Tetto alle commissioni, non solo vantaggi

Pubblicato il 29 Lug 2013

shutterstock_562645711

Piero Todorovich

L’Unione Europea punta a dare più uniformità e un tetto massimo alle commissioni sulle transazioni che vengono realizzate attraverso l’uso di carte di debito e di credito, attraverso norme che vanno a toccare una fonte d’incassi multimiliardari delle banche europee. Il documento che è stato pubblicato nei giorni scorsi solleva qualche perplessità da parte di alcuni operatori, come hanno anticipato alcune fonti autorevoli.

Il piano UE presuppone una separazione legale tra i circuiti delle carte di pagamento e le entità che ne laborano le transazioni. Una distinzione che consente maggiore trasparenza dal punto di vista delle pratiche commerciali, ma che richiede una revisione dei modelli di business dei principali gruppi che gestiscono i pagamenti.

Risparmi che si potrebbero tradurre in rincari

Con la proposta di regolamento diffusa dalla Commissione Europea il 24 luglio 2013, è proposto un tetto per le commissioni dello 0,2 % sulle transazioni con carte di debito e dello 0,3 % sulle carte di credito, che avrà effetto entro due mesi dall’entrata in vigore delle disposizioni, solo per quanto concerne i pagamenti cross-border (ossia quelli effettuati con un carta emessa da uno stato membro diverso da quello in cui viene accettato il pagamento); entro due anni (ossia per un periodo complessivo di transizione pari a 22 mesi), i medesimi limiti saranno validi per tutti i pagamenti con carte di credito e debito.

Secondo le stime della Commissione, questo taglierà il carico delle commissioni in Europa da 4,8 miliardi di euro attuali a 2,5 miliardi sulle carte di debito e da 5,7 miliardi a 3,5 miliardi per quelle di credito, consentendo un calo dei costi di merci e servizi per il consumatore.

I detrattori sostengono che gli oneri del cambiamento potrebbero tradursi in altro tipo di rincari, per esempio, sui servizi bancari.
Il tetto UE inoltre, va ad incidere in modo diverso sui differenti mercati nazionali. Per una carta di debito, per esempio, il ricarico va oggi dallo 0,1% della Danimarca all’1,6% della Polonia. Per quanto riguarda le carte di credito, il costo medio è dell’1,8% in Germania, e solo dello 0,5% in Francia.

Se da una parte è lodevole l’idea di uniformare maggiormente l’Europa sotto il profilo dei costi delle commissioni sulle carte, dall’altro la forzatura imposta potrebbe alzare le commissioni laddove già oggi sono più convenienti del tetto fissato. C’è inoltre il rischio che gli effetti “indesiderati” del nuovo regolamento, si riflettano sui nuovi strumenti di pagamento mobile e online, indebolendo la concorrenza e aumentando per via indiretta il costo delle merci.

Dalla parte dei consumatori
Se da una parte le nuove regole comportano rischi, dall’altra promettono di mitigare anomalie nelle pratiche commerciali, che fanno pagare ai consumatori (sulle merci acquistate) senza averne consapevolezza – incoraggiati da sconti, assicurazioni gratuite e miglia di volo omaggio – alti costi per l’uso delle carte con forti introiti per le banche. Si mette tuttavia in dubbio il fatto che i negozianti siano disposti a restituire al consumatore i risparmi ottenuti attraverso transazioni meno onerose.

Nel 2011 sono stati fatti nell’area dell’UE circa 727 milioni di pagamenti per un valore totale delle transazioni con carte di circa 1,9 trilioni di euro. Visa e MasterCard hanno rispettivamente il 41,6 e 48,9% circa del mercato. I rivenditori hanno pagato alle banche circa 13 miliardi di euro all’anno per la gestione delle transazioni, di cui il 70% per i costi delle transazioni interbancarie.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2