Bike sharing tra m-payment e digital couponing

Pubblicato il 14 Mag 2015

Sarà che il concetto di smart city è intrinseco al mondo delle due ruote a trazione umana (ovvero le biciclette) che permettono di raggiungere qualsiasi punto della metropoli spesso più velocemente che con mezzi motorizzati. Oppure il fatto che il bike sharing funziona e si è sviluppato grazie ai sistemi di pagamento cashless. Fatto sta che cycling e mobile payment si stanno diffondendo di pari passo nelle grandi città di tutto il mondo. Basti pensare che secondo uno studio di Elliot Fishman dell’Università di Utrecht, nel 2004 i sistemi di bike sharing erano solo 13, mentre oggi se ne contano 855, con l’Italia al secondo posto tra i Paesi più attivi (114, subito dopo la Cina, che ne ha 237). E sono tutti o quasi caratterizzati da tecnologie che permettono il pagamento automatico con carta di credito, il tracciamento satellitare e app che localizzano le isole dove prendere e lasciare le bici. Ma stanno arrivando soluzioni ancora più innovative per promuoverne o semplificarne ulteriormente l’adozione.

A Londra per esempio Santander ha sviluppato una nuova app destinata agli utenti del network London’s cycle hire. Il software si chiama Santander Cycles App ed è disponibile per i device iOs e Android sia di coloro che sono già abbonati al servizio, sia degli utenti occasionali, e quindi dei turisti. In pratica, oltre a localizzare le docking station più vicine e la disponibilità delle biciclette, permette di pagare il noleggio direttamente sullo smartphone, senza quindi dover immettere i dati della carta sul terminale dell’isola. Gli utenti non devono fare altro che registrarsi sull’app, selezionare la località da cui vogliono prelevare un mezzo e pagare con un tap sul telefono. Il sistema invierà loro un codice che andrà inserito sul terminale e che sbloccherà la bicicletta. Santander ha sviluppato il sistema subito dopo essersi insediata come sponsor di TFL (Transport for London) al posto di un altro gruppo bancario, Barclays’s, di fatto offrendo servizi al secondo network europeo di bike sharing, che nel 2014 ha registrato 10 milioni di viaggi.

Il Couponing in Colombia: vantaggi per chi va in bici

Se nella City dunque l’utilizzo della bicicletta è una prassi consolidata e va per questo accompagnata da user experience sempre più intuitive, in altre grandi metropoli, come per esempio Bogotà, in Colombia, il processo è appena cominciato. E per promuoverlo si ricorre al couponing. La startup Biko ha infatti ideato un sistema di remunerazione per chi decide di mettersi in sella e combattere il traffico perennemente congestionato della città sudamericana. Si tratta di una vera e propria piattaforma social attraverso la quale i ciclisti possono condividere tratte, percorsi, informazioni su potenziali pericoli e strade da evitare, costruendo una rete dinamica grazie alle tecnologie di geolocalizzazione disponibili sugli smartphone. Chi aderisce al progetto e scarica la app riceve dei “biko”, ovvero dei crediti che aumentano all’aumentare delle distanze percorse e permettono di usufruire di sconti per gli acquisti effettuati presso alcune catene retail. Per il momento, tra i partner di Biko ci sono una ventina di insegne, tra cui Starbucks, Burger King e Taco Bell. Il modello di business di Emilio Pombo, cofondatore della startup, prevede in seguito di utilizzare i dati forniti dagli utenti per aiutare i partner a indirizzare con più efficacia i propri messaggi pubblicitari, ma anche per sostenere la pubblica amministrazione nei processi di pianificazione nei lavori urbanistici. Biko è partita con un capitale di 150 mila dollari, e attualmente è alla ricerca di nuovi investitori. Serve circa un milione e mezzo di dollari perché l’impresa possa espandersi ulteriormente.

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