A che punto siamo a livello di inclusione digitale e finanziaria?

Pubblicato il 22 Ago 2016

Mauro Bellini

Il dibattito politico si interroga sul digital divide e sui temi dell’inclusione sociale o digitale. Ma c’è un tipo di inclusione, estremamente importante, che abilita e consente l’accesso a servizi di primaria importanza. Stiamo parlando dell’inclusione digitale legata ai servizi bancari e finanziari. E se una delle grandi sfide sociali ed etiche è rappresentata dalla diffusione dei digital payment e dalla “lotta al cash” diventa assolutamente fondamentale creare le premesse perché anche dal punto di vista culturale, dell’approccio e della sensibilità, si diffondano condizioni per il superamento del digital divide.

MasterCard ha voluto indagare questo tema anche a livello di percezione dell’inclusione da parte dei consumatori europei, con particolare attenzione proprio ai temi dell’inclusione finanziaria, ovvero delle conoscenze, delle sensibilità, delle competenze, ma anche della disponibilità dei mezzi e delle opportunità per poter effettivamente svolgere le attività collegate al personal banking, al mobile banking, al banking in generale e alla finanza con strumenti digitali.

La ricerca mostra un’Europa con luci ed ombre. La percezione degli utenti europei verso il tema dell’inclusione digitale è buono al punto che il 49% degli intervistati in Europa considera che ci sia un alto livello di inclusione nel proprio paese anche se, nello stesso tempo quando si alza lo sguardo a livello Continentale, emerge come un’ ombra che il 78% del campione non considera l’Europa come il Continente più inclusivo del mondo.

La ricerca di MasterCard è stata elaborata sulla base di oltre 10.000 interviste in Europa, di cui oltre 1.000 rispondenti in Italia, e ha posto l’attenzione su temi come l’accesso della popolazione a servizi digitali collegati alle attività di banking e finanza come i conti bancari, i pagamenti digitali, i prestiti, le connessioni ad internet e l’utilizzo di smartphones.

L’Italia brilla in Europa per l’ottimismo e per la fiducia verso i temi del digitale a livello europeo. Il 42% degli italiani considera l’Europa il paese più inclusivo al mondo dal punto di vista finanziario e il 50% dei nostri concittadini ritiene che il nostro continente sia anche il più inclusivo dal punto di vista del digitale. Al contrario nel caso specifico dell’Italia la percezione sull’inclusività digitale e finanziaria scende nel momento in cui si guarda ai soli confini italiani. Solo il 32% degli italiani percepisce un livello alto di inclusione finanziaria e il 27% un livello alto di inclusione digitale, mentre circa il 50% ritiene che i livelli attuali di inclusione debbano essere migliorati.

Disparità di genere

C’è il tema della disparità di genere che si intreccia anche con i temi dell’inclusività e dalla ricerca emerge che esiste una percezione di disparità tra i generi. La stragrande maggioranza degli intervistati a livello europeo (83%) è convinta che gli uomini godano di una maggiore inclusione finanziaria e digitale rispetto alle donne. Nell’88% delle risposte le pari opportunità in termini di accesso a prodotti finanziari e digitali sono considerate un fattore fondamentale per dare vita a una società realmente aperta ed inclusiva.

Anche in questo caso l’Italia si distingue dal resto dell’Europa e dalla ricerca emerge che il 57% delle donne e il 67% degli uomini dichiara di aver accesso a prodotti e servizi finanziari e digitali.

L’importanza dell’inclusione anche a livello di genere è sottolineata da Ann Cairns, President International Markets di MasterCard, che ha voluto osservare come l’inclusione finanziaria, digitale e di genere, sono tra loro sempre più connesse. L’Europa è uno dei continenti più sviluppati al mondo, ma ci sono ancora barriere che vanno superate e ci sono ancora molti europei che si considerano ancora esclusi dalla società digitale.

Un ruolo fondamentale è poi svolto dall’educazione e dalla formazione anche a livello scolastico. Per il 91% del campione legato all’Italia l’educazione è assolutamente importante per dare vita a un paese e ad una società inclusiva. Nello specifico il 77% dei rispondenti afferma di poter accedere a un’istruzione adeguata e mentre il 56% sottolinea che dietro ai grandi temi dell’esclusione digitale ci sono gravi problemi legati alla mancanza di istruzione e alla necessità di sviluppare e diffondere competenze digitali. Il passo dall’educazione al lavoro è breve e soprattutto inevitabile. Per il 76% degli italiani il fatto di riuscire a investire sulla propria carriera aiuta a creare inclusione.

Il ruolo fondamentale della tecnologia

Ovviamente un ruolo fondamentale è giocato dalla tecnologia: l’84% degli italiani associa i temi dell’inclusione ai temi dell’accesso alle tecnologie di ultima generazione e il 63% più specificatamente richiama la necessità di un accesso ai servizi e ai prodotti finanziari. Non è un caso quindi che ben l’80% e il 61% utilizzi rispettivamente queste tecnologie e questi servizi nella vita di tutti i giorni, con particolare attenzione per gli strumenti di pagamento, i conti bancari ma anche nella forma di possesso e di utilizzo di device e smartphone.

Paolo Battiston, Division President of Italy and Greece di MasterCard osserva a sua volta che la possibilità di accedere a servizi e prodotti finanziari basilari, come un conto corrente, internet o uno smartphone é fondamentale per poter essere inclusi nella nostra società è per questo sempre più importante che tutti i cittadini gli operatori, come ad esempio tutti i retailer e gli esercenti così come le stesse istituzioni, possano accedere ai benefici concreti che l’innovazione tecnologica può apportare soprattutto se si pensa anche alla diffusione di apparati IoT e wearable come possibili strumenti di gestione dei pagamenti. La tecnologia ha un ruolo cruciale in questo senso e permette concretamente di migliorare la vita delle persone.

Ma chi può aiutare ad aumentare l’inclusione digitale e finanziaria in modo particolare. Il campione della ricerca MasterCard chiama in causa le istituzioni in primo luogo. Il campione relativo all’Italia dichiara nel 67% dei casi che il governo nazionale deve impegnarsi per favorire l’inclusione, un ruolo che deve essere svolto anche dalle banche (60%), dalle amministrazioni locali (26%) e dalle società di servizi finanziari (21%). Dalla ricerca emerge un ruolo marginale per i singoli individui (17%) ma è un dato che merita qualche riflessione così come pure il ruolo che viene attribuito alle aziende (14%) che si occupano di tecnologia.

Ann Cairns ricorda come ci sia un un mandato UE che stabilisce che ogni cittadino deve poter disporre di un conto corrente e la stessa Banca Mondiale unitamente al G20 hanno posto il tema dell’inclusione finanziaria universale entro il 2020. Ecco che diventa sempre più importante porre nell’agenda politica ed economica il tema dell’inclusione digitale e finanziaria.

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