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Digital banking, Italia a due velocità

Le soluzioni innovative rispondono a ciò che imprenditori e liberi professionisti cercano: semplicità, flessibilità, convenienza e personalizzazione. Ma inerzia e timori irrazionali li frenano, con il rischio di perdere in termini di efficienza e competitività

Pubblicato il 22 Mar 2023

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Secondo un’indagine di Tot sul banking digitale, l’Italia va a due velocità e c’è un forte divario generazionale.

Pmi e professionisti sanno bene di cosa necessitano e cosa cercano per migliorare la gestione del business. Sono consapevoli delle potenzialità dell’innovazione. Tuttavia, al contempo, sono abitudinari. Per inerzia scelgono dunque una proposta tradizionale, senza informarsi sulla disponibilità di soluzioni digitali. Ecco perché rischiano di perdere in termini di efficienza e competitività.

Banking digitale: a che punto siamo

Dalla ricerca di Tot sul banking digitale emerge che a Pmi e professionisti serve il digitale per la gestione finanziaria, ma sono ancora legati a vecchie abitudini. Corrono dunque il rischio di subire rallentamenti nella crescita e competitività.

L’Italia va a due velocità, perché chi privilegia un approccio fondato sul digitale trae crescente valore aggiunto, ottenendo vantaggi in termini sicurezza, efficienza e competitività.

Molti usano l’home banking per non perdere tempo recandosi in filiale. Ma, quando valutano il banking digitale, temono di perdere figure di riferimento “umane”. Anche se poi raramente gli intervistati le consultano, ma la cui sola esistenza garantisce loro sicurezza. Una contraddizione di natura irrazionale, secondo Tot, che non contamina i soggetti più giovani. Tecnologicamente più competenti e di natura più inclini e curiosi verso soluzioni innovative più efficienti. Infatti la ricerca rileva un forte divario generazionale.

Le soluzioni di banking digitale, inoltre, rispondono a ciò che imprenditori e liberi professionisti cercano: semplicità, flessibilità, convenienza economica e personalizzazione.

Dall’indagine di Tot emerge che coloro che sfruttano il banking digitale ottengono untale aumento di valore aggiunto da intensificarne via via l’uso.

L’indagine di Tot

La ricerca di Tot, fintech che digitalizza la gestione amministrativa e finanziaria, è stata condotta da RFR International.

Bruno Reggiani, COO e co-founder di Tot
Bruno Reggiani, COO e co-founder di Tot

“La risposta ai bisogni di efficienza e semplificazione per la gestione finanziaria e amministrativa di professionisti e piccole imprese esiste e si trova nel digitale”, afferma Bruno Reggiani, COO e co-founder di Tot: “Per garantire maggiore competitività a queste attività, che rappresentano l’ossatura economica del Paese, è però necessario un cambiamento culturale. I giovani lo hanno già fatto e questo li ha resi pronti a cogliere il valore aggiunto di nuovi servizi; le caratteristiche demografiche del nostro Paese impongono che questo passaggio venga fatto velocemente anche da una fascia più matura“.

“È corretto essere attenti alla solidità della realtà a cui si affida il proprio business, ma basta informarsi per capire come oggi sul mercato siano presenti attori digitali monitorati e vigilati che garantiscono le stesse tutele del sistema bancario tradizionale. La domanda da porsi quindi non è quale tipologia di soluzione garantisca maggior sicurezza, ma quale restituisca maggiore efficienza“, conclude Bruno Reggiani: “Semplificare per garantire maggiore competitività”.

Nel giro di pochi mesi, Tot ha conquistato più di 1.200 clienti attivi che hanno totalizzato 80 mila operazioni, con una media di 600 mila di transato con carta al mese. La loro operatività cresce di oltre il 25% mese su mese, con punte di oltre il 40% per le carte di pagamento. Gli aumenti superano la media di mercato sia per importo che per numero di operazioni pro capite.

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