Fintech, Vadruccio (PayDo): “Ora i bonifici si fanno anche con Whatsapp”

Il founder e Ceo della società che ha lanciato “Plick”: “User experience al centro della nostra idea di innovazione. E scommettiamo sul fatto che le fintech possano essere alleati fondamentali delle banche nella loro digital transformation”

Pubblicato il 17 Feb 2020

Vadruccio-Donato-PayDo

Fare e ricevere un bonifico non è mai stato così semplice. Perché accanto ai percorsi tradizionali dello sportello e dell’home banking se ne aggiungono altri, che consentono di spostare il denaro via e-mail, ma anche addirittura via Whatsapp, liberandosi da una serie di vincoli. È il caso di Plick, il servizio lanciato da PayDo, startup fintech nata con l’obiettivo di offrire soluzioni innovative e a valore aggiunto alle Banche, agli Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica Europei e ai loro clienti. A fondare la società, dopo una lunga carriera manageriale trascorsa all’interno del settore bancario e con un’ampia conoscenza del mondo dei pagamenti, è stato sul finire del 2016 Donato Vadruccio, attuale Ceo di PayDo, che spiega in questa intervista a pagamentidigitali.it come è nata questa iniziativa, e qual è oggi il suo percorso di sviluppo.

Vadruccio, è possibile una convivenza pacifica tra banche e fintech?

Certo. Quando è nata Plick mi sono trovato proprio di fronte a questo tema, e ho fatto una scelta di posizionamento strategico: la mia esperienza mi ha suggerito di non concepire PayDo come un concorrente delle banche tradizionali, ma come un possibile partner, in grado di offrire servizi a valore aggiunto che potessero affiancarsi a quelli già esistenti. Abbiamo voluto essere partner cooperativi di innovazione, nonostante lo spazio per aprirsi una strada da concorrenti ci fosse.

Come nasce l’idea di realizzare Plick?

Venendo da un’esperienza sui processi di pagamento, la mia idea iniziale era quella di mettere a punto un servizio simile – per certe caratteristiche fondamentali – all’assegno. L’assegno infatti è l’unico servizio al mondo in cui per pagare non è necessario che il beneficiario sia nello stesso circuito del pagatore. La sfida è stata quella di individuare una soluzione semplice che fosse basata su questa stessa logica, la raggiungibilità di chiunque, senza vincoli. Così oggi Plick permette di predisporre una proposta di pagamento dal proprio conto corrente, irrevocabile e senza limiti di importo, a chiunque in Europa. Chi paga può emettere il bonifico senza conoscere l’Iban del beneficiario,  semplicemente inviandogli una comunicazione irrevocabile via e-mail, Sms o Whatsapp. Sarà il beneficiario, la prima volta che riceve un pagamento tramite questa piattaforma, a indicare il proprio Iban di incasso. L’unica condizione per poter effettuare l’operazione, sette giorni su sette e 24 ore su 24, è che il Plick venga emesso da un conto di una banca che supporti questa soluzione.

È una soluzione white label per le banche che la implementano?

Non lo è perché abbiamo preferito tutelare il valore aggiunto che viene dal brand e dalla riconoscibilità del servizio. Man mano che troverà diffusione il marchio sarà un sinonimo di affidabilità e aiuterà gli utenti a identificarlo. Obiettivo che sarebbe stato più difficile da raggiungere se ogni banca avesse chiamato il servizio in un modo diverso: l’esperienza deve essere univoca, anche per il beneficiario che non ha necessariamente un conto in una banca aderente, e il brand è una garanzia di questo percorso. Partito come semplice alternativa all’assegno, oggi Plick è diventato un servizio a valore aggiunto, di cui l’assegno è soltanto uno dei possibili casi d’uso. Può essere ad esempio anche un abilitatore di wallet che consente agli utenti di effettuare pagamenti anche fuori dal wallet stesso, e presentarsi come un’alternativa a valore aggiunto del bonifico e delle carte di pagamento, ad esempio per importi anche superiori ai classici plafond delle carte, che sono in media tra i 1.300 e i 1.500 euro. C’è inoltre la possibilità di impostare pagamenti irrevocabili a data futura concordata, funzione estremamente utile nel campo del credito commerciale e nel settore dell’artigianato e delle Pmi. Caratteristiche che ci hanno consentito finora di incontrare l’interesse di nove partner, sette banche in Italia e una in Spagna, un Istituto di Moneta Elettronica e una piattaforma di Open Banking italiana.

Qual è la convenienza per la banca?

La banca crea un servizio a valore aggiunto per i propri clienti che può essere importante anche dal punto di vista di ottimizzazione dei costi, oltre che per il posizionamento innovativo: si apre la possibilità di acquisire nuova clientela corporate trasformando i processi di pagamento all’insegna dell’efficienza. Essendo poi un servizio altamente personalizzabile, il cliente può chiedere, condividere, recepire nuove funzionalità a seconda delle proprie esigenze. Questo è fondamentale perché oggi i clienti corporate non vogliono tanto pacchetti chiavi in mano, quanto proposte personalizzate.

A chi vi rivolgete, in ambito retail e in abito corporate?

Nel retail non siamo competitor delle soluzioni di pagamento esistenti, sia esse P2P o circuiti. Il ticket medio di Plick infatti è tendenzialmente superiore all’importo spendibile con i normali massimali di una carta o wallet: per Plick l’unico limite è il saldo del conto. Parliamo ad esempio dell’acquisto di un’automobile, o di un arazzo pregiato. Diverso il discorso corporate, perché consente di registrare numeri molto alti anche con un piccolo numero di aderenti. Pensiamo al pagamento degli stipendi, o alla gestione dei rimborsi verso platee particolarmente ampie: con Plick è possibile portare a termine queste operazioni anche senza avere l’Iban dei beneficiari, per una procedura che comporterebbe un grande risparmio di tempo e denaro, insieme a una spinta semplificazione burocratica.

Su cosa siete impegnati in R&D per migliorare la soluzione?

Intanto, dopo aver implementato Plick via Sms e via e-mail, abbiamo reso disponibile il servizio anche via Whatspp e abbiamo inoltre reso disponibile la funzionalità di accettazione automatica per importi fino a 200€, suggerita peraltro da molti utilizzatori. Si tratta di un ulteriore passo nel nostro percorso di miglioramento della user experience. In secondo luogo, siamo impegnati a creare casi d’uso innovativi, per diventare un vero e proprio abilitatore di servizi. Lo facciamo lavorando fianco a fianco con i nostri clienti, in un esempio virtuoso e concreto di open banking che porta beneficio a tutti i partecipanti.

Come sta rispondendo il mercato?

Direi che finora ha risposto molto bene, anche se ovviamente nella fase iniziale abbiamo scontato i tempi d’integrazione delle singole banche partner. Gli istituti di credito sono stati chiamati ad adeguarsi nei mesi scorsi alla Psd2 e in generale si misurano con piani IT particolarmente complessi e difficili da modificare. Da ideatori del servizio, però, mi soddisfa molto vedere come le banche siano capaci di interpretare sul campo la nostra idea. Secondo la nostra roadmap, superata questa prima fase di implementazione del servizio con i primi partner, da qui a giugno completeremo anche quella delle altre banche che ci hanno già scelto, rendendo Plick disponibile a un numero sempre maggior di potenziali utilizzatori.

Inoltre, a seguito del lancio del servizio in Spagna, sono state avviate attività con altre banche e abbiamo riscontrato particolare interesse di collaborazione da parte di piattaforme di bank as a service e di Open Banking internazionali.

È il bello del fintech: sono nati finora molti servizi, tutti efficienti, innovativi, competitivi, e tutti in grado di collaborare e integrarsi con altri. E spesso la somma di due servizi ne genera un terzo ancora migliore. Vogliamo essere proprio questo: un elemento di moltiplicazione, e non di semplice somma dei servizi.

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