Fintech: le soluzioni di pagamento possono sostituire la banca tradizionale

Le banche virtuali vengono incontro alle esigenze delle Pmi permettendo l’apertura del conto in modo facile e veloce grazie a soluzioni digitali innovative

Pubblicato il 25 Lug 2022

Canio Telesca

esperto in Fintech, pagamenti internazionali e macro-strategie trading e Country Manager Italia amnis

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Le Pmi italiane sono alla ricerca di alternative e stanno di conseguenza riformulando il loro rapporto con la banca classica. In loro soccorso è arrivata la Fintech, la cosiddetta financial technology o tecnofinanza: sono sempre di più, infatti, le piccole e medie aziende che in Italia si rivolgono a quelle neo-banche digitali e a quegli istituti di pagamento che offrono conti correnti al 100% virtuali. Essi permettono di ridurre notevolmente sia i costi che i tempi delle transazioni. E, al pari delle altre banche “fisiche”, offrono assistenza, reperibilità e attenzione al cliente.

Le Pmi italiane sono la spina dorsale dell’economia italiana: secondo gli ultimi dati del Censis, rappresentano il 58% del fatturato dell’industria del Paese. Molte di loro sono votate alle esportazioni con paesi esteri sia europei che extraeuropei e i dati dell’Istituto per il Commercio Estero lo confermano: il settore export delle Pmi e di tutte le aziende italiane in generale rappresenta quasi un terzo – il 31,7% – dell’intero Prodotto Interno Lordo dell’Italia con paesi come Cina e Stati Uniti in testa.

Tutte però si trovano annualmente a sostenere costi elevati per la tenuta dei conti correnti che sono tra i più cari d’Europa. Il sistema bancario italiano tradizionale, infatti, presenta diverse criticità dato che i pagamenti con l’estero, venendo effettuati in diverse valute, richiedono l’apertura di conti correnti separati. Ma anche le tempistiche dei pagamenti non sono adeguate a un mondo interconnesso come quello in cui le realtà aziendali vivono. A tutto questo si devono aggiungere due fattori fondamentali: il primo è che ogni singola transazione – specialmente quelle che avvengono extra UE ed extra circuito SEPA – comporta notevoli costi e non risulta competitiva. Il secondo che la volatilità di alcune valute rappresenta un elevato rischio per il cambio dati gli alti tassi e le fluttuazioni.

Costi bancari: cosa fare e come difendersi

A consentire l’open banking e la condivisione dei dati tra i diversi attori dell’ecosistema bancario è stata la direttiva europea denominata PSD2 (Payment Services Directive 2), che, di fatto, sta rivoluzionando il mondo bancario internazionale.

Le Fintech rimodellano il modo in cui vengono effettuati i pagamenti internazionali. Noi ci concentriamo su processi automatizzati, trasparenti e user-friendly e pensiamo al di fuori dei vincoli bancari tradizionali. Gli strumenti di pagamento locali, gli IBAN virtuali e i conti multi-valuta portano significativi vantaggi in termini di costi e sono quindi un ulteriore asset al nostro portafoglio per facilitare ancora di più l’international banking per le PMI“, commenta Michael Wüst, co-fondatore e CEO della Fintech amnis (Amnis Treasury Services).

Le banche virtuali, venendo incontro alle esigenze delle Pmi, permettono innanzitutto un’apertura del conto facile e veloce grazie a soluzioni digitali innovative. Ma soprattutto una grande agilità nella gestione di differenti valute multi-currency e diversi Iban in una sola applicazione, spesso senza alcun costo. Quello che incide sui pagamenti sia in entrata che in uscita, infatti, è l’intermediazione di altre banche che comporta una commissione molto elevata ma che, nel caso di un conto Fintech, non viene pagata. E poi il cambio della valuta il cui tasso di solito arriva all’1,5% e che, in questo caso, invece, si riduce allo 0,3%. Un bel vantaggio e un bel risparmio anche per le grandi imprese italiane, soprattutto quelle che esportano il famoso made in Italy, che possono accorpare la gestione dei pagamenti grazie all’utilizzo combinato di vie di pagamento internazionali (SWIFT) e di reti di pagamento locali innovative.

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La Svizzera leader nelle nuove tecnologie finanziarie

La Confederazione Elvetica si sta convertendo in un hotspot di banche di questo tipo.

Grazie alla reputazione già guadagnata e forti di migliaia di imprese già nel proprio portafoglio clienti, le Fintech svizzere stanno espandendo il proprio raggio di azione anche in Italia con l’obiettivo di offrire ai clienti servizi in grado di ridurre i costi bancari fino a sei volte. È il caso di un’azienda milanese specializzata in apparecchi per le telecomunicazioni che si è affidata a una Fintech. Avendo un export del 25% negli Stati Uniti, ha aperto due conti correnti presso una banca – uno in euro e uno in dollari – la cui tenuta costa 40 euro al mese ciascuno. Ogni pagamento internazionale viene tassato con una commissione dello 0,20% del valore inviato e a un tasso interbancario per il cambio valuta a 1,50%. Considerando che effettua circa venti pagamenti in dollari ogni mese, il conto complessivo, comprensivo anche del ricarico sulla valuta, porta le spese medie che l’impresa deve sostenere a circa 28mila euro. Una somma enorme che è stata ridotta dell’82%, consentendo loro l’acquisto di un pacchetto di 100 transazioni mensili in dollari e euro in entrata e uscita al costo forfettario di 450 euro annui.

Ciò conferma che non solo un notevole risparmio è possibile ma che, a questo, si può aggiungere anche un incremento del proprio business. La possibilità di effettuare pagamenti P2P (Peer to Peer) in tempo reale completamente gratuiti e di convertire immediatamente i versamenti in entrata nella valuta desiderata, sono opzioni vantaggiose che stanno portando molte imprese a convertirsi a questo sistema di pagamenti.

Molte Pmi italiane, infatti, proprio per non incorrere nel pagamento delle commissioni imposte dalle banche tradizionali, vendono i propri prodotti solo in euro e non in altre valute che potrebbero essere più comode e vantaggiose per i compratori. Offrendo prezzi in altre valute, invece, aumenterebbero sia le vendite che la loro competitività rafforzando allo stesso tempo la relazione e la fiducia con il cliente.

Il futuro del settore bancario passa dalle fintech

Le Fintech, basandosi su diversi livelli di API e grazie alla possibilità di integrare diversi sistemi contabili, rappresentano il futuro del settore bancario potendo costruire un ecosistema digitale innovativo in grado di mettere a disposizione le migliori tecnologie e conoscenze esistenti, a partire dall’identificazione video per l’onboarding dei clienti all’integrazione con vari sistemi.

“Mentre le grandi aziende hanno una varietà di soluzioni bancarie vantaggiose a loro disposizione, le Pmi spesso lottano per trovare uno strumento di pagamento conveniente ed efficiente. Molti provider non sono trasparenti circa la loro struttura tariffaria e spesso nascondono alti margini di profitto nelle transazioni applicando alti tassi di cambio. È proprio qui che entrano in gioco le aziende fintech sconvolgendo, grazie alla loro capacità di innovare e creare un’esperienza bancaria nuova, l’ecosistema bancario esistente e sostituendo i servizi tradizionali come l’international banking”, conclude Michael Wüst.

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