Cresce il numero delle vittime degli hacker che attaccano le credenziali bancarie e quindi i conti online delle loro vittime. Se nel 2017 erano state, secondo le rilevazioni di Kaspersky Lab sui propri utenti, 676mila le persone attaccate da Trojan bancari, nel 2018 il numero è cresciuto del 15,9%, toccando quota 889.452. Un’impennata, quella dell’ultimo anno, che secondo le analisi di Kaspersky Lab sarebbe avvenuta principalmente per il diffondersi di un singolo attacco, denominato Trojan Rtm.
“Questo tipo di malware – spiega la società in una nota – è in grado di rubare le credenziali utilizzate dalle vittime per effettuare pagamenti online o per accedere ai sistemi di online banking, intercettando le one-time password e inviando poi i dati direttamente ai criminali informatici che stanno dietro il Trojan”.
Scendendo più nel dettaglio, il 25% dei profili presi di mira nel 2018 è rappresentato da account aziendali, dato che rimane sostanzialmente invariato da circa tre anni: questo perché se gli attacchi ai singoli possono fornire solo l’accesso agli account dei sistemi di banking o di pagamento online, i cyberattacchi ai danni dei dipendenti possono anche compromettere le risorse finanziarie di un’intera azienda.
Analizzando la diffusione dei trojan bancari su scala geografica, emerge che il paese più preso di mira nel 2018 è stata la Russia, dove si sono concentrate il 22% delle offensive, , seguita da Germania (20%) e India (4%).
“Per quanto riguarda i singoli utenti, possiamo dire che il 2018 non ha dato loro alcuna tregua dal punto di vista delle cyberminacce di tipo finanziario – afferma Morten Lehn, general manager Italy di Kaspersky Lab – I nostri dati mostrano che i famigerati banker sono sempre presenti e continuano ad attaccare e ad andare a caccia di guadagni. Un caso che ha destato particolare interesse è stato quello del Banking Trojan RTM, la cui crescita esplosiva ha fatto crescere i dati relativi agli attacchi nel 2018. Invitiamo quindi gli utenti ad essere sempre prudenti nel fare operazioni finanziarie online dai loro PC e a dotare i dispositivi in uso di una protezione adeguata. Non bisogna sottovalutare mai la professionalità e la preparazione dei moderni criminali informatici”.