La password? Per PayPal è meglio ingoiarla

Pubblicato il 23 Apr 2015

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Domenico Aliperto

Ai sostenitori della teoria del complotto del Nuovo ordine mondiale la notizia non piacerà, mentre qualcun altro potrebbe prenderlo per uno scherzo. Eppure è ormai qualche settimana che Jonathan Leblanc, global head of Developer evangelism di PayPal, gira per conferenze dedicate all’alta tecnologia illustrando una presentazione intitolata “Kill all passwords” alla cui base c’è l’idea che il miglior sistema di autenticazione nel mondo dell’ICT sia l’organismo umano. O meglio, i dati che specifici sensori impiantati nell’organismo possono registrare e comunicare ai sistemi di controllo, a partire da quelli che autorizzano i pagamenti digitali.

Sistemi da inghiottire o da installare sotto la cute manderebbero dunque in pensione l’identificazione biometrica a base di impronte digitali e retina scan, e persino la tecnologia presentata qualche settimana fa da Jack Ma, fondatore di Alibaba, Smile to pay, che abilita una transazione attraverso un selfie. Leblanc ne parla in effetti come di soluzioni “antiquate”, mentre il futuro parte dal riconoscimento della pressione sanguigna e del battito cardiaco, caratteristiche uniche di ogni singolo individuo, riscontrabili da device che darebbero vita all’identificazione naturale del corpo stesso dell’utente. Dispositivi le cui batterie, secondo Leblanc, potrebbero essere alimentate attraverso gli acidi gastrici. Tutto, pur di sostituire il concetto di username e password, totalmente obsoleto data la tecnologia oggi a nostra disposizione.

I sistemi di riconoscimento attuali, anche quelli più avanzati, sono tutti fallibili secondo Leblanc. La verifica della posizione geografica, oppure il modo in cui l’utente inserisce le credenziali o altre abitudini personali possono generare errori in un senso o nell’altro, permettendo l’accesso a chi non l’avrebbe o viceversa. Per Leblanc molto meglio un sottilissimo chip di silicone impiantato sotto la cute e dotato di sensori per l’elettrocardiogramma che monitorano l’attività del cuore dell’utente e la comunicano attraverso un’antenna wireless a dispositivi wearable di nuova concezione, non dissimili da tatuaggi stampati sulla pelle. Speciali capsule ingeribili potrebbero invece registrare i livelli di glucosio all’interno dell’organismo e usarli come ID per tutti gli accessi informatici. E se il grado di sicurezza non fosse ancora sufficientemente alto, ci sarebbero dei sistemi di crittografia nella comunicazione dei dati.

Al di là del futuribile, Paypal sta davvero lavorando insieme con partner qualificati a tecnologie specializzate nel riconoscimento del battito cardiaco attraverso la pressione venosa. Il che non significa che poi le adotterà sul serio per il mercato consumer, “ma vogliamo essere i leader di pensiero nell’esplorazione di queste soluzioni”, ha dichiarato Leblanc, “anche perché dal punto di vista normativo occorrono ancora molti passaggi prima che sia possibile proporre device ingeribili”.

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