Ormai il Fintech non può essere più visto come un fenomeno di nicchia: questa la principale implicazione della ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano. Innanzitutto lo studio ha messo in evidenza come ormai esistano ben 326 startup Fintech & Insurtech in Italia, che sono state capaci di raccogliere 654 milioni di euro di finanziamenti. I settori in cui operano queste realtà sono eterogenei: si va dai servizi bancari (42%) ai servizi tecnologici orientati al mondo finanziario e assicurativo (25%). Un altro aspetto significativo è l’apertura verso il mondo esterno: ben il 73% delle fintech italiane ha avviato almeno una partnership con altri attori, che in metà dei casi non sono finanziari e in particolare le più mature si mostrano molto attive nelle collaborazioni. La ragione alla base di questa politica di alleanze è la possibilità di accedere a nuove tecnologie come API, Big Data Analytics e Artificial Intelligence.
La moltiplicazione delle startup del Fintech è spinta dalla domanda: secondo l’Osservatorio, ci sono ben 12,7 milioni di italiani (pari al 29% della popolazione tra i 18 e 74 anni) che hanno utilizzato almeno un servizio Fintech & Insurtech nel 2019, mostrando un alto livello di soddisfazione. In particolare, sono soprattutto i giovani tra i 18 e 24 anni a conoscere e utilizzare più questi servizi. Quelli attualmente più utilizzati sono il Mobile Payment (14%) e i Chatbot per comunicare con la banca (10%), mentre tra i meno impiegati ci sono le assicurazioni istantanee/on demand (2%) e le assicurazioni con premi basati sul comportamento (1%). Sul versante Insurtech, solo il 14% degli utenti ha già acquistato una polizza completamente online (l’86% di questi una polizza auto, poche coperture per la casa e prodotti vita). La maggioranza (66%) dei consumatori non ha mai acquistato polizze in forma digitale e non intende farlo nel prossimo futuro, principalmente per mancanza di fiducia e perché soddisfatto del canale tradizionale.
Le Fintech sono ovviamente interessate alla rivoluzione della PSD2 e del’Open banking: per effettuare innovazione in questo ambito le fintech possono contare sulla presenza di ben 48 piattaforme di Open Finance attive in Europa che permettono scambio di dati, attivazione di servizi, ecosistemi di collaborazione e aggregazione di idee. Da notare che i consumatori italiani richiedono alle banche servizi caratterizzati dall’assenza di costi di base, la velocità nelle operazioni e nel rispondere ai problemi, insieme alla possibilità di un incontro di persona nei casi più complessi.
“L’innovazione digitale del settore bancario, finanziario e assicurativo inizia ad avere un impatto finalmente visibile, con effetti che diventeranno via via più marcati – afferma Marco Giorgino, Direttore scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech –. Non v’è dubbio che assisteremo ad una profonda trasformazione dell’industria, con una forte ridefinizione dei confini della competizione. Tre le direttrici su cui agire, innanzitutto, gli operatori devono saper definire strategie di open innovation e collaborare con attori anche diversi, in primis fintech e insurtech, per sviluppare il cambiamento. Inoltre, le fintech e le insurtech devono saper dialogare con gli incumbent per ‘scalare’ più velocemente e ottimizzare il rapporto tra i costi e i benefici della crescita. Infine, sarà necessario pensare ad operazioni straordinarie per raggiungere quelle dimensioni coerenti con gli investimenti necessari alle economie di scala e di scopo del mercato digitale”.