Banche, con la PSD2 c’è una maggiore bisogno di partnership esterne

Lo mette in evidenza una ricerca condotta da CeTIF in collaborazione con GFT Italia, che ha visto coinvolti 15 istituti italiani. Il futuro è della Banck as Platform

Pubblicato il 25 Ott 2018

La sfida delle banche nell'era omnicanale: il futuro degli ATM e delle filiali self-service

Le novità introdotte dalla direttiva PSD2 impongono al mondo bancario di stare al passo da un punto di vista organizzativo e tecnologico, così da trasformare tale obbligo in opportunità. Lo mette in evidenza una ricerca promossa da CeTIF in collaborazione con GFT Italia, che ha visto coinvolti 15 istituti italiani negli incontri del Digital Banking Hub. Il recepimento della direttiva europea prospetta l’affermarsi di un ecosistema competitivo sempre più ampio, composto da attori e prestatori di servizi finanziari che, almeno sulla carta, offrono user experience innovative.

“È quindi opportuno distinguere minacce concrete, come quelle che provengono dai cosiddetti Over The Top della Digital Economy, dalle opportunità insite nella collaborazione con la moltitudine di entità che gravitano nell’Universo delle Fintech e che sono il più efficace acceleratore di innovazione a disposizione del comparto bancario – dichiara Paolo Gatelli, Senior Research Manager nonché responsabile della ricerca CeTIF -. Per una Banca, anche solo concepire il servizio esposto tramite API come un oggetto monetizzabile è un salto quantico ma necessario. Monitorare e gestire le interlocuzioni in un ecosistema fatto di terze parti, più innovative e dinamiche, è una sfida nella quale molti si stanno cimentando, così come quella di sfruttare l’immenso patrimonio informativo in loro possesso”.

Il report evidenzia come oggi i gruppi bancari strutturati prediligano la sperimentazione di partnership con terze parti per trarne vantaggi strategici grazie alla loro velocità di innovazione e usabilità. Al contrario le banche innovative, generalmente più piccole e con una gamma di servizi offerti non paragonabile a quella dei grandi gruppi, cercano nell’ecosistema un approccio più generalista che consenta loro di conseguire un’integrazione della propria offerta in un’ottica di piattaforma (es. Banca Sella). L’evoluzione futura risiede o, meglio, dovrebbe risiedere nel concetto di “Bank as a Platform” (BaaP), in cui ogni banca sia in grado di proporre contenuti e prodotti di altri in sinergia con i propri, con l’obiettivo di soddisfare ogni esigenza e contesto di utilizzo. Questo permette sviluppare nuovi punti di contatto e servizi a valore aggiunto con un minor costo, soprattutto disponendo di informazioni che non sono tipicamente rese disponibili, compreso l’accesso alla customer base. Da un punto di vista tecnologico questo significa mettere a punto un unico ambiente (che sia App o Web Banking), gestito tramite API, dove la Banca si affermi come uno dei soggetti in grado di indirizzare i bisogni finanziari o meta-finanziari di un individuo, in sinergia con altri incumbent (assicurazioni, telco, retailer, ecc..) o fintech. Ovviamente una strategia di questo tipo richiede una serie di adeguamenti organizzativi e tecnologici notevoli per tutti gli Istituti di credito.

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