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Crowdfunding e finanza alternativa, più efficaci con Mangopay

Con questa soluzione l’investitore può avere sempre la propria situazione aggiornata e monitorare lo stato della raccolta in tempo reale, nel pieno rispetto della normativa PSD2

Pubblicato il 23 Giu 2023

Crowdfunding e finanza alternativa: tablet con simboli di pagamento

Gli scenari del credito a livello internazionale stanno cambiando in conseguenza di una nuova politica monetaria di rialzo dei tassi, tesa a ridurre l’inflazione. In questo scenario, la finanza alternativa rappresenta un valido alleato per le imprese, grazie a nuove soluzioni per diversificare le fonti di approvvigionamento finanziario, accorciare i tempi di incasso, e, più in generale, riuscire ad affrontare in modo strategico una congiuntura che presenta un elevato rischio di eccessivo indebitamento.

Crowdfunding, minibond, invoice trading, venture capitalism, sono tutti aspetti della finanza alternativa che stanno crescendo negli ultimi anni. Secondo i dati del 7° Report sul crowdfunding, lo studio pubblicato dall’Osservatorio Entrepreneurship Finance & Innovation del Politecnico di Milano, nel 2021 il crowdfunding ha raccolto oltre 430 milioni di euro, in aumento del 27% rispetto all’anno precedente. “Una tendenza che continua a essere in forte crescita”, spiega Alfonso Catone, country manager Italia di Mangopay, azienda che propone soluzioni di pagamento specializzate anche per le piattaforme di crowdfunding.

Alfonso Catone, Country Manager Italia di Mangopay

A evidenziare l’importanza di strumenti di finanza alternativa che possono rafforzare la filiera c’è, ad esempio, l’invoice trading, cioè lo smobilizzo di fatture commerciali fra privati, che ha raggiunto un ammontare di circa 700 milioni nel 2022. Dopo la pandemia, infatti, è cambiata anche la prospettiva verso le catene internazionali di costruzione del valore: si nota una maggiore attenzione da parte delle grandi imprese alla catena di fornitura e si consolida la consapevolezza che una filiera forte, anche nei suoi anelli più deboli, quindi anche nelle imprese di dimensioni ridotte, rappresenti maggiore solidità lungo l’intera catena di produzione del valore.

Ecco perché il crowdfunding è un elemento strategico per la crescita delle imprese e riuscire a far leva sui pagamenti per fare crescere la propria piattaforma si traduce in un vantaggio strategico dal punto di vista del credito e, più in generale, della gestione aziendale.

Crowdfunding, cos’è e quanto vale

Crowdfunding significa letteralmente “finanziamento collettivo” e rappresenta un processo di finanziamento in cui più soggetti investono il proprio denaro per sostenere un progetto proposto da una persona o da una impresa. L’incontro tra le due parti, gli investitori e chi beneficia del capitale raccolto, avviene attraverso piattaforme ad hoc. Ad oggi sono circa 90 le piattaforme attive in Italia che hanno sviluppato oltre 200 progetti nell’ultimo anno. Come anticipato, sono oltre 430 milioni le risorse raccolte attraverso il crowdfunding nel 2021.

Ci sono diverse tipologie di crowdfunding:

  • donation crowdfunding: volto a raccogliere donazioni per progetti personali di varia natura
  • lending crowdfunding: che prevede un prestito per finanziare piccole imprese e progetti di real estate
  • equity crowdfunding: che raccoglie capitale di rischio quindi gli investitori acquistano una quota del capitale sociale dell’impresa, solitamente una startup innovativa

Crowdfunding, l’attesa della nuova normativa

A novembre 2023 anche in Italia sarà possibile applicare la nuova normativa prevista dal regolamento ECSP, il regolamento europeo per il crowdfunding che norma anche l’autorizzazione europea per i fornitori servizi di crowdfunding alle imprese. Si tratta di definire un’unica autorizzazione che permetterà ai prestatori di servizi di operare in più Paesi secondo regole comuni.

“Ė una grande opportunità – spiega Alfonso Catone – perché permetterà alle piattaforme di espandersi a livello internazionale e di crescere in ambiti, come il lending crowdfunding, che finora in Italia non erano ancora regolati. Ė anche un grande rischio perché aumenta la concorrenza e, rispetto ai competitor europei, in Italia scontiamo un ritardo nell’avvio della procedura di autorizzazione”.

Mentre negli altri paesi europei i fornitori di servizi di crowdfunding dispongono già dell’autorizzazione europea e sono pronte a partire, in Italia la normativa deve ancora essere adeguata al regolamento UE e si attende la definizione delle specifiche competenze come autorità di vigilanza di Banca d’Italia e Consob.

Con la nuova attesa normativa, ad esempio, la nuova regolamentazione del lending crowdfunding, grazie ai nuovi standard europei, permetterà di avere maggiore sicurezza nella prevenzione delle truffe attraverso l’applicazione delle procedure antiriciclaggio.

“Poter contare su un panorama normativo comune è ancora più rilevante per l’equity crowdfunding – sottolinea Catone – perché finora il regolamento italiano permetteva solo alle banche tradizionali di interfacciarsi con le piattaforme di equity. Oggi, invece, grazie a sistemi di pagamento fintech come Mangopay, è possibile utilizzare API (interfaccia di programmazione delle applicazioni) e permettere così l’automazione dei processi, il risparmio di tempo e una maggior efficienza gestionale”.

Crowdfunding, piattaforma più efficiente con Mangopay

Grazie ai sistemi di pagamento Mangopay, all’applicazione di soluzioni per split e bulk payments, all’automazione data, ad esempio, dalla verifica del titolare del progetto da finanziare, emerge chiaramente come i sistemi di pagamento online possano essere una potente leva per far crescere le piattaforme di crowdfunding e, di conseguenza, aumentare l’utilizzo della finanza alternativa per diversificare l’approvvigionamento di investimenti e rafforzare l’impresa.

In pratica, ad esempio nel caso dell’equity crowdfunding, se un investitore inizia a depositare delle somme variabili di denaro nella piattaforma, una volta che abbia raggiunto la quota minima dell’investimento previsto dal progetto di raccolta si può procedere automaticamente al trasferimento della quota all’impresa. Viceversa, quando l’impresa avvia la procedura di exit, potrà rimborsare gli investitori in modo automatizzato. Si tratta di procedure di routine che oggi, senza una soluzione come quella proposta da Mangopay, vengono fatte manualmente, con aumento del margine di errore e grande dispendio di tempo.

Un altro aspetto di grande rilevanza è il ruolo strategico degli e-wallet Mangopay grazie ai quali l’investitore ha sempre la propria situazione aggiornata e la piattaforma di crowdfunding può monitorare lo stato della raccolta in tempo reale.

“Tutto viene svolto nel rispetto della PSD2 – precisa Catone – quindi rispettando gli standard di sicurezza. Con i nostri sistemi automatizzati, in pochi minuti è possibile effettuare la verifica dell’investitore dal punto di vista dell’identità e dell’antiriciclaggio. E tutto avviene con un unico provider, un unico sistema che gestisce le risorse investite mentre la piattaforma controlla la sicurezza sia per chi investe sia per chi riceve i fondi”.

Fra le altre funzionalità possibili con gli e-wallet Mangopay c’è, per esempio, il calcolo automatico delle imposte sui rendimenti e visualizzare i flussi delle risorse investite: in questo modo, avendo ben chiara la situazione, diventa anche più semplice continuare a reinvestire le somme gestite all’interno della piattaforma. Si migliora così la user experience e si riduce il “tasso di abbandono” dell’investimento nella piattaforma di crowdfunding, facendola crescere grazie alla soddisfazione dell’investitore e dell’impresa che può finanziare in tutta sicurezza il proprio progetto.

Articolo realizzato in collaborazione con Mangopay

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