La digital maturity curve delle PMI italiane sotto la lente di Qonto

L’indagine condotta da Qonto traccia una fotografia attuale del tasso di digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane. Confermata la generale accelerazione alla trasformazione digitale che l’emergenza sanitaria da Covid-19 sembra aver impresso nelle aziende

Pubblicato il 23 Mar 2021

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Soprattutto nelle piccole realtà imprenditoriali, a guidare la spinta alla digitalizzazione è, nell’87% dei casi, l’imprenditore o l’Amministratore Delegato, alla ricerca di strumenti in grado di fornire un supporto concreto all’ottimizzazione della gestione quotidiana e alla semplificazione dei processi aziendali. Una necessità acuita dalla pandemia, che ha costretto la piccola e media imprenditoria a ripensare le proprie priorità e a sradicare prassi consolidate per adeguarsi al nuovo scenario. Spostare online l’operatività, e in alcuni casi anche il business, si è rivelata l’unica strada possibile per affrontare la crisi.

Lo testimonia l’indagine condotta sui propri clienti italiani da Qonto, servizio finanziario 100% digitale che si rivolge esclusivamente a imprese e professionisti. Negli ultimi 12 mesi, il 44% delle imprese ha vissuto un’accelerazione nel processo di digitalizzazione. Oltre il 40% ha destinato all’adozione e implementazione di nuovi strumenti digitali più del 10% del proprio budget; la metà una quota superiore al 30%.  Ma il trend non si è esaurito con la fine dell’anno e, complice la situazione sanitaria ancora incerta, e i timori diffusi legati a perdita di competitività (38%) e di ricavi (25%), si conferma anche per il 2021 con il 70% delle imprese che prevede un ulteriore e maggiore sviluppo digitale.

Aumentano gli investimenti nel Fintech

A un anno dallo scoppio dell’emergenza Covid-19, gli strumenti digitali più gettonati risultano quelli dedicati ai servizi finanziari (63%), più rilevanti anche rispetto agli strumenti di video-conference (45%). Il 41% delle imprese, negli ultimi 12 mesi, ha deciso di aprire un conto business online, di ricorrere maggiormente alle transazioni online (36%), di privilegiare l’utilizzo di pagamenti con carta rispetto ai contanti (28%) e di sperimentare nuovi metodi di pagamento come, ad esempio, le carte virtuali (13%). Tra i nuovi servizi digitali più adottati dalle imprese rientrano, inoltre, i servizi di marketing online (34%) e le piattaforme di e-commerce per la vendita dei propri prodotti (28%).

“Un dato che evidenzia la centralità della gestione finanziaria nella quotidianità aziendale e il ruolo chiave che il digitale riveste nel semplificarla. L’attivazione online in pochi minuti, lo snellimento della burocrazia e la facilità d’uso, che comportano un notevole risparmio di tempo rispetto ai servizi tradizionali, sono solo alcuni dei vantaggi dei servizi finanziari digitali” commenta Mariano Spalletti, Country Manager Qonto Italia che vuole essere al fianco degli imprenditori per aiutarli a porsi come partner innovativo e affidabile per gestire in modo efficiente tutte le attività finanziarie del business, dall’operatività bancaria e contabile quotidiana fino alle principali decisioni finanziarie.

Informatica e telco, i settori digitali più maturi

L’effetto sorpresa riguarda la stragrande maggioranza del panel intervistato da Qonto (78%) secondo cui è di lunga data il ricorso a strumenti e servizi digitali, contro il 5% degli intervistati che dichiara di non farne uso, definendo la propria impresa al momento scarsamente digitalizzata. Rispetto al settore di appartenenza poi, quasi la metà delle PMI intervistate (45%) valuta “alto” o “molto alto” il livello di digitalizzazione del proprio mercato di riferimento, mentre solo l’8% è molto scettico a riguardo.

In cima alla curva di maturità digitale delle imprese italiane svettano il settore informatico e delle telecomunicazioni (in una scala da 0 a 5, l’86% delle PMI del settore ha selezionato i valori più alti per definire il grado di digitalizzazione della propria industria) e il settore dei servizi professionali e alle imprese (52%). Le imprese che invece non sembrano avere molta considerazione del livello di digitalizzazione del proprio comparto sono: l’edilizia con il 22% del campione che pensa che il settore di riferimento sia molto digitalizzato, l’immobiliare (30%) e quello della ristorazione (33%). Tuttavia, la percentuale sale sensibilmente quando l’impresa fa una valutazione del proprio digital status, con un balzo al 33% per l’edilizia e al 43% sia per l’immobiliare che per la ristorazione. In particolare l’edilizia, dove il 22% delle imprese prevede di incrementare il livello di investimento in digitale nel 2021.

Un boost maggiore per le aziende più giovani e più grandi

Sono le giovanissime imprese a essere più inclini ed aperte al cambiamento: oltre l’80% delle aziende sotto l’anno di età prevede per l’anno in corso un maggior sviluppo digitale e il più alto volume di investimenti dedicati alla digital transformation. E sorprendentemente il 60% di queste sono guidate da over 50 e over 40. Il livello di digitalizzazione percepito non è tanto legato all’età anagrafica di chi le guida, quanto più alla giovane storia della società. L’83% dei professionisti oltre gli “anta” alla guida di aziende nate da meno di 12 mesi tende a fare un ampio utilizzo dei servizi digitali e più della metà li privilegia rispetto ad altri: tra i servizi digitali più diffusi i servizi finanziari (adottati dal 42%), software di contabilità (30%) e servizi gestionali (25%).

La metà delleaziende con oltre 10 anni di anzianità si posiziona nella fascia alta della scala di autovalutazione digitale, ma rispetto alle imprese più giovani, ricorre meno ai servizi digitali (il 21% dichiara di farne un uso scarso). Infatti, circa un quarto del campione ha scelto di destinare all’adozione e all’implementazione di servizi digitali meno del 5% del proprio budget.

Se guardiamo invece alle dimensioni delle aziende intervistate, le aziende che contano tra i 10 e i 49 dipendenti hanno affrontato la sfida lanciata dall’emergenza sanitaria imprimendo, nel 56% dei casi, una forte accelerazione nell’adozione di nuovi strumenti digitali. Meno evidente invece il processo di digitalizzazione messo in atto dalle microimprese, che hanno registrato un boost minore al processo di digitalizzazione nel corso dello scorso anno, nel 60% dei casi per mancanza di risorse economiche disponibili.

Immagine fornita da Shutterstock.

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