesta diretta al titolare della carta di una commissione di prelevamento (DAF).

Tuttavia l’Autorità intravede una limitazione della concorrenza nel nuovo modello. Secondo Agcm, dietro le nuove regole si configurano effetti anticoncorrenziali, in grado di provocare un balzo delle commissioni medie di prelievo in circolarità per gli utenti.

Inoltre il nuovo modello cela altri paletti in grado di ostacolare la concorrenza tra banche nell’erogazione di servizi alla clientela. Infatti potrebbe sfumare la possibilità di stabilire la commissione di prelevamento in circolarità per i propri clienti. Il progetto potrebbe anche prevedere di non far pagare la commissione alla clientela. Ma la proposta sembra perfino incentivare a una collusione con altre banche.

Ricorso

Il Consorzio ha annunciato ricorso contro il provvedimento di chiusura “non ritenendo giustificato il divieto di implementare il nuovo modello di remunerazione” e confermando invece “la bontà della proposta”.

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