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Sette aziende su dieci pronte al cloud fiscale, ma il mercato resta poco informato



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La spinta arriva dal nuovo quadro normativo che dal 2026 consentirà soluzioni software certificate al posto dell’hardware tradizionale. Ma la conoscenza resta limitata: solo il 30% è informato sulle novità e il 91% usa ancora registratori telematici, frenato da costi percepiti, complessità e scarsa chiarezza normativa

Pubblicato il 28 nov 2025



POS collegati registratori telematici

Il 2026 rappresenta un passaggio chiave per la fiscalità digitale italiana. Con il Decreto legislativo 1/2024 (art. 24) si apre la strada a soluzioni interamente software per la gestione dei corrispettivi, mentre la Legge di Bilancio 2025 imporrà dal 1° gennaio 2026 l’integrazione tra POS e registratori telematici. Il Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate (Prot. n. 111204/2025) consente infatti di utilizzare “soluzioni software certificate in alternativa ai sistemi hardware tradizionali”.


Cloud fiscale: un interesse crescente, ma consapevolezza limitata

Secondo l’Osservatorio Cloud e Corrispettivi di fiskaly, “sette aziende su dieci stanno quindi investendo in soluzioni cloud per la fiscalizzazione o intendono farlo”. Il 60,5% vede in queste tecnologie un fattore di efficienza e compliance.

Tuttavia, la conoscenza è scarsa: “solo il 30% delle imprese è adeguatamente informato sulla nuova normativa” e appena “il 7%” conosce le alternative cloud agli hardware tradizionali. Intanto “il 91% delle aziende utilizza ancora esclusivamente registratori di cassa telematici”.


Il commento di fiskaly: il cloud come leva competitiva

Silvio Agresti

Per Silvio Agresti, country manager Italia di fiskaly, “l’approvazione del Decreto legislativo 1 2024 art.24, ha segnato un punto di svolta” aprendo per la prima volta alle soluzioni software per “l’emissione e la gestione degli scontrini”. Secondo Agresti, le imprese vedono il potenziale del cloud ma “sono frenate dalla percezione di costi e complessità e da una scarsa consapevolezza sia sui prossimi obblighi sia sulle soluzioni cloud disponibili”.


Obblighi fiscali: due imprese su tre non sono preparate

Il quadro evidenziato dall’Osservatorio mostra una diffusa disinformazione. Circa il 66,7% delle aziende è “poco” o “per nulla” informato sul collegamento obbligatorio tra POS e registratori telematici. Sul fronte tecnologico la situazione non migliora: il 69,9% si definisce “poco” o “per nulla” informato sulla possibilità di trasmettere i corrispettivi tramite software cloud, mentre “solo il 30,1%” conosce le alternative disponibili.


Digitalizzazione: un percorso ancora frammentato

Il tessuto imprenditoriale italiano evidenzia forti differenze nella maturità digitale. Solo il 12,9% delle imprese si definisce completamente digitalizzato, mentre oltre il 63% utilizza strumenti digitali in modo parziale. Le barriere principali sono:

  • costi percepiti come elevati (83,1%),
  • complessità del cambiamento (76,1%),
  • mancanza di competenze interne (74,3%) e
  • “scarsa chiarezza normativa” (71,6%).

Provider di casse e cloud: tra opportunità e resistenze

La transizione è lenta anche tra i fornitori: “solo il 26,7%” offre soluzioni di punto cassa completamente cloud, e la percentuale si riduce al 20% per le soluzioni fiscali. Chi ha adottato il cloud segnala vantaggi come

  • aggiornamenti automatici (84,6%)
  • minore manutenzione hardware (76,9%)
  • costi inferiori.

Ma pesano costi percepiti troppo alti (43,3%), problemi di connettività (36,7%) e “resistenza al cambiamento” (30%).


La proposta di fiskaly per accelerare la transizione

Per superare i limiti di mercato, fiskaly propone una soluzione cloud che permette di rendere qualsiasi software o dispositivo conforme all’emissione degli scontrini “senza la necessità dei tradizionali registratori di cassa”, afferma l’azienda.

Grazie all’assenza di vincoli hardware, ogni punto vendita può utilizzare tablet, smartphone o gestionali già in uso, consentendo una fiscalizzazione più flessibile e adatta anche ad attività stagionali o itineranti.


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