Il governo alza la soglia del contante. Un passo indietro nella “war on cash”

Pubblicato il 21 Ott 2015

Alessandro Longo

Contro l’innalzamento a 3 mila euro della soglia per l’uso dei contanti si alzano le prime voci autorevoli, dall’intergruppo innovazione alla Camera. “Guarda, io vorrei abolire proprio i contanti”, dice al nostro sito Paolo Coppola (PD), anche Consigliere Politico del Governo per l’Agenda Digitale. “Anche questo (l’innalzamento della soglia, Ndr.) è un tema di digital divide culturale”, aggiunge Stefano Quintarelli (Scelta Civica), noto Guru della rete italiana.

Finora invece dalla politica si era alzato un coro di consenso alla norma, contenuta nella Legge di Stabilità 2016 approvata dal Consiglio dei Ministri del 15 ottobre: dal primo gennaio potremo usare i contanti per acquisti fino a 2.999,99 euro, contro gli attuali 999,99 euro. L’obbligo a pagamenti cashless (in sostanza, con modalità elettroniche o assegni) scattterà quindi da 3 mila euro in su, mentre ora è a mille euro (come voluto dal Salva Italia 2011 del Governo Monti).

C’è stato persino un dietro front del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: in un question time alla Camera di novembre 2014 aveva detto che la scelta di limitare l’uso dei contanti è “motivata dall’esigenza di fare emergere le economie sommerse” e “contrastare il riciclaggio dei capitali di provenienza illecita, l’evasione e l’elusione fiscale“.

Adesso, al Sole24Ore, dice di aver “cambiato idea”, di essersi reso conto che “non c’è correlazione” tra limiti al contante ed evasione. E che anzi un “limite più flessibile” “produce anche dei benefici in un’economia all’interno della quale il sistema dei pagamenti elettronici è meno diffuso rispetto ad altri Paesi, ad esempio la Francia”.

“Facciamo come la Francia”, propone invece Quintarelli. “Mi riusulta che in Francia ci siano soglie differenziate a seconda se si è residente o turista. Potrebbe essere un buon modello da seguire. “Non vedo la necessità di girare con tanto contante in tasca, considerati i tanti sistemi di pagamento elettronico che ormai ci sono. Anche questo è un tema di digital divide culturale. Posso immaginare che alcuni turisti stranieri vengano in Italia con migliaia contanti da spendere, ma sono un aspetto marginale per i nostri consumi”.


Coppola alza la posta: “io sono per l’abolizione totale del contante”. “Sono convinto che se si abolisse il contante verrebbe reso di colpo impossibile lo spaccio di droga, la ricettazione e quindi la microcriminalità; verrebbe dato un colpo fortissimo alle mafie, al lavoro nero, alla corruzione e all’evasione”. “I benefici sociali che deriverebbero anche da solo uno di questi punti, secondo me, superano di gran lunga le difficoltà che si dovrebbero superare. E, nota bene, l’abolizione del contante invece li porterebbe tutti”.

Anche solo un uso ridotto dei contanti farebbe bene all’economia, secondo la Banca d’Italia. Da una parte, stampare e movimentare banconote e monete comporta un esborso di 9,4 miliardi di euro (dato 2013). Dall’altra c’è un effetto di recupero dell’evasione fiscale: nei nostri conti c’è un buco che deriva dal mancato gettito fiscale legato al contante che oscilla tra i 40 e i 50 miliardi di euro.

Secondo un recente rapporto dell’Osservatorio Mobile Payment del Politecnico di Milano, servono altri incentivi per i pagamenti elettronici e non basta quanto fatto finora, come il limite posto a mille euro e l’obbligo di accettazione di pagamenti elettronici per le Pubbliche amministrazioni e gli esercenti.

«Nonostante la dimostrata rilevanza delle azioni intraprese fino ad oggi dal governo italiano per promuoverne la diffusione, hanno avuto poco successo. Riteniamo quindi che serva un cambio di strategia, che prenda in considerazione la strada degli incentivi, in aggiunta alla leva dell’obbligo», si legge nel rapporto. Il Politecnico di Milano coordina da qualche mese un tavolo di lavoro congiunto con i principali attori della filiera, appunto per studiare il contesto italiano, le best practice internazionali ed elaborare una serie di proposte al Governo per diffondere e valorizzare l’utilizzo di strumenti cashless.
Il Governo sembra però avere appena intrapreso una strada del tutto opposta.

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