ANALISI

Oltre il contante: i pagamenti digitali come barometro del cambiamento economico (e della consapevolezza finanziaria)



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Nel 2025 i pagamenti digitali hanno superato l’uso del contante in Italia, segnando una svolta culturale oltre che tecnologica. In un contesto economico instabile, la digitalizzazione del denaro riflette nuove abitudini e nuove sfide. L’educazione finanziaria diventa essenziale per comprendere strumenti sempre più invisibili e complessi, evitando che l’innovazione sia subita anziché governata

Pubblicato il 13 mag 2025

Pietro Di Lorenzo

fondatore di SOS Trader e ideatore di Investing



educazione finanziaria

Nel 2025 l’Italia ha superato una soglia simbolica e concreta: i pagamenti digitali hanno ufficialmente sorpassato l’uso del contante, raggiungendo i 481 miliardi di euro. È una notizia che fotografa l’evoluzione tecnologica del Paese, certo, ma anche qualcosa di più profondo: il nostro rapporto con il denaro si sta trasformando. Silenziosamente, ma radicalmente. Questa trasformazione avviene in un contesto tutt’altro che lineare. L’economia globale è attraversata da fattori di instabilità difficili da ignorare: tensioni geopolitiche, guerre commerciali, politiche monetarie ancora restrittive, un’inflazione che rallenta ma non scompare e un rallentamento visibile in economie chiave come Germania e Francia.

I mercati restano nervosi e il consumatore si ritrova a muoversi in un terreno meno prevedibile, con decisioni che (anche nei piccoli gesti quotidiani) assumono un peso diverso


Il gesto del pagare diventa fluido e invisibile

In questo scenario, i pagamenti digitali non sono più solo il segno di un’adozione tecnologica di successo. Sono l’effetto (e, in certi casi, anche la causa) di un’economia che diventa sempre più integrata, veloce e invisibile. Oggi il gesto del pagare è divenuto parte di un flusso ininterrotto: acquistiamo, risparmiamo, investiamo, condividiamo denaro con pochi clic, spesso senza nemmeno accorgercene.

Tecnologie come l’intelligenza artificiale, che analizza i comportamenti di spesa in tempo reale per prevenire le frodi, o l’autenticazione biometrica che sostituisce le vecchie password, stanno ridisegnando le nostre interazioni con la finanza. L’embedded finance, che porta servizi finanziari dentro piattaforme non bancarie, dal commercio elettronico ai social media, accentua ulteriormente questa continuità.


Meno frizione tecnica, più complessità strategica

Ma proprio perché la frizione tecnica si è ridotta (il pagamento diventa invisibile, integrato, automatico) la complessità strategica è aumentata. La scelta di uno strumento, di un’app o di una forma di pagamento non è mai neutra. Coinvolge questioni di sicurezza, privacy, gestione dei dati, ma anche di abitudini e rischi. È sempre più facile fare, ma non è affatto più facile capire. E questa asimmetria tra accessibilità e consapevolezza è uno dei principali rischi della nostra epoca.


Lo vediamo anche in altri ambiti: l’adozione crescente dei portafogli digitali, dei pagamenti in tempo reale, dei circuiti SEPA istantanei è un’ottima notizia sotto il profilo dell’efficienza e della competitività. Ma lo è solo a patto che chi li utilizza abbia gli strumenti per comprenderne il funzionamento, i costi impliciti, le implicazioni sul breve e lungo periodo. Diversamente, l’innovazione rischia di essere subita più che governata.


Educazione finanziaria come abilitatore di cittadinanza

È lo stesso principio che osserviamo nel mondo degli investimenti. L’illusione che l’accesso semplificato equivalga a conoscenza ha portato alla diffusione di piattaforme che “gamificano” il trading, trasformandolo in un’esperienza rapida e reattiva, ma spesso scollegata dalla valutazione del rischio. Non stupisce che oltre l’80% degli utenti retail perda denaro. È l’altra faccia della stessa medaglia.
Per questo oggi più che mai serve una educazione finanziaria diffusa e continua. Non solo per imparare a gestire il denaro, ma per abitare con maggiore lucidità il presente digitale che stiamo costruendo. L’educazione economica non può più essere considerata come un accessorio: è un abilitatore di cittadinanza.

Perché la tecnologia ci dà potere, ma solo la consapevolezza ci rende liberi di usarlo con criterio. È anche da questa urgenza che è nato Investing, l’evento totalmente gratuito che portiamo avanti da dieci anni con SOS Trader e che ora arriva a Milano per la prima volta il 6 giugno 2025.

Un luogo aperto a tutti, esperti e neofiti, dove imparare a leggere il linguaggio dei mercati, a interpretare gli scenari economici, a orientarsi tra strumenti, piattaforme, rischi e opportunità. Perché nel mondo dei pagamenti, come in quello degli investimenti, non c’è vera innovazione senza comprensione. E non c’è sicurezza senza cultura.

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